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Giusto quindici anni fa iniziavano a circolare sulle nostre strade le prime Triumph Rocket III. Si trattava della moto di serie di maggiore cilindrata costruita sino a quel momento: 2.294 cc.
Una cubatura record, perché quella moto nasceva per soddisfare le richieste dei motociclisti americani, particolarmente sensibili al concetto di big is better, sia che si parli di moto cruiser come di altri mezzi che si muovano su ruote
Poche settimane fa Triumph ha presentato la nuova edizione di quella particolarissima triciindrica: la Rocket 3 TFC. Si tratta di una serie limitata a 750 esemplari, che introduce la nuova Rocket 3 completamente rivista nel motore, maggiorato stavolta a 2.500 cc, riprogettata nella ciclistica e ridisegnata nell’estetica.
Quella moto è di fatto la base per la versione standard, la Rocket 3 GT, che è stata pizzicata in Croazia durante un test: una moto che quasi certamente vedremo a breve in forma ufficiale, pronta a entrare in produzione per essere venduta entro l’autunno prossimo.
In quindici anni la Rocket III - che nel frattempo ha perso la numerazione romana almeno nei comunicati stampa - è evoluta, ma senza cambiare la sua impostazione iniziale, fatta di esclusività motoristica – è la sola tre cilindri con disposizione longitudinale al mondo – forte di una coppia mostruosa e di tanto concreto metallo. Assieme a poche altre super big bore compone il nucleo delle cruiser di maxi cilindrata, un segmento che soprattutto in Nord America continua ad avere uno spazio rilevante e reso ancora più importante dal fatto che i prezzi di quei modelli, e quindi i ricavi, sono maggiori di altri.
Triumph è arrivata dopo molte altre marche nel gruppo delle cruiser di grossa cilindrata, e quindi ha voluto/dovuto alzare ben bene l’asticella.
Il progetto di questa moto è iniziato nel 1998, messo a punto un anno dopo, e con lo stile definito nel 2000.
L’idea era quella di una moto costruita attorno al motore e in un segmento, quello delle grosse cruiser all’epoca numericamente importante negli USA. Un frazionamento caro alla storia recente di Triumph, il tre cilindri appunto, ma con una originalissima disposizione longitudinale che poteva soddisfare una cilindrata monstre senza penalizzare gli ingombri, oltre che aprire a una estetica meccanica mai vista prima, se non nel lontano passato. Inizialmente la cilindrata proposta era di 1.600 cc, ma un focus con motociclisti americani suggerì di superare i due litri di cilindrata. Un modo per arrivare ad avere il doppio della coppia di una V4 Yamaha V-Max.
La Rocket III venne presentata nel 2003, ed entrò in produzione l’anno dopo. I suoi numeri erano: cilindrata 2.294 cc, 140 cavalli di potenza a 5.750 giri, la coppia di 200 Nm a soli 2.500 giri, il pneumatico posteriore largo 240 mm e il peso di 350 kg. La metà della produzione di quell’anno fu venduta negli Stati Uniti, in Italia il prezzo era di 17.790 euro.
Nel 2008 arrivò la versione Touring, successivamente fu il turno della Roadster, e nel 2013, grazie ad alcuni aggiornamenti, il motore salì alla potenza di 148 cavalli e la coppia al record di 221 Nm a 2.750 giri. Nel 2005, per il decennale del modello, venne lanciata la Rocket X: 500 esemplari nel mondo.
In Italia alcune big cruiser non sono più distribuite, o sono uscite di produzione. E’ il caso della Honda VTX 1800 (fuori produzione dal 2006), Kawasaki VN 2000 (2.053 cc, in vendita fino al 2010), Suzuki Intruder M1800 (c’era fino al 2017) e Yamaha XVS 1900 Midnight (disponibile fino al 2016).
La BMW K 1600B, dove la lettera B sta per bagger, è in vendita dal 2017, ed è costruita sulla piattaforma K, quella con motore a sei cilindri in linea frontemarcia, con attenzione al mercato USA. Ha cilindrata di 1.618 cc, peso a secco di 336 kg, ed eroga 160 cavalli a 7.750 giri, con coppia massima di 175 Nm a 5.250 giri. E’ in vendita a partire da 23.750 euro.
