Le Isole Svalbard costituiscono un arcipelago inospitale, inadatto al turismo di massa. Ma rivelano una natura di straordinaria bellezza e un ecosistema incontaminato| Testo e foto di Luca Bracali
Si narra che attorno al XVI secolo due banditi inglesi furono catturati e sentenziati con la pena di morte. Ma il giudice, impietosito dalle continue suppliche, volle concedere loro un’ultima chance per riconquistare sia la vita che la libertà. Tre anni di reclusione alle isole Svalbard, “ospiti” di una stazione di caccia, fu il verdetto proposto della corte e che fu naturalmente accettato con estrema soddisfazione dai due uomini. Ma l’estate svanì in fretta e quando il gelido inverno attanagliò le coste e le interminabili notti artiche divennero il più inatteso dei tormenti, i due malfattori espressero al capitano della baleniera il loro ultimo desiderio:”riportateci in patria e che la forca ci accolga!”.
Situate circa a metà strada fra Capo Nord e il Polo Nord, le isole Svalbard sono quel piccolo arcipelago visibile nella punta più estrema delle carte geografiche, giusto in prossimità della calotta polare artica. Non è certo un luogo per il turismo di massa, anzi, al contrario, le Svalbard fanno parte di un ecosistema molto protetto e per questo il flusso dei visitatori è un po’ contingentato, limitato anche dalle infrastrutture stesse che, pur di primissimo livello, non abbondano certamente per numero.
In questo arcipelago di straordinaria bellezza vivono circa 2.500 abitanti e 3.000 orsi polari, i primi racchiusi essenzialmente nel capoluogo Longyearbyen, gli altri un po’ sparsi in giro per le isole. E pensate che proprio a Longyearbyen esiste la prima scuola elementare al mondo con barriera difensiva anti-orso!
Quaranta chilometri di strade e non certo asfaltate, un migliaio di auto e quasi il doppio di motoslitte, sono i numeri che animano la città principale, il cui tenore di vita è forse il più alto al mondo tanto che una colf può arrivare a guadagnare fino a 3.300 euro al mese!
Qui non esistono furti o rapine, e sia auto che case vengono lasciate aperte e con tanto di chiavi inserite. La prigione monocella serve a ben poco: a ospitare ogni tanto chi è un po’ troppo nervoso per quel goccetto in più…
Ma al di là di cifre da guinness e curiosità spicciole, Longyearbyen ha molto da offrire anche al visitatore più interessato e l’Airship Museum è senza dubbio una meta immancabile per gli appassionati delle esplorazioni artiche. Da Amundsen a Nobile, da Wellman a Ellsworth, in questo piccolo spazio progettato con estrema cura è racchiusa tutta la storia e le testimonianze spesso tragiche dei grandi conquistatori polari.
Altra unica risorsa di Longyearbyen è il Global Seed Vault, la banca mondiale del seme, un autentico scrigno della natura che contiene ben 400.000 semi di piante: in pratica tutto il “dna” verde del nostro pianeta. Peccato (o per fortuna…) però che in questa fortezza inespugnabile non si acceda tanto facilmente; ne sanno qualcosa due personaggi del calibro di Bill Gates e del principe di Norvegia che, nonostante i loro illustrissimi nomi, sono comunque restati fuori!
A Longyearbyen si mangia bene e si riposa in tutta tranquillità, ma per chi ha lo spirito dell’avventura e ama pure i motori, queste remotissime isole si adattano perfettamente alla loro indole. E si possono visitare sia in primavera che in estate. Sia durante i -25°C di marzo, quando il sole inizia a fare capolino dopo quattro mesi di buio totale, sia in agosto quando il termometro supera di poco lo zero.
E se fino ad oggi l’unico mezzo disponibile erano le motoslitte, che per ragioni di neve a fine maggio comunque non possono più circolare, da quest’anno a Longyearbyen si trovano anche i quad a noleggio.
Motorizzati 4 tempi con un propulsore da 800 cc. che sviluppa 71 cavalli, i Can-Am Outlander sono tutt’altro che agili mezzi da sterrato, capaci di farsi perdonare questa elefantiaca stazza solo per l’enorme coppia che tirano fuori al momento giusto. Una dote di non poco conto, fra i saliscendi delle miniere carbonifere o nello strappo finale del plateau di Nordenskjold. Solamente in inverno, e con la motoslitta, si può accedere alla grotta di ghiaccio, uno spettacolo della natura semplicemente sorprendente.
Con qualche ora a disposizione in più anche via terra si possono visitare due straordinari insediamenti carboniferi russi di queste isole: Barentsburg e Pyramiden, l’ultima una vera e propria ghost-town, il cui fascino sta racchiuso appunto nella loro spettralità sovietica.
Lasciando al porto i nostri atv il viaggio prosegue via nave per approdare prima a Isfjorden, per documentare assieme ad un gruppo di paleontologi norvegesi il ritrovamento di uno scheletro di plesiosauro e poi verso nord, per toccare la mitica Ny Alesund, il villaggio abitato più a nord del mondo situato a 78°55’ di latidune nord che, se in estate conta 200 residenti, in inverno scende a quota 30…
Ed è qui che nel 1926 il dirigibile Norge I, guidato dai comandanti Amudsen, Ellsworth e Nobile si librò nel cielo per compiere la prima rotta transpolare raggiungendo tre giorni dopo le coste dell’Alaska.
Testo e foto di Luca Bracali
COME E CON CHI
Isole Svalbard. Destinazione estrema, poco conosciuta, ma non per questo impossibile da raggiungere, visto che l’arcipelago delle Svalbard fa comunque parte della Norvegia ed offre ai visitatori ogni genere di comfort e necessità. Per maggiori informazioni si può contattare sia l’ufficio di Milano, la Innovasjon Norge - Ufficio Norvegese per il Turismo - ai seguenti recapiti, 02 85451450, [email protected] , www.visitnorway.it che la Svalbard Reiseliv +47 79025550, [email protected] , www.svalbard.net con sede a Longyearbyen. Per i collegamenti aerei due sono le compagnie di bandiera che collegano l’Italia alla Norvegia: la SAS www.flysas.it e la Norwegian www.norwegian.com anche se solo la prima dispone di voli diretti da Oslo fino a Longyearbyen.
IN QUAD
Per gli amanti dell’avventura motorizzata alle Svalbard i migliori recapiti su Longyearbyen sono due:
Svalbard Snoscooterutleie +47 790 24661, [email protected] , www.svalbard.net/scooterutleie l’unico che dispone di un parco atv e che noleggia ogni tipo di mezzo, motoslitta inclusa, anche senza guida.
Per disporre invece di una guida italiana referenziatissima la scelta non può che cadere su Stefano Poli, da quindici anni residente alle Svalbard, che in motoslitta offre ogni genere di escursione. Oltretutto è anche uno dei fondatori dell’Airship Museum.
Poli Arctici +47 79 02 17 05, (cell.) +47 91383467, [email protected] , www.poliarctici.com/italian
SUPPORTER
Per evitare brutte sorprese, specie in luoghi estremi e remoti come le isole Svalbard è bene prevedere l’impossibile. In questo viaggio, in sella al nostro Can-Am Outlander, abbiamo particolarmente apprezzato l’azione dei seguenti prodotti.
Bardahl XTF Fork Oil, un olio per forcelle con un alto indice di viscosità in grado di mantenere una estrema scorrevolezza anche alle basse temperature. Befast ha saputo farsi apprezzare per i suoi capi di abbigliamento intimo, come la maglia termica in dryarn, un tessuto che offre una fortissima capacità di isolamento e traspirazione, proteggendo il corpo dal freddo. Macota invece ci ha supportato con Magras, un grasso spray sintetico ideale per la catena di trasmissione e i mozzi ruota, protettivo anche sui contatti elettrici.
Di Ufo Plast abbiamo impiegato oltre ai guanti Mx-Carbon l’immancabile pettorina Pro-Ergo, leggerissima e protettiva, facilmente indossabile anche sotto la giacca. Columbia, partner nell’abbigliamento outdoor, ci ha fornito calze, pantaloni, felpe, pile, guanti e giubbotti, realizzati in tessuti tecnici protettivi alle basse temperature, ma caratterizzati da un elevato coefficiente di traspirabilità.
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