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Rallentare le grandi città è stato un argomento di cui si è discusso molto e dopo i fatti accaduti nei giorni scorsi il dibattito si è riacceso: rallentare il traffico a 30 km/h è la scelta giusta?
Attualmente è Bologna a guidare la "crociata" delle città 30, dove in tutte le strade cittadine si viaggia a 30 km/h. Anche Torino, Firenze e altre città italiane abbracciano questa scelta e infatti, nel capoluogo toscano, proprio a inizio anno, sono nate altre 5 zone a bassa velocità. Milano è sotto la lente d’ingrandimento e che bisogna fare qualcosa per tutelare la sicurezza dei motociclisti, dei ciclisti e dei pedoni è evidente. La promessa è quella di rallentare il traffico in tutta la città - escludendo le arterie di scorrimento veloce - a partire dal primo gennaio 2024.
Lo vediamo dai bollettini settimanali e dalle notizie che scriviamo tutti i giorni, gli incidenti sono in aumento e con essi anche le vittime, rallentare può veramente salvare le vite. Marco Mazzei, consigliere della Lista Sala, in un documento sottolinea come ridurre di 20 km/h la velocità d'impatto alzi drasticamente le possibilità di sopravvivere in un incidente urbano. Nel documento il dito viene puntato sulle automobili, ma lo stesso concetto vale per le moto, per le biciclette e per i pedoni.
A confermare la tesi di Marco Mazzei le statistiche: i dati Aci-Istat riportano come oltre il 70% degli incidenti in Italia avvengono in un contesto urbano e come, in prima posizione, tra le cause del sinistro, ci sia l'eccesso di velocità. Questo starebbe a significare il costante aumento della fatalità degli incidenti. C'è poco da girarci intorno: dobbiamo rallentare, tutti e comunque.
I tristi episodi accaduti nel corso del 2023 e nei giorni scorsi, la ciclista 28enne investita a Porta Romana da un Tir e la ragazza vittima di un bruttissimo incidente in corso XXII Marzo hanno toccato tutti, noi della redazione in primis. Rallentare però non basta, i ciclisti coinvolti in incidenti fatali con mezzi pesanti sono 5 da inizio anno e qui la velocità non c'entra nulla. Vuoi per disattenzioni, vuoi per imprudenze, qualcuno ha perso la vita.
Purtroppo ci muoviamo sempre dopo averci sbattuto la testa e ora pensiamo all'installazione di sensori e di adesivi sull'angolo cieco dei mezzi pesanti, strada percorribile ma che presenta dei grossi limiti.
Ne abbiamo discusso proprio stamattina durante la riunione di redazione quotidiana e noi di Moto.it vogliamo effettivamente capire voi lettori cosa ne pensate a riguardo. Noi vi diciamo personalmente la nostra.
Nico Cereghini, sulla futura Milano città 30:
"Sono d'accordo in linea di principio, limitando l'intervento alle aree che stanno dentro la circonvallazione esterna (linea 90/91). Cioè dove abbiamo quasi dappertutto situazioni di grande pericolo, anche a causa della sosta in prossimità degli incroci, una irregolarità di fatto ormai tollerata e che limita fortemente la visibilità. Aggiungo però che parallelamente occorre riportare sulle vie gli agenti della polizia locale".
Andrea Perfetti:
"Sì ai 30 orari nei centri abitati, escludendo ovviamente le (poche) strade a scorrimento veloce. Questo a tutela di chi va a piedi, in bici, ma anche in moto. I 50 orari effettivi nella maggior parte delle vie di una grande città sono già una velocità di tutto rispetto, soprattutto oggi: auto grosse e pesanti, distrazioni continue al volante. Vuoi usare l'auto in città? Vai piano. Altrimenti usi le due ruote o i mezzi pubblici".
Antonio Privitera
30 km/h? Okay, ma che non sia una scusa per avere più tempo per spolliciare sugli smartphone, magari sentendoci più sicuri grazie a una velocità da bici muscolare. E poi, sulle strade cittadine più ampie e con meno pedoni lasciatemi i 50 km/h, magari mettete qualche pattuglia di vigili o di polizia in più!
Nicola Andreetto
Ricordiamoci che “Città 30” non significa banalmente limite di 30 km/h ovunque. L’obiettivo è che la città si muova mediamente a questa velocità il che, per certi versi, è un’accelerazione e non un rallentamento (basta pensare all’ora di punta, no?). Bisogna spostare sempre più le auto dal centro città, è un dato di fatto, ma non dev’essere una crociata. Vanno trovate soluzioni, bisogna guardare anche alle altre città europee, e non basta tirare una linea sull’asfalto per fare una ciclabile o chiudere una via al traffico senza prevedere dove far andare quel traffico. Il lavoro non è facile per l’amministrazione ma da un punto di vista culturale è forse ancora più tosto. Dobbiamo sforzarci tutti di cambiare mentalità, di essere più aperti, tolleranti, responsabili e di non pensare di avere una superiorità di qualche tipo che sia fisica perché guidiamo un SUV o morale perché siamo in bici. Le leggerezze alla guida non sono ammesse. Dobbiamo rispettare le regole e gli altri. Rallentare nelle vie più strette è secondo me doveroso. Se non ti va bene ci sono i mezzi pubblici o… le due ruote!
Pietro Vizzini:
"Sono d'accordo ai 30 orari nei centri delle grandi città. Il grande passo avanti lo avremo però quando, oltre che a rallentare, riusciremo a essere più responsabili in strada. Parlo sia a noi motociclisti, che agli automobilisti che ai pedoni. Bisogna stare attenti, sempre e comunque. Sulle quattro ruote dobbiamo capire che siamo ingombranti e che il telefono va tenuto in tasca, sulle due ruote che prima di fare una manovra dobbiamo pensarci 10 volte".
Qualsiasi strada si deciderà di percorrere il dibattito sul limite di 30 km/h nelle città è destinato a perdurare nel tempo. Mentre i sostenitori vedono questa misura come un passo positivo verso una maggiore sicurezza stradale e la creazione di città più vivibili, i detrattori sollevano questioni riguardanti l'effettiva efficacia della limitazione e i potenziali effetti negativi sull'economia e sulla libertà di movimento delle persone.
In ultima analisi, la chiave per il successo di questa politica risiede nella sua corretta implementazione, nell'educazione dei conducenti e nella promozione di alternative sostenibili. Alla fine dobbiamo accettare il fatto che solo il tempo potrà rivelare se il limite di 30 km/h nelle città sarà davvero un passo in avanti verso un ambiente urbano più sicuro e sostenibile o si rivelerà un buco nell'acqua.
Noi la nostra ve l'abbiamo detta, vi invitiamo a commentare sui nostri social (se li usate trovate qui il post su Facebook e a questo link quello Instagram e qui al sondaggio) oppure sotto questo articolo rispondendo alla domanda che vi abbiamo fatto nel titolo: rallentare a 30 km/h è la scelta giusta?