Come ogni estate un paesino del salisburghese in Austria si trasforma in una provincia di Hinckley, e le Triumph la fanno da padrone per tre giorni, i Tridays
I nostri Tridays sono cominciati la mattina del venerdì alla sede della Triumph Italia ad Arese in provincia di Milano. Il programma prevede il trasferimento nella cittadina di Neukirchen, in Austria, per mezzo di una schiera di tricilindriche prese direttamente dal parco stampa. Chi tardi arriva, male alloggia. Ma non sempre!
Arrivo con qualche minuto di ritardo, e a causa di questo contrattempo sono l'ultimo giornalista a impossessarsi della moto. Le tricilindriche schierate davanti alla Triumph Italia sono di vario genere e prevedono una serie di Tiger 1200, oltre a una Trophy 1200, una Tiger 800 XC, una Tiger Sport 1050 e una Tiger 800, quest'ultima è stata prescelta per il sottoscritto dai colleghi più puntuali.
La cronaca del nostro viaggio
Viste le caratteristiche di confort e adattabilità ai lunghi viaggi, penso subito a come fare uno scambio di moto alla prima sosta utile, ma la descrizione del percorso che affronteremo, e che non prevede autostrade, mi rende meno ansioso. Passano i chilometri, e raggiungiamo la prima tappa a St. Moritz, da dove ripartiamo non prima di aver consumato due piatti di pizzoccheri e qualche sciatt di contorno (per chi lo ignorasse sono delle simpatiche e irresistibili frittelle di grano saraceno con un cuore di formaggio fuso).
Il pasto "leggero"stranamente non crea annebbiamenti della vista, che di conseguenza può godere dei panorami montani davvero spettacolari. Le abbondanti nevicate invernali e primaverili hanno lasciato il segno, e le numerose cascate presenti lungo il percorso lo stanno a testimoniare.
La fida Tiger 800 in tutto questo si dimostra una compagna di viaggio perfetta, agile e precisa, garantisce un confort adeguato, mentre i chili in meno rispetto alle compagne di viaggio sono una manna, insieme alla linearità del tre cilindri e al perfetto funzionamento della trasmissione.
Cambio moto: in sella a tutte le tre cilindri Triumph
La sosta per godere del panorama caratteristico e inimitabile del lago di Resia, con il campanile della chiesa di Curon che spunta direttamente dalle acque, permette un cambio moto: passiamo alla guida della Tiger Sport 1050, per alcune decine di chilometri. Agile e con un avantreno rapido e preciso, la Millecinquanta è uno spasso … sui passi, il motore “in più” rispetto alla Tiger 800 si sente, ma si sente anche una trasmissione meno fluida e precisa, con il cambio che richiede uno sforzo leggermente superiore e un motore non altrettanto rotondo nel funzionamento. Però frena alla grande e le pedane non grattano.
Oramai siamo nelle vicinanze di Innsbruck, e una sosta dal benzinaio (la benzina non arriva a 1,50 €!) mi permette un altro cambio. Riparto dal benzinaio in sella alla Tiger 1200, che subito si fa apprezzare per l'ottima protezione aerodinamica, ma soprattutto per quel gran pezzo di meccanica che è il suo tre cilindri. Lo scarico Arrow è montato sia sulla 800 che sulla 1200, ma quest'ultima canta in maniera decisamente più appagante per l'orecchio.
Si guida davvero bene, anche se la ventina di kg in più rispetto alla Tiger Sport si sentono (nei confronti della 800 diventano quasi 50) e nello stretto è richiesto uno sforzo superiore soprattutto nei cambi di direzione. In compenso il motore tira che è un piacere ai medi ed è capace di riprendere anche da regimi inferiori ai 2.000 giri. La trasmissione a cardano è priva di giochi e asseconda perfettamente il comportamento del motore, che quando vuole tira fuori le unghie.
Il villaggio più colorato d'Austria
Abbiamo percorso oltre 500 km, e finalmente raggiungiamo la meta, il villaggio di Neukirchen, 2.500 anime durante gran parte dell'anno, decisamente di più durante questo fine settimana! Il piccolo paese austriaco ci accoglie con decine di bandiere e stendardi Triumph, mentre le moto inglesi parcheggiate per la strada non si contano.
Il sabato purtroppo il meteo non è così favorevole come durante la giornata che abbiamo passato in viaggio, e nel pomeriggio, proprio quando ci apprestavamo a goderci lo spettacolo e le acrobazie di Kevin Carmichael, inizia a diluviare. Spettacolo rimandato.
In compenso, però siamo riusciti a goderci la Tridays Rumble, gara a eliminazione che si svolge in una cava di ghiaia fuori dal centro abitato. Qui tutto è permesso e le moto che si affrontano spaziano dalle Bonneville e Thruxton con le ruote artigliate, per arrivare alle Tiger in versione cross!
La via principale del paese è costellata di stand ed espositori che mettono in mostra la loro mercanzia, che in molti casi è rappresentata da special, naturalmente su base Triumph. Street, Speed e Bonnie dalle modifiche più o meno appariscenti fanno da contorno a una manifestazione dallo spirito decisamente positivo e divertente. Sempre le special sono le protagoniste del contest che premia la migliore special della manifestazione, che quest'anno è stata la Queen Elizabeth dell'italianissimo Mattia Foroni del Centro Moto Lodi.
La pioggia continua a scendere, ma pare non importare ai partecipanti alla sfilata, che incuranti delle secchiate d'acqua che scendono da un celo plumbeo, attraversano baldanzosi le vie del paese.
Fortunatamente verso sera le nubi smettono di scaricare acqua e lasciano spazio alle performance musicali dei gruppi che si alternano sul palco principale, e che allietano una folla che mette insieme i radunisti con i locali.
La Domenica mattina ci svegliamo pronti a partire per il viaggio di rientro, che questa volta prevede un tratto di autostrada da Merano a Milano.
Godo già del fatto che all'andata non ho potuto guidare la Trophy 1200, e che quindi mi spetta di diritto! E così è. Comoda e dotata di stereo, la Trophy è una signora gran turismo, e poi si guida davvero bene. A dispetto degli ingombri e del peso, l'ingombrante inglese è facile da guidare e i chilometri passano che neanche te ne accorgi.
Però se ne accorgono i miei compagni di viaggio, e in men che non si dica mi ritrovo in sella alla “mia” Tiger 800, che in fondo è sempre la preferita.
Foto di W. Meregalli
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