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Un'edizione funestata da ben cinque morti tra i piloti: dopo due anni di stop il Tourist Trophy è ripartito con tante novità sia nello show e nella gestione media che nella sicurezza - come per esempio la nuova e tecnologica race direction o le bandiere di segnalazione elettroniche - tuttavia poco si può fare riguardo la sicurezza intrinseca del tracciato che resta quello che dal 1907 passa in mezzo ad alberi, pali, muri, marciapiedi, fermate dell'autobus e prevede tratti con salti, "bumps" e imperfezioni del manto che mettono a durissima prova le moto e i piloti che vi sfrecciano a velocità elevatissime.
ACU Events, ente organizzatore del Tourist Trophy, in seguito alle gravissime perdite nelle gare del 2022 ha rilasciato un comunicato con il quale ha confermato che per ciascuno degli incidenti (di cui due tra i sidecar, con tre vittime) che hanno causato decessi sono in corso investigazioni mirate per accertarne la causa e prendere le decisioni migliori per aumentare la sicurezza della corsa: "Un team multiprofessionale che coinvolge tutte le organizzazioni partner esamina gli eventi accaduti e verranno formulate raccomandazioni sul modo in cui l'evento verrà realizzato in futuro".
Nella gestione del Tourist Trophy è presente una figura carismatica - il Clerk of the Course - che si occupa di alcune decisioni riguardo la sicurezza delle gare: dalla scelta degli orari per far partire la competizione, a quella di posticiparla o persino cancellare una o più gare causa maltempo, e così via; dal 2012 questa figura è impersonata da Gary Thompson che in merito ha dichiarato: “Dopo ogni incidente, lavoriamo instancabilmente per comprendere le circostanze, stabilire i punti chiave da imparare e implementare i cambiamenti il prima possibile. Qualsiasi perdita durante un evento è una tragedia. Come organizzazione, promettiamo di intraprendere qualsiasi azione che possa aiutare a migliorare la sicurezza e ad intraprenderla il prima possibile", affermazione che legittima a pensare che nel 2023 potremmo vedere qualche ulteriore novità per cercare di evitare tragedie come quelle dell'edizione appena conclusa.
Resta da capire come, una volta esaminate accuratamente le dinamiche degli incidenti e trovati i punti chiave, possano essere migliorate in modo sostanziale le condizioni di sicurezza del tracciato cittadino senza snaturare la road race più famosa del mondo che dalla sua prima edizione del 1907 ha registrato fino a oggi 156 vittime; e il conto sale fino a 256 se teniamo in considerazione anche Classic TT e Manx TT che si svolgono sempre sul circuito di 37,7 miglia tra Douglas, Crosby e Ramsey.