Troy Lee Designs: il Motocross incontra l'arte e diventa leggenda

Troy Lee Designs: il Motocross incontra l'arte e diventa leggenda
Iniziamo il nostro tour a stelle e strisce dal genio del design e dell'aerografo. Negli anni 80 Troy ha cambiato lo stile dei motocrossisti e oggi è una leggenda. Un vero artista che va pazzo per i colori. E per la moto, of course!
23 aprile 2015

Corona (California) - Dici Troy Lee e pensi al fantastico mondo del motocross californiano. Da qui vengono tutti i campioni che ci hanno fatto sognare a partire dagli anni 80 nel Supercross AMA. Ve li ricordate? Da ragazzini impazzivamo davanti ai loro completi colorati e ai loro caschi che erano autentiche opere d'arte. Magoo Chandler, Jeff Ward, Rick Johnson, Jeremy McGrath solo per citare i più famosi. Ma anche tantissimi velocisti del Motomondiale e della Formula Indy (Kocinski, Russel, Montoya e moltissimi altri ancora) sono passati da Corona pur di avere la grafica di Troy sul proprio casco.
Non potevamo che iniziare da qui il nostro tour americano. Siamo infatti volati negli States per raccontarvi le sfumature del motocross in questo Paese. Nei prossimi giorni vi descriveremo anche il lavoro fatto qui, in California, dal reparto corse della KTM. Lavoro che ha portato il costruttore europeo alla prima, storica vittoria del Supercross AMA Classe 450 con Ryan Dungey. Un trionfo incredibile che, insieme alla vittorie di Antonio Cairoli in MXGP, ha premiato l'entusiasmo e l'impegno del reparto guidato da Pit Beirer a Mattighofen.
Oggi partiamo da Troy. Il tributo è doveroso, Lee è stato ed è tutt'ora un artista innamorato della vita. Coordina un team di lavoro che crea 15 caschi ogni settimana, ha una linea di abbigliamento vendutissima in ogni parte del mondo (date un'occhiata anche sulle piste italiane e vedrete come i piloti più stilosi spesso vestono i suoi completi), personalizza auto sportive, ma anche biciclette, elicotteri e chitarre. Come se non bastasse, ha messo in piedi un team che corre nel Supercross e sta ottenendo risultati incredibili nella 250 West Coast. Con Cole Seely è fisso nella top ten della 450 e nella 250 ha progetti bellicosi di vittoria che gli hanno fatto conquistare le simpatie persino del Team KTM Factory USA che fornisce a Troy le moto ufficiali nella 250, ma presto anche in 450.

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Che Troy sia un personaggio unico lo dimostra anche la sua voglia di correre nel motocross a 50 anni suonati (e 4 bellissimi figli che lo aspettano a casa). Nel 2014 si è fracassato praticamente tutte le ossa a Glen  Helen, ma è già pronto per tornare in sella: " Il dottore dice che devo solo stare attento a non cadere più. Altrimenti sono guai". Detto in altre parole: non può più correre, ma lo farà lo stesso.
Il suo negozio a Corona è un parco giochi dove poter ammirare i giocattoli di Troy che spaziano dalle auto da corsa, ai modelli RC, alle bici. Le moto la fanno ovviamente da padrone e ci sono anche i cimeli del passato. Vale la pena passarci una mezza giornata a contemplare i caschi dei nostri beniamini americani, ma occhio alla carta di credito. Mischiati tra i cimeli ci sono infatti centinaia di capi nuovi di zecca ed è facile farsi prendere la mano (felpe e magliette sono semplicemente magnifiche).
Nel negozio si aprono ampie vetrate sul laboratorio dove lavorano i ragazzi di Troy Lee Designs. Qui è possibile vedere i vari step di lavorazione delle colorazioni, che partono dalla preparazione del casco, per arrivare alla stesura dei colori e alla rifinitura finale. Vengono realizzati 15 caschi ogni settimana, ma molto tempo è dedicato alla creazione della nuova linea di abbigliamento.
Da oltre 30 anni TLD (Troy Lee Designs) è il più celebre helmet-painter ed è diventato in pochi anni il produttore di felpe e t-shirt che spaccano sia nel mondo moto che in quello bici. Troy ci accoglie nel suo mondo col classico sorriso aperto dei californiani, che ti mettono a loro agio e abbattono subito ogni barriera con l'intelocutore.

L'interno del negozio a Corona. Vi consigliamo di passarci se andate in California
L'interno del negozio a Corona. Vi consigliamo di passarci se andate in California

Troy come hai iniziato a lavorare nel motocross?

"E' nato tutto quasi per caso e poi step by step, sono arrivato a quello che siamo ora. Nella mia famiglia mio nonno era appassionato di motori, mio padre invece era un artista. Quindi ho sempre vissuto in un ambiente che mi ha portato verso le moto e la pittura. All'inizio coloravo i miei caschi e le mie maglie per avere qualcosa di speciale, poi  gli amici con cui correvo mi hanno chiesto di fare i loro e, cosa più sorprendente, di firmare i caschi e di produrre adesivi col mio logo".

Che effetto ti ha fatto vedere il tuo nome sui caschi e poi sulle moto?

"Ero imbarazzato, mi sembrava una cosa così strana. Poi ho iniziato anche a curare le grafiche delle moto, come quella del mio amico Jeff Ward".

Hai colorato i caschi di tantissimi campioni. Con quale ti sei trovato meglio?

"Ero e sono amico di tutti i piloti. Ward e Johnson sono agli antipodi, ma io mi trovo bene con tutti. Amano il motocross come lo amo io, quindi è naturale che mi trovi bene con loro".

Mica male lavorare in un posto così, no? Qui da 30 anni Troy personalizza i caschi dei campioni USA
Mica male lavorare in un posto così, no? Qui da 30 anni Troy personalizza i caschi dei campioni USA

Frequenti ancora tantissimo i campi di gara nei weekend e lavori tutti i giorni qui, non sacrifichi il tempo alla famiglia?

"No, questa è la nostra vita. E' vero, lavoro qui tantissimo. Ma poi seguo le gare di bici, che negli USA stanno crescendo tantissimo. Il downhill è uno sport praticato da tantissimi giovani. Mi piace anche andare alle gare Nascar e a quelle di Supercross, dove corre il mio team. Ma per me è sempre una festa, rivedo gli amici, facciamo il classico barbecue e stiamo insieme alle nostre famiglie. Ho 4 bambini, con loro mi diverto un sacco a girare con le bici appena stacco dal lavoro".

Hai parlato di bici, un settore che in Europa cresce. Per te quanto conta?

"Ti dico solo che ha superato le moto. Abbiamo presentato il nostro nuovo casco da downhill e siamo molto soddisfatti. All'ultima gara in California c'erano oltre 700 ciclisti, è incredibile il successo delle mountain bike e del downhill. Ci sono parecchie aziende coinvolte, dai costruttori di bici a quelli di pneumatici e anche l'abbigliamento ha un ruolo primario. E' un settore vivo, in forte crescita".

Ancora oggi Lee si occupa del painting del casco di Rick Johnson. Il grande campione è un suo amico fraterno
Ancora oggi Lee si occupa del painting del casco di Rick Johnson. Il grande campione è un suo amico fraterno

Molti di noi ti consideravano un uomo Honda al 100%. Come si spiega il tuo cambio di casacca con la KTM? Solo pochi anni fa sarebbe stato impensabile.

"Hai ragione, non l'avrei detto nemmeno io. Con loro ho corso 11 anni e vinto molto in Supermoto. Ma mai dire mai. In KTM ho trovato dei ragazzi motivati come non mai, sia in Austria che qui in California. Lavorano come dei pazzi e con un entusiasmo incredibile. Soprattutto sono velocissimi nel prendere una decisione e nel realizzarla, mentre proprio a livello decisionale i giapponesi non sono così immediati. Con KTM lavoriamo con lo stesso obiettivo, vincere e mi trovo benissimo con loro. Abbiamo un programma concreto per vincere la 250 costa Ovest. Credo molto che l'avviamento elettrico sia un aiuto essenziale, per fare un esempio. Se l'avessimo avuto l'anno scorso sulla nostra Honda, avremmo vinto il campionato... Nei tre anni a venire lavoreremo con Roger De Coster per vincere anche nella 450, ma non posso dire molto di più. Vedrete coi vostri occhi!".

