Unione Europea: i preparativi a un dialogo sul futuro dell'industria automobilistica

In un momento di profonde trasformazioni legate alla transizione energetica e alla crescente competizione globale, l'industria europea automobilistica (e la poca motociclistica rimasta), si trova a dover affrontare una serie di sfide complesse. Il controverso obbligo di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 sta spingendo le case automobilistiche verso una rapida elettrificazione dei loro prodotti e la crescente competizione da parte dei produttori cinesi (che beneficiano di ingenti sussidi governativi) rappresenta una minaccia significativa per le aziende europee. In più, la crisi dei semiconduttori e le tensioni geopolitiche hanno messo in luce la fragilità delle catene di approvvigionamento globali, con ripercussioni difficili da controllare.

Ecco, quindi, che le case automobilistiche europee chiedono all'Unione Europea un maggiore sostegno per affrontare queste sfide. In particolare, le aziende chiedono maggiore flessibilità con la possibilità di adottare soluzioni tecnologiche diverse, oltre alla sola elettrificazione, per ridurre le emissioni; chiedono una protezione dalla concorrenza sleale ovvero misure per contrastare i sussidi governativi che distorcono la concorrenza a livello globale. Ed infine chiedono incentivi per la domanda ovvero misure per stimolare la domanda di veicoli elettrici e a basse emissioni.

Non manca molto, il dialogo strategico che si aprirà a fine mese sarà un'occasione importante per definire le politiche industriali dell'Unione Europea per i prossimi anni. Le decisioni che verranno prese avranno un impatto significativo sul futuro dell'industria automobilistica europea e sull'occupazione nel settore. Positivi o disfattisti? Speriamo bene...