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Tre note concessionarie romane avrebbero venduto motoveicoli a prezzi notevolmente inferiori rispetto a quelli di mercato. Tali ribassi erano possibili grazie all'evasione di una parte dell'IVA. A scoprire la frode sono stati i finanzieri del Comando Provinciale di Roma, che hanno denunciato, a piede libero, dieci imprenditori per aver emesso ed utilizzato false fatture per circa 45 milioni di euro, con un'evasione all'IVA per dieci milioni di euro.
Con false dichiarazioni di vendita all'estero si riusciva ad aggirare il pagamento delle imposte anche se moto e scooter in realtà non lasciavano mai l'Italia. Questo consentiva poi di vendere i motoveicoli a prezzi inferiori rispetto a quelli della concorrenza.
Attraverso l'esame accurato dei flussi finanziari e grazie alle perquisizioni disposte dall'Autorità Giudiziaria, è stato ricostruito il mosaico dell'imponente frode fiscale, che ha visto coinvolti complessivamente diciotto soggetti economici - sia ditte individuali che società - operanti nella Capitale ed in vari Comuni della provincia di Napoli.