Sei leader negli USA, ma anche in Europa tanti ragazzi vanno pazzi per i tuoi completi. Quanto conta per te il Vecchio Continente?

"E' di fondamentale importanza! Vendiamo tantissimo in Europa grazie al nostro sito Internet e il riscontro è molto importante. Voglio sicuramente crescere sui vostri mercati. La MotoGP e la Formula 1 sono esempi da cui dobbiamo imparare tanto. Per questo siamo presenti, ad esempio col Team Rizla nel Motomondiale. Osservo i vostri orologi, la vostra arte, tutto! Vedere gli altri è sempre una fonte di ispirazione incredibile".

Il nostro Andrea Perfetti (sulla destra) insieme a Troy Lee, una leggenda della sua adolescenza
Il nostro Andrea Perfetti (sulla destra) insieme a Troy Lee, una leggenda della sua adolescenza

E dello stile di noi europei - in moto ovviamente - cosa ne pensi? Siamo fighi o siamo indietro rispetto a voi?

"Io guardo tantissimo cosa fate in Europa. L'Italia in particolare è un Paese che ha uno stile e un'eleganza uniche. Per me è esseniale trarre ispirazione da tutto ciò che vedo in giro. Sono attento ai trend, alle mode, mi piace viaggiare proprio per scoprire cosa accade anche lontano da qui".

Troy parliamo di sicurezza e lasciamo da parte lo stile. Ok essere fighi, ma in America come in Europa, i campioni si proteggono poco, pochissimo. Corrono in maglietta e danno un esempio osceno ai giovani, che puntualmente li imitano e si fanno male. Cosa ne pensi? E perché non fate qualcosa?

"Hai toccato una nota davvero dolente. Noi investiamo tanti soldi nel design, ma anche nella sicurezza. Ma poi i campioni fanno quello che vogliono. Ogni volta che un mio pilota cade, per me è uno spavento incredibile. Noi produciamo tutte le protezioni necessarie, ma i campioni fanno di testa loro. E - come sottolinei- la ricaduta sui giovani è drammatica. E non perché non vendiamo le protezioni, ma perché le conseguenze delle cadute sono drammatiche. Stiamo lavorando tantissimo per migliorare la sicurezza, non solo dei motociclisti. Il nostro impegno è anche quello di proteggere i piloti che corrono nella Indycar. Ai miei piloti faccio sottoscrivere nel contratto l'uso delle protezioni e investiamo tanto per proteggerli".

Facciamo un passo indietro. Personalizzi ancora i caschi?

"Lascio fare ai miei collaboratori. Però l'anno scorso sono caduto con la moto da cross e ho avuto parecchio tempo di riposo forzato in cui mi sono divertito a dipingere un po' di caschi. Diciamo che mi piace ancora colorare la mia vita, mettere passione e originalità in tutto. Abbiamo preso casa nuova e mi diverto a creare ambienti speciali, un po' come in questo negozio".

In tante cose gli americani fanno ancora la differenza: guardate con quale cura preparano gli abbinamenti cromatici moto/pilota del Supercross!
In tante cose gli americani fanno ancora la differenza: guardate con quale cura preparano gli abbinamenti cromatici moto/pilota del Supercross!

Prima di congedarci, Troy Lee ci mostra il suo incredibile caveau di memorabilia. Caschi, tute, pezzi in carbonio di preziose moto, poster d'epoca, giocattoli e parti d'auto da corsa. Tutto è catalogato con semplici scritte sui cartoni e ammassato in uno stanzino aerografato a cui si accede da una porta blindata. Per la cronaca: questo stanzino è ricavato dentro il bagno degli ospiti; se andate a trovare Troy, chiedete di usare il bagno. Mentre farete la pipì, sarete a pochi centimetri dalle pagine più belle del motocross di questo fantastico Paese.

Seguiteci, nei prossimi giorni vi parleremo delle piste americane di Perris e di Milestone, dove sfateremo molti luoghi comuni sul motocross americano; sarà poi la volta del team KTM Factory USA e della penultima tappa della stagione Supercross 2015 in New Jersey. Stay tuned!