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La Suzuki Hayabusa è un vero e proprio caposaldo della produzione mondiale: per quanto da noi abbia sofferto la normativa Euro 4 e abbia conosciuto dal 2017 al 2020 un periodo di assenza dai listini europei, negli Stati Uniti ha continuato a essere un modello apprezzato ed è uno dei mezzi più utilizzati nelle Drag Race dove le elaborazioni per tirare fuori potenze astronomiche si sprecano. Una Hayabusa è anche la base della moto con la quale Guy Martin ha in animo di superare le 300 miglia all'ora dopo aver già valicato i 430 km/h in un precedente record e simili esempi potrebbero invogliare qualcuno di noi a vedere cosa può succedere dando spago alla mai placata fame di cavalli e coppia che prende quando si ha la passione per le moto grandi, grosse e potenti.
Chi scrive premette di essere in palese conflitto di interessi perché succube di un richiamo della sovralimentazione che Hamelin scansati proprio, ma l'idea di sovralimentare la bella Supersport di Hamamatsu con uno dei kit proposti dall'inglese TTS Performance va ad alimentare quella forma di viscerale passione per la velocità e le gare di accelerazione dove si va alla ricerca di ogni cavallo possibile per limare il millesimo di secondo sui 400 metri; competizioni dove la risposta giusta per ottenere subito e in modo relativamente facile incrementi di potenza non trascurabili prende un nome solo: sovralimentazione.
A "soli" 5.600 euro (iva esclusa) la TTS Performance (azienda con sede a Silverstone e che annovera molte altre conversioni "supercharged" di altri modelli) realizza il kit che potrebbe scatenare nella vostra Hayabusa famelici appetiti per gli pneumatici posteriori: 360 cavalli è la potenza dichiarata per una trasformazione che prevede un compressore Rotrex C30-94 montato sul lato sinistro del motore e protetto da un carter lavorato al CNC, un intercooler, radiatore dell'olio e relativo serbatoio, una nuova pompa della benzina e tutto il necessario per montare a regola d'arte il kit. Gli aggiustamenti richiesti al motore per montare il supercharger sono pochissimi: una modifica agli iniettori secondari e una rimappatura della centralina (ma immaginiamo che una riduzione del rapporto di compressione si renda opportuna), e poi via a gas aperto seguendo il consiglio di TTS di allungare il forcellone e la rapportatura finale per evitare di mettersi la moto per cappello a ogni accelerazione.
Il kit, inoltre, è stato concepito per un uso stradale - dove possibile: non in Italia, dove una modifica del genere avrebbe bisogno di lunghe, complicate e costose procedure per poter essere ipoteticamente resa legale sulla propria moto e quindi è confinata all'uso in circuito - e si è guardato alla fruibilità della potenza che passa dai 190 cavalli della Haybusa 2021 di serie a un valore praticamente quasi doppio nel kit montato e messo a punto. Pazzesco! Sulla robustezza del motore quattro cilindri 1340 cc non c'è da dubitare, almeno in condizioni normali: è una vera icona di affidabilità e resistenza agli sforzi, ma saremmo comunque molto curiosi nel capire come variano gli intervalli e gli interventi di manutenzione quando la potenza supera quella di una MotoGP.
Se siete interessati, sappiate che dal momento dell'ordine passeranno circa otto settimane per far partire da Silverstone la spedizione con il kit che, nel caso foste in dubbio, è già disponibilie anche per le Suzuki Haybusa delle generazioni precedenti.
Foto: TTS