Traguardi: la forza invisibile. Docu-film su tre piloti speciali

Traguardi: la forza invisibile. Docu-film su tre piloti speciali
Tornare in moto dopo un incidente: c’è sempre una seconda possibilità. Lo racconta il docu film "Traguardi – La forza invisibile" con le storie di Nicola Dutto, Emiliano Malagoli e Alan Kempster.
19 maggio 2017

Nella settimana per loro più importante, quando per la prima volta correranno a Le Mans davanti al pubblico del Motomondiale per una sorta di consacrazione anche mediatica della loro immensa forza d’animo e passione, i piloti “diversamente abili“ diventano protagonisti anche sullo schermo, grazie al docu-film “Traguardi – La forza invisibile”, scritto e diretto dalla giornalista motoristica Fiammetta La Guidara, che racconta tre storie vere intrise di passione e di coraggio.

Tre tre piloti per i quali l’aggettivo “speciale” va inteso nella sua accezione migliore e più alta: Nicola Dutto, Emiliano Malagoli e l’australiano Alan Kempster.

Diventati “diversamente abili” dopo un incidente in moto, sono tornati a correre sulle due ruote a livello internazionale.

Malagoli e Kempster – entrambi amputati - saranno infatti in griglia sabato 20 maggio a Le Mans alla vigilia della MotoGP e Dutto – paraplegico - si sta preparando per disputare la prossima edizione della Dakar in Sud America.

A tenere a battesimo la presentazione del documentario, l’attore Max Giusti, motociclista e pilota amatore di motocross, nonché amico di Nicola Dutto, che ha parlato anche a nome suo: il piemontese, infatti, era ancora impegnato all’Afriquia Merzouga Rally, dove è stato il primo pilota paraplegico a concludere l’estenuante competizione.

Presenti alla prima di “Traguardi“ Emiliano Malagoli, Silvio Manicardi, vicepresidente della Federazione Motociclistica Europea, il team manager del mondiale Superbike Genesio Bevilacqua e l’ex pilota Michel Fabrizio, oggi team manager di Malagoli, nonché Fabio Barone, presidente del Ferrari Owners’ Club Passione Rossa di Roma, che ha organizzato l’evento, con un insolito connubio fra due e quattro ruote.

Protagonista anche la Ducati vincitrice della Coppa del Mondo FIM Superstock 1000 nel 2014 con Davide Giugliano del team Althea, prima moto ufficiale ad essere stata guidata da un pilota diversamente abile: la portò in pista Emiliano Malagoli alla fine della stagione.

“Traguardi“ (per vedere il trailer del film clicca qui: https://vimeo.com/217485262), per merito indubbio di Fiammetta La Guidara sfugge alle facili insidie della retorica e del sentimentalismo, puntando invece sul senso profondo che anima chi torna in sella dopo un incidente.

Come ha rilevato Max Giusti, «Questo film mette insieme tre grandi talenti, tre grandi caratteri, tre grandi uomini, perché un pilota è un atleta, ma è anche un uomo che si confronta tutti i giorni con la vita. Ho seguito il percorso di Nicola: quasi scientifico, vive e pensa come un pilota ufficiale e arriva dove gli altri fanno fatica. Alla fine la disabilità esiste solo nella nostra mente. L’approccio di “Traguardi“ è quello che ci vorrebbe sempre nella nostra vita: non esistono atleti normodotati e atleti disabili. Esistono atleti e ognuno si cimenta soprattutto con se stesso. I protagonisti di questo docu-film sono un esempio per tanti altri ma in maniera involontaria, perché loro fanno quello che gli detta la passione. Ma se qualcuno di noi l’esempio lo vuole cogliere, fa comunque bene a farlo».

«Se me lo avessero detto cinque anni fa - ha detto Emiliano Malagoli, pilota “bionico“ fondatore della Onlus Di.Di. - non ci avrei creduto. Quando sono tornato a correre dopo l’amputazione della gamba, mi sembrava già un sogno. Poi mi sono dato da fare per realizzare i sogni degli altri che erano nella mia situazione… e ora andiamo a Le Mans. Saremo in trentuno:artiamo tutti motivati, ma alla fine non importerà il risultato… abbiamo già vinto!».

«Attraverso le storie meravigliose di questi tre piloti - ha dichiarato Fiammetta La Guidara, giornalista impegnata nel motorsport e “voce” nelle dirette televisive di campionati a due e quattro ruote - ho voluto lanciare un messaggio trasversale. I tre protagonisti, infatti, sono motociclisti, ma se nel caso di Nicola, Emiliano e Alan tornare alla normalità ha coinciso con il loro ritorno in moto, perché era ciò che facevano “prima“. Per altri ci saranno traguardi diversi da raggiungere: l’essenziale è non voltarsi mai indietro.
«Il mio obiettivo è diffondere quanto più possibile e gratuitamente questo docu-film. Vorrei che venisse visto in tutti gli istituti di riabilitazione, nei centri protesi e ovunque c’è qualcuno che soffre e che pensa che la propria vita sia finita. Perché non è così. C’è sempre una seconda opportunità, e si deve avere la forza di trovarla in noi».

 

 

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