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Partiamo da una premessa: questa volta chi ha trasformato una moto di serie in una scrambler, non ha fatto uno scempio a spese di una moto classica. Detto ciò, la Suzuki XF650 Freewind è stata prodotta dal 1997 al 2001 e, quantomeno in Italia, non ha avuto un gran successo, principalmente a causa di un design un po’ anonimo nonostante fosse una moto decisamente polivalente.
La Freewind in questione è stata disegnata e realizzata a Eindhoven da Martin Schuurmans, un designer di mobili appassionato di "due ruote" che ha deciso di fare della propria passione anche il proprio lavoro.
Lo scopo di Martin era quello di creare una moto che sapesse coniugare perfettamente design e comodità, cosa fondamentale per chi le moto le usa davvero, anche tutti i giorni. E’ nata così questa scrambler, con le sovrastrutture ridotte all’osso, grazie alla rimozione della carenatura in plastica e all’adozione di un faro tondo (in sostituzione dell'originale vagamente triangolare), parafanghi in alluminio e serbatoio derivato da quello di un’altra giapponese, cioè una Honda CB 350.
Della moto originale rimane il motore, che però è stato elaborato, il bel telaio dalle curve sinuose, il forcellone e i due cerchi in alluminio a raggi da 19 e da 17 pollici.
Il serbatoio presenta la classica colorazione Suzuki in giallo, nero e bianco con dettagli di diverse tonalità che, unito ad un immacolato scarico in alluminio Supertrapp e agli pneumatici Continental TKC 80 fa di questa realizzazione un chiaro omaggio alla classica estetica "dirt bike" dei primi anni ‘80.