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Dopo la crisi del 2009 il mercato americano delle due ruote motorizzate non si è mai completamente ripreso. In particolare il colpo più duro, fatale per molti, lo hanno subìto i negozi e le concessionarie, che qui chiamano "dealer". La conseguenza immediata è stato il lento ma inesorabile declino di quella che un tempo era la fiera di riferimento per il settore, ovvero il Dealer Expo di Indianapolis. Si teneva ogni anno in Febbraio e centinaia di dealer confluivano nella capitale dell'Indiana per vedere i nuovi prodotti e firmare i contratti d'acquisto per la stagione in arrivo. Ma la crisi non solo ha ridotto il numero di dealer americani in modo drastico, ha anche limitato le risorse a disposizione dei sopravvissuti per così dire, che improvvisamente hanno deciso che non era più tempo di spendere per andare in giro a fiere e convention. E in tre anni il Dealer Expo è affondato.
È qui che entra in gioco l'AIMExpo di Orlando, frutto di un vecchio progetto/sogno nato nella testa di Larry Little e realizzato solo dopo quasi 30 anni, ovvero quando il momento giusto si è finalmente presentato. La prima edizione è andata in scena nell'ottobre del 2013, e ci sono grandi aspettative per l'edizione 2014, che si terrà sempre ad Orlando in Florida, dal 16 al 19 ottobre.
Ho avuto modo di fare due chicchere con Larry lo scorso weekend, durante un importante evento che si è tenuto a Dallas.
Prima di tutto due parole su di te, chi è Larry Little?
«È una lunga storia... il mio primo lavoro nel settore è stato vendere spazi pubblicitari per il settimanale Cycle News alla fine degli Anni Settanta. Da lì sono passato al mensile Cycle World nel 1981 e ci sono rimasto fino alla fine del 2010, ricoprendo l'incarico di direttore responsabile sin dal 1990. Appena ho finito con Cycle World mi sono messo a lavorare sul progetto AIMExpo».
Quale è stata la scintilla? Da dove nasce il progetto?
«È una storia molto interessante. Subito dopo essere diventato direttore di Cycle World, nel 1990, ho avuto l'occasione di visitare l'EICMA di Milano per la prima volta. Ne avevo sempre sentito parlare, ovviamente, ma non avevo mai avuto l'opportunità di andarci di persona. Ci sono andato nei panni sia di appassionato che di operatore del settore, e l'esperienza fu una totale rivelazione. L'energia, l'entusiasmo, vedere tutti i nuovi prodotti presentati dai vari costruttori nell'arco di poche ore e poi, un paio di giorni dopo, vedere il pubblico avere accesso immediato alle medesime novità... Un'esperienza fantastica, un concetto che qui negli USA non avevamo mai visto. Tornato a casa chiamai subito Mike Webster di Advanstar, che al tempo era il direttore del Dealer Expo e della serie IMS (International Motorcycle Shows - 12 show regionali aperti al pubblico) e gli dissi che dovevamo assolutamente realizzare qualcosa di simile negli USA. A quel tempo però era impossibile, in quanto le Case non sarebbero mai confluite sotto un unico tetto per contendersi la luce della ribalta. I costruttori erano abituati a presentare i nuovi modelli nel corso delle rispettive convention, organizzate in privato e riservate unicamente alle proprie concessionarie. Quindi, per esempio, Honda presentava i modelli nuovi a Las Vegas, mentre la settimana dopo Suzuki avrebbe presentato la linea a New Orleans e Yamaha a Orlando, tanto per fare un esempio».
Quando ero direttore di Cycle World una delle cose che più mi faceva impazzire era vedere che gli articoli più letti sul nostro sito erano quelli relativi al lancio delle nuove moto al Salone di Milano
Che cosa è cambiato?
«Il fattore determinante è stata la crisi economica, che ha portato ad enormi tagli nei budget di tutte le Case. Quindi quando lasciai Cycle World iniziai a lavorare subito sul progetto AIMExpo, perché la nuova situazione generale non solo avrebbe favorito un cambiamento, ma le Case stesse avrebbero adesso gradito il fatto di poter avere tutti i dealer concentrati in un'unica location per un adeguato periodo di tempo. E i dealer stessi adesso avrebbero avuto l'occasione di vedere non solo le nuove moto ma anche tutti i prodotti che gli accessoristi proponevano. Tornai in contatto con Mike Webster, che nel 2005 aveva lasciato Advanstar e lavorava adesso per un gruppo leader nel settore casa e giardino. Proprio in quel momento Marketplace Events, questo il nome del gruppo, stava guardandosi attorno per espandere il proprio portafoglio prodotti, e Mike mi chiamò per vedere se avevo voglia di rimettere in piedi quel vecchio progetto nel settore delle moto. Era un circolo che si chiudeva dopo 20 anni, ovvero dopo quella mia prima chiamata al rientro da Milano».
Qual'è la tua posizione in AIMExpo?
«Il gruppo fino all'anno scorso non ha mai avuto eventi trade, ma solo fiere dedicate ai consumatori. È stata creata quindi una sezione "Motorsports" della quale Mike è il presidente, e io sono vicepresidente, oltre a general manager del settore moto».
Ci sono altri progetti nel cassetto?
«Per ora AIMExpo è l'unico prodotto a portafoglio, ma non ti nascondo che dopo il positivo debutto dell'anno scorso l'industria chi ha chiesto altre iniziative, possibilmente una serie di eventi dedicati ai consumatori».
Qual è stata la chiave del successo immediato di AIMExpo?
«Sicuramente l'aver creato per la prima volta negli Stati Uniti una piattaforma per il lancio di prodotti dedicata alla stampa, qualcosa che prima non si era mai visto. Quello che dico sempre a tutti è che quando ero direttore di Cycle World una delle cose che più mi faceva impazzire era vedere che gli articoli più letti sul nostro sito erano quelli relativi al lancio delle nuove moto al Salone di Milano. Non potevo accettare che il pubblico americano dovesse rivolgersi all'estero per vedere le novità del settore, o scoprire poi cosa sarebbe arrivato da questa parte dell'oceano. Una cosa incredibile se si considerano le dimensioni del mercato americano, dove ad esempio Ducati vende il doppio delle moto di quante ne venda in Italia».
Quindi l'interazione con la stampa è il fattore che rende AIMExpo unica.
«Si: sapevamo che c'era l'opportunità di attirare le Case e ovviamente c'era spazio per un evento di grandi dimensioni riservato al pubblico, ma il coinvolgimento della stampa è stato davvero il passo in più. Oppure la "terza gamba dello sgabello" come mi piace definirla».
La prima AIMExpo è storia: qual'è il bilancio e quali sono le aspettative per la seconda edizione?
«È relativamente semplice adesso guardarsi indietro e fare bilanci, ma ti assicuro che il lancio della prima edizione è stata un'impresa titanica. Avremmo voluto avere più pubblico nelle giornate dedicate, e certamente il numero degli espositori può e deve crescere, ma posso tranquillamente affermare che il componente "stampa" è stato molto forte ed abbiamo centrato il bersaglio in pieno. In un certo senso la conferma di quanto abbiamo fatto bene nella prima edizione arriverà dai risultati della seconda. Quest'anno avremo Yamaha che lancerà ad AIMExpo alcuni modelli in anteprima mondiale con un live streaming in diretta globale, ed avremo altre Case che lanceranno modelli in anteprima mondiale, ma non posso ancora rivelare i dettagli. Un altro indicatore del successo della prima edizione sta nel fatto che ad oggi abbiamo già superato il numero di espositori registrati e lo spazio espositivo è cresciuto del 50% rispetto al 2013. Personalmente so che la prima edizione è stata un successo perché quando alle 5 dell'ultimo giorno abbiamo annunciato che lo show era ufficialmente concluso tutti gli operatori e gli espositori si sono messi ad applaudire: il settore aveva disperatamente bisogno di un evento come AIMExpo per dare una spinta a tutto il mercato e il supporto dell'industria è stato immediato».
Per un attimo dimentica la tua posizione e mettiti nei panni di un espositore: saresti soddisfatto di quello che AIMExpo ha fatto per te?
«Credo che lo show abbia certamente soddisfatto in termini di organizzazione, design degli spazi, distribuzione degli stand e aspetto generale: pulito, elegante e tecnologicamente avanzato. Il pubblico ha apprezzato e si è divertito, sfruttando anche le attività nell'area esterna, come i test delle moto e il circuito per gli ATV. Ripeto, sarebbe stato magnifico avere più espositore e più pubblico già dalla prima edizione, ma stiamo lavorando in modo diligente per ottenere questi risultati durante la prossima edizione, e tutti gli indicatori dicono che il traguardo sarà tranquillamente raggiunto. Volevamo poi donare nuova energia al settore, che per anni ha subìto gli effetti pesanti della crisi, e devo dire che ci siamo riusciti. Circa il 20% dei dealer che sono venuti ad Orlando lo scorso anno avevano le famiglie con loro, e mogli e figli hanno avuto l'opportunità di andare a visitare i parchi come Disney World e Universal Studios mentre i mariti lavoravano in fiera. Non solo il pubblico ha avuto modo di vedere le nuove moto e i nuovi prodotti sotto un unico tetto senza dover aspettare una fiera locale a fine inverno, ma hanno anche avuto occasione di testarle nell'area esterna. Cosa che gli stessi dealer hanno potuto fare nei giorni a loro dedicati. Quindi oltre al lavoro AIMExpo è stata l'occasione anche per divertirsi e ritrovare un po' di quelle energie che il settore ha dovuto consumare negli ultimi, difficili anni».
Pietro Ambrosioni