La Ducati XDavel S è l’interpretazione sportiva, tipica della marca bolognese, del concetto cruiser. Non punta sulla maxi cilindrata (il V2 desmo è un 1.262 cc) e nemmeno sulla massa importante (pesa 247 kg in ordine di marcia) ma il suo bicilindrico a fasatura variabile fornisce 156 cavalli e la coppia di 13 kgm, in questo caso a 5.000 giri. Costa 23.790 euro.
Novità 2019, la Harley-Davidson FXDR 114 è la Softail più sportiva di sempre. Il motore V-Twin Milwaukee-Eight 114 (1.868 cc è la cilindrata convertita dai pollici cubi della sigla) è l’americana più simile al concetto Diavel Ducati. Certo, dimensione, pesi e struttura non sono gli stessi (303 i chili di peso in ordine di marcia), ma il suo V di 45° con distribuzione ad aste e bilancieri fornisce oltre 16 kgm di coppia a 3.500 giri. Il listino parte da 25.300 euro.
Anche la Honda GL1800 Gold Wing, novità 2018, appartiene al segmento bagger. Netta evoluzione tecnica rispetto alla serie precedente, telaio e sospensione anteriore sono inediti, il motore è stato compattato, la famosa sei cilindri boxer giapponese ha cilindrata di 1.833 cc e la trasmissione finale ad albero come la Rocket 3, la BMW K1600 e la Guzzi 1400. Pesa 365 kg in ordine di marcia, e il suo "sei cilindri" eroga 17 kgm di coppia a 4.400 giri, mentre la potenza è contenuta a 126 cavalli, ma a soli 5.500 giri.
La versione Tour DCT è dotata anche di esclusivo sistema Air-Bag. Prezzo a partire da 26.580 euro.
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La Indian Chieftain Dark Horse, prodotta dal 2017, è in toto una Chieftain, ma con diverso allestimento. Adotta lo stesso motore V2 Thunder Stroke di 111 pollici cubi (1.811 cc), con trasmissione finale a cinghia dentata, coppia massima di 16,5 kgm a meno di 3.000 giri, e potenza di oltre 80 cavalli. Pesa 341 kg dichiarati a secco, e costa 21.490 euro.
Si posiziona nello stesso segmento, ma con numeri meno roboanti. Nel senso che la Moto Guzzi Audace 1400 ha un bicilindrico di “soli” 1.380 cc, anche se l’impostazione generale non è poi così distante. Il suo V2 trasversale eroga 96 cavalli a 6.500 giri, e la coppia è di 12 kgm a 3.000 giri. Pesa 299 kg, dichiarati in ordine di marcia, e con lo stesso motore 1400 c’è la versione bagger MGX 21. La Audace è in vendita a 19.790 euro.
Nonostante Polaris Industries - proprietaria del marchio americano - abbia fermato la produzione di Victory Motorcycles, le moto costruite fino a circa 18 mesi fa continuano a essere in vendita nel mondo, e Polaris, proprietaria anche del marchio Indian, ha garantito la fornitura di parti di ricambio Victory per dieci anni.
La Victory Judge è probabilmente la più vicina alla Rocket 3 GT nella gamma dell’ormai ex costruttore dello Iowa. Il suo V-Twin raffreddato ad aria è un 1.731 cc capace di 15,3 kgm di coppia massima a 3.000 giri. La Judge pesa 346 kg in ordine di marcia, ed è in vendita a 16.490 euro.
La Yamaha VMAX, riferimento storico per le muscle cruiser, è giunta alla sua ultima edizione nel 2008 - riprogettata da cima a fondo - ed è uscita di produzione nel 2017 con una piccola serie speciale. Il suo V4 ha una cilindrata di 1.679 cc ed erogava la bellezza di 200 cavalli di potenza, la moto pesava 310 kg e costava 18.990 euro.
Presentata a Villa d’Este in veste di concept, la BMW R18 è la futura proposta della famiglia big cruiser. Se la moto di serie dovrebbe ispirarsi molto allo stile di questo concept, è certo che il motore sarà un boxer di 1.800 cc ma sempre con il raffreddamento ad aria, con distribuzione ad aste e bilancieri. Difficilmente avrà numeri importanti in fatto di potenza, ma vista la destinazione custom – nella più ampia accezione del termine – la coppia dovrebbe essere importante. Come ci si aspetta, appunto, da una cruiser di grossa cilindrata.
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