L’Ural Sidecar club all'Elefantentreffen 2014. Il racconto di un'impresa

 L’Ural Sidecar club all'Elefantentreffen 2014. Il racconto di un'impresa
Poca, pochissima neve. E' l'unico rammarico dell'ennesima stupenda esperienza che ha portato l'Ural Sidecar Club all'Elefantentreffen. Il loro racconto per immagini
4 febbraio 2014


Giusto per non smentirci, anche la sera prima della partenza, l’Ural Sidecar club inizia i festeggiamenti. La mattina alle 6.00, come quando da bambino si tirava su il cavalletto della bicicletta e si mimava la messa in moto a pedale della moto, si parte. Da questo momento in poi si azzerano tutti i problemi della quotidianità e si inizia una nuova avventura. Lecco, Colico, Chiavenna e quindi tutta l’Engadina fino ad arrivare al Landeck, in Austria. Da qui, facendo il Fern Pass, arriviamo a Garmisch da dove parte l’ Alpenstrasse. Da qui in poi solo panorami spettacolari, su una strada completamente ghiacciata, costeggiando un torrente, che ci porta fino a una Zimmer sperduta nella neve dove pranzeremo in una sala prestataci dal titolare dando inizio alle scorte della nostra personale cambusa. L’ennesima serata in buona compagnia.

Arriviamo al raduno dove ad accoglierci purtroppo neanche un po’ di neve

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Il giorno dopo, continuando sempre in questi panorami fiabeschi, arriviamo al raduno dove ad accoglierci purtroppo neanche un po’ di neve, iscrizione notturna, passeggiata con vin brulè, e poi tutti a nanna. Il sabato inizia con la preparazione del campo per accogliere gli amici del club. Anche questa giornata passa con goliardiche battute e gozzovigliando.

La domenica purtroppo segna la fine, per noi, del raduno e l’inizio del ritorno. Giornata di viaggio normale, sempre passando dall’Engadina, fino a Saint Moritz dove una nevicata inaspettata e purtroppo in ritardo, ci accompagna per qualche chilometro e man mano che si scende si trasforma in acqua.

Anche quest’anno il bel tempo non ci ha dato modo di apprezzare fino in fondo questo fantastico raduno. Speriamo l’anno prossimo.



Andrea Rossi Lanzoni

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