USA, il take away si scopre in moto

USA, il take away si scopre in moto
Viaggiare in moto alla ricerca di nuovi paesaggi da sempre riempie il cuore, ma il cibo è quello che ci rende più felici dopo un viaggio. E in America è possibile trovare qualsiasi specialità, locale, si voglia assaggiare | P. Ambrosioni
17 gennaio 2014


Negli anni la moto per me è stata molte cose: da mezzo per andare a scuola a "ferro" per fare colpo sulle ragazze, da cavallo da corsa per fare motocross (poco e male) a esploratrice per fare enduro nei boschi del Nord Italia. Ho avuto anche delle bombardone per smanettare in autostrada e degli scooter per muovermi in città. Con le mie moto, anche le più scomode come il TT350 o l'Arizona Rally RC 250, ho sempre anche viaggiato in lungo e in largo, anche se la prima vera nave da turismo tutta mia (e non prestata) l'ho comprata l'anno scorso qui ad Atlanta: una vecchia ma quasi perfetta Honda Pacific Coast 800 con pochissimi chilometri.


Per me la moto è da sempre sinonimo di viaggio e avventura, alla ricerca di nuovi orizzonti, nuove culture e nuovi cibi. Si, il cibo è una componente fondamentale dei miei viaggi, e di questo vi voglio parlare oggi. Molti credono che la roba da mangiare in America sia sempre la stessa: ti siedi a un tavolino unto del fast food di turno e ti ingozzi di hamburger, patatine fritte e coca cola (rutto libero - siamo o non siamo motociclisti?). Un concetto che è piuttosto accurato per quanto riguarda le grandi città e le periferie, ma che viene smantellato in fretta appena ci si allontana dalle direttrici principali. Un fatto che ho appurato di persona proprio grazie alla moto, che mi ha portato in posti dove non mi sarei nemmeno sognato di passare in macchina.

E' possibile trovare nelle città ogni tipo di piatto "etnico"
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Ogni stato americano, o perlomeno ogni macroregione, ha il suo cibo particolare e diverso da tutti gli altri. Roba tipica, locale, dettata da antiche influenze di popolazioni "straniere" immigrate in massa in determinate zone, oppure dalla conformazione del territorio e delle sue risorse. Nelle grandi città si trova ogni tipo di piatto "etnico": dal cinese all'etiope, dal giapponese al brasiliano, messicano, indiano, mongolo, pizza, tapas e via dicendo. Ma fuori dalle aree urbane, per fortuna, le sorprese sono tante e spesso molto piacevoli. In Idaho ho mangiato cibo basco. Intendo tipico cibo della regione dei Paesi Baschi in Spagna: Bilbao, Santander, ecc. A Boise, la capitale, c'è un intero quartiere basco, pieno di ristoranti e musei.


In Pennsylvania ci sono un monte di ristoranti tedeschi che sembra di essere in Baviera, dove ti mangi lo stinco e bevi una weizen come se fosse la cosa più naturale del mondo. In Louisiana gli anni passati sotto la corona di Francia hanno lasciato tantissimi ottimi ricordi culinari, e in centro a New Orleans non è raro fare colazione con beignet e café au lait. Poi ovviamente ci sono i piatti creoli come la zuppa gumbo o il riso jambalaya. Nella zona costiera che attraversa Alabama, Mississippi, Louisiana e Texas si mangia anche il crawfish (un gambero di palude bollito in brodo piccante con patate e granturco), e ci sono ottime ostriche. Le migliori però le ho trovate a Seattle e nella zona di Cape Cod, sotto Boston.

 

Mi piace ancora fermarmi nelle roadhouse a bordo strada, disperse nel nulla e mangiarmi un bisteccone alto due dita oppure un panino con il pulled pork


Tutto il Texas, il New Mexico, l'Arizona e la California sono pesantemente influenzati dalla cucina messicana, mentre a Miami ci sono ristoranti e baretti cubani ad ogni angolo della strada. Sempre in California, Oregon e stato di Washington, grazie all'enorme influsso di migranti da Cina e Giappone, si trovano eccellenti ristorantini di wok e sushi dappertutto. Nonostante tutta questa comprovata varietà, mi piace ancora fermarmi nelle roadhouse a bordo strada, disperse nel nulla e mangiarmi un bisteccone alto due dita oppure un panino con il pulled pork (maiale cotto in salsa BBQ e sfilacciato). