Triumph risfodera la Cub?

Triumph risfodera  la Cub?
Circolano voci sull’intenzione della Casa inglese di allargare il proprio orizzonte alle piccole cilindrate. Ma anche l’ipotesi di creare dei “mono” di media cubatura derivati dai noti bicilindrici 860 sarebbe tutt’altro che remota
11 gennaio 2011


I soliti “occhi indiscreti” avrebbero notato, in giro per l’Inghilterra e la Spagna, alcuni prototipi di nuovi modelli Triumph, tra i quali anche qualcosa di inusitatamente “piccolo” per il celebre marchio inglese, perlomeno da una ventina d’anni a questa parte, ovvero da quando è stato rilanciato da Sir John Bloor.

Ma nella storia della Triumph in realtà le piccole cilindrate non sono certo mancate, e ci riferiamo in particolare, per rimanere nel campo dei motori monocilindrici a 4 tempi, alle Terrier 150 e alle bellissime Cub 200 dei primissimi anni cinquanta.
La logica di estendere la produzione a motociclette di cilindrata medio piccola non sarebbe poi così peregrina, specialmente pensando alla penetrazione in mercati estesissimi come quello indiano e, ancor più, quello estremo orientale, specialmente considerando che Triumph già opera da una decina d’anni in Thailandia, dove possiede tre complessi produttivi (costruiti tra il 2000 ed il 2008) che occupano una superficie totale di 100.000 metri quadrati.

Visto il precario andazzo attuale dell’economia mondiale, appare anche logico che un produttore come Triumph decida di dedicarsi anche a modelli di cilindrate medio basse, veicoli dai prezzi e dai costi di mantenimento abbordabili per una gamma di utenza molto vasta, a partire dai ragazzini neopatentati a chi abbia l’esigenze di muoversi a costi globali contenuti, magari con una certa rapidità.
Modelli appetibili, non solo da 125 ma anche da 250, 350 o 500 cc, estrapolabili dagli attuali bicilindrici raffreddati a aria delle varie Bonneville, e con il marchio Triumph sul serbatoio, potrebbero interessare anche a mercati come il nostro, perché no?

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