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Con la fine del BMW MOA Rally e arrivato anche il momento di riattraversare il continente americano per tornare a casa mia ad Atlanta. Per il ritorno abbiamo scelto, ovviamente, una strada diversa, che ci ha portato aviaggiare verso Sud lungo la meravigliosa costa dell'Oregon fino a sconfinare in California prima di buttarci ad Est. Con il calendario che segnava 17 giorni "on the road" abbiamo affrontato la prima tratta, da Salem fino alla piccola perla di Bandon, OR un porticciolo turistico affacciato sul Pacifico. La vista, lungo tutto il tratto costiero, è semplicemente magnifica e c'è solo l'imbarazzo della scelta per dove fermarsi a scattare un milione di foto incredibili. A parte una fastidiosa serie di nuvole basse e una brezza marina che ha abbassato la temperatura fino a 14˚C in pieno agosto, ci siamo goduti la vista di innumerevoli faraglioni e scogli, spiagge infinite e selvagge, dune di sabbia - con tanto di zona riservata alla pratica del fuoristrada - e, udite, udite... le balene!
Queste ultime le abbiamo avvistate alla maniera di noi italiani, ovvero risparmiando sul biglietto del battello turistico ed appostandoci invece sul promontorio più alto che sovrastava la zona dove tutte le barche convergevano. A posteriori devo dire che sono contento della scelta fatta: le foto non sono granché ma la vista era magnifica e soprattutto non siamo andati ad aumentare la massa di turisti che disturbano i cetacei, che vengono qui per riprodursi. Visto il triste spettacolo dall'alto è davvero un mistero come le numerose associazioni animaliste (molto presenti nel Nordovest americano) non facciano nulla per limitare perlomeno la distanza tra le povere balene e i battelli molestatori! Si vede che anche da queste parti la coscienza passa dal portafoglio e il business dell'avvistamento sembra decisamente fiorente.
Una volta fatto il nostro avvistamento ci siamo fatti un altro po' di strada prima di fermarci per pranzo, dove abbiamo divorato una montagna di ostriche comprate da un baraccone lungo la highway 101. In quel momento non lo sapevamo ancora, ma avremmo nei giorni successivi pagato cara la nostra ingordigia con alcune "sedute" extra sulla tavoletta del water.
Con la pancia piena - fin troppo - ci siamo rimessi in sella per macinare quante più miglia possibile prima di sera. La meritata sosta, come detto, è arrivata a Bandon, con le mani congelate e i denti che battevano per il freddo pungente arrivato dopo il tramonto. Per fortuna abbiamo scovato quasi subito un magnifico Bed & Breakfast tutto in legno affacciato sul mare (ci hanno dato pure la suite col balcone al piano alto), e per cena ci siamo riscaldati con un "cioppino" ovvero la versione locale e deliziosa del nostro cacciucco (zuppa di pesce).
Il giorno dopo, con le temperature ancora fastidiosamente attestate sui 12˚C, abbiamo percorso l'ultimo tratto di costa dell'Oregon per poi entrare in California. Da qui abbiamo proseguito a sud ancora per diverse miglia, inoltrandoci a tratti nelle immense foreste di redwood, conifere altissime e dal fusto particolarmente dritto, tanto da essere state il legname preferito per gli alberi delle grandi navi a vela dei secoli passati. Passare tra questi tronchi immensi e fittissimi fa una certa impressione, sembra di trovarsi in un antico tempio le cui colonne in legno sono state dipinte in rosso mattone.
Una volta giunti a McKinleyville, CA è arrivato il momento di salutare il Pacifico e di puntare finalmente ad Est. La strada l'abbiamo scelta con Sandro basandoci semplicemente su quanto tortuosa apparisse sulla mappa. E la California Route 299 non ha deluso! Dopo aver abbandonato rapidamente le basse temperature della costa ci siamo ritrovati a toccare i 105˚F ovvero quasi 41˚C (per uno sbalzo da record di 30˚C in meno di un'ora). La strada, Trinity Scenic Byway, prende il nome da una delle due foreste che attraversa, ovvero la Trinity National Forest. L'altra è la Six Rivers, che come dice il nome è tagliata da 6 diversi fiumi. Uno di questi la affianca fino a quando la CA 299 va a congiungersi alla Interstate I-5 a Redding.
A livello di guida questa è una delle più belle strade che abbia mai percorso in moto: zero traffico, 200Km di curvoni incredibili perfettamente raccordati e un asfalto che seppur un po' segnato, tiene alla grande. Sia la Beemer che la Valorosa hanno dato il meglio di se', e abbiamo letteralmente consumato le gomme fino al cerchio. Sulla PC ho persino grattato le pedane e preso un bello spavento quando il cavalletto ha picchiato sotto all'uscita di un avvallamento nell'asfalto e mi ha fatto fare un drittone da paura. Meno male che non arrivava nessuno...
Altro colpo al cuore, è arrivato quando un cervo suicida mi è saltato davanti. Io me ne sono accorto a malapena perché era davvero troppo vicino per "registrarlo" ma in qualche modo l'ho evitato. Sandro invece si è preso un accidente perché si è visto tutta la scena da dietro!
Prima di arrivare a valle ci siamo fermati a mettere i piedi nell'acqua gelata del fiume, una vera goduria visto il caldo secco e allucinate di questa zona. Percorrendo il sentierino in discesa abbiamo visto un a piccola tenda con una moto parcheggiata di fianco e subito dopo abbiamo incontrato un vecchio hippie che lavava le pentole al fiume. Ma la sorpresa più grossa è arrivata quando Sandro si è accorto che le pietrine luccicanti sul fondale non erano vetro ma pagliuzze d'oro. Il vecchio hippie non stava lavando le pentole ma setacciava la sabbia in cerca del prezioso metallo!
Quando finalmente siamo arrivati a Redding eravamo distrutti e disidaratati ma la CA Route 299 rimarrà sempre uno dei migliori ricordi del nostro C2C2C.
Pietro Ambrosioni