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I fatti, come pubblicati dalla stampa locale sarda. Il titolare di un’officina di Sant’Antioco è finito nel mirino degli agenti della Polizia Stradale di Carbonia dopo le denunce e le segnalazioni di alcuni automobilisti che avevano riscontrato anomalie sui documenti dei loro mezzi. Quando gli agenti hanno effettuato un'ispezione nell'officina hanno colto in flagranza il titolare.
Dai successivi accertamenti è emerso che il soggetto “...ha proceduto alla revisione di oltre 2.700 veicoli, pur non essendo in possesso della qualifica di responsabile tecnico. Il nominativo del responsabile tecnico 'figurato', che compare sui certificati di revisione, appartiene a una persona che non lavora presso l'azienda dal 2022”. Gravissimo. L’uomo è stato denunciato per falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico, i locali e la documentazione sono stati sequestrati e adesso oltre 2.700 revisioni dovranno essere rifatte. La Motorizzazione sta contattando gli automobilisti interessati per sanare la loro posizione.
Immaginiamo che, come è accaduto pochi giorni fa per le patenti comprate, anche qui compariranno commenti del tipo: avete scoperto l’acqua calda, si fa così anche altrove, è un fenomeno annoso e via così.
Invece crediamo che anche su questi temi, benché non siano nuovi e quindi non sorprendano, occorra informare e sdegnarsi come se fossero inediti. E pericoloso abituarsi ai peggiori costumi del Belpaese, alle truffe, alle soluzioni furbesche e illegali.
Certo, non basta lo sdegno. La fase successiva è quella di ricordare che ci sono ministeri responsabili. Non ha alcun senso parlare di sicurezza stradale, di rispetto delle regole, di educazione stradale se poi possono circolare in Italia migliaia di mezzi irregolari e di patenti comprate. Urgono controlli capillari e seri. E su questo punto insisteremo sempre.