USA: Parola d'ordine, Kansas City

USA: Parola d'ordine, Kansas City
Da St. Louis siamo andati a visitare il parco del Gateway Arch e dopo aver capito che non "era aria" ci siamo diretti verso Kansas City. Sosta obbligatoria nella città fantasma Sweet Springs prima di raggiungere Kansas City
26 febbraio 2014

Dopo aver saggiamente deciso di non girovagare troppo per St. Louis la sera prima (la città del Missouri è purtroppo tra le più pericolose in America) la mattina successiva siamo andati a visitare il parco del Gateway Arch. La costruzione, adagiata sulla sponda ovest del fiume Mississippi, è il simbolo della città e rappresenta il punto di congiunzione tra l'Est degli USA ed il grande Ovest, il West. Il grande arco fu concepito nel 1933, disegnato e progettato nel 1947 ma costruito solo tra il 1963 ed il 1965, come tributo all'espansione ad Ovest. È in acciaio inossidabile e rappresenta il monumento più alto degli USA e l'arco più alto del mondo (192 mt). Pretty impressive.


Dopo aver scattato qualche foto all'arco, ci siamo avventurati per una paio di miglia lungo la zona industriale del vecchio porto fluviale. Ci siamo giusto fermati un attimo per fare due foto ad effetto, dopodiché è bastato uno sguardo attorno per capire che non "era aria" e ci siamo rimessi in autostrada. Parola d'ordine: Kansas City, 450 Km ad ovest, tutti dritti, dico DRITTI, con un caldo umido da abbattere un elefante indiano. E il peggio doveva ancora arrivare, solo che per fortuna non lo sapevamo... Vi risparmio la descrizione della noiosa tappa di trasferimento, salvo la breve sosta per mostrare a Sandro la ridente Sweet Springs, Missouri. Questo piccolo villaggio ha lasciato in me un segno indelebile nel 2012 quando il BMW MOA Rally si è tenuto a poche miglia qui. Ricordo che un pomeriggio cercavamo un posto dove bere qualcosa e salvarci dalla canicola pomeridiana e siamo usciti proprio all'uscita di Sweet Springs sulla Interstate 40. Non c'era in giro nessuno, e l'unico locale aperto era di proprietà di una coppia di mezza età, che aveva deciso di aprire un bar dietro suggerimento dei loro pochi amici e conoscenti, in modo da avere almeno un punto di ritrovo.


Mi ricorderò per sempre che la signora mi disse, quasi scherzando: "Se consideri che ormai qui vivono meno di 200 persone e che nel cimitero ci sono 217 tombe, a Sweet Springs ci sono più morti che vivi". Questo piccolo paesello è una città fantasma, svuotata dall'avvento delle enormi mietitrebbie computerizzate, che hanno eliminato la necessita di manodopera nel business del grano, unica risorsa locale.

Sweet Springs, MO
Sweet Springs, MO
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In poche parole non fatevi illudere dal cartello "Welcome to Sweet Springs, MO - population 19.000"... ormai anche la locar sala da biliardo è crollata ed è una discarica in piena Main Street. Dopo aver rabbrividito al pensiero di quello che Sweet Springs rappresenta, ci siamo rimessi in sella e abbiamo raggiunto Kansas City. La città, a dispetto del nome, si trova ancora in Missouri, proprio sul confine del Kansas. In realtà ci sono due Kansas City (confusi? Lo eravamo anche noi!), una in Missouri e una in Kansas. Quest'ultima, situata al di la dal fiume Missouri - che fa da confine - è un po' tutta sgarruppata e abitata prevalentemente da ispanici. Quella in Missouri, invece, è quella "giusta", dove ha mosso i primi passi musicali Charlie Parker, il re del Be Bop Jazz, e dove sono nati personaggi come Walt Disney, il presidente Harry Truman, i musicisti Count Basie, Pat Metheney, Pete Johnson e Big Joe Turner, le attici Joan Crawford, Ginger Rogers e Jean Harlow, l'aviatrice Amelia Earhart e lo scrittore Ernest Hemingway.


In centro, tra locali di musica e ristoranti etnici, ci sono anche una serie di murales che tributano un omaggio ai figli famosi di KC. Purtroppo noi ci siamo passati un lunedì sera per cui non è che ce la siamo potuta godere molto, dato che era quasi tutto chiuso. Di sicuro ci siamo però goduti la stanza dell'albergo/casinò affacciata sul fiume, dove abbiamo strappato una tariffa da ostello della gioventù grazie al fatto che dopo i weekend di bagordi questi posti sono quasi sempre deserti. Visto che non possono chiudere, danno via le stanze a prezzi stracciati e ti regalano anche un credito di $25 (se non ricordo male) per attirarti alla roulette o ai tavoli del blackjack. No, thanks!


Pietro Ambrosioni

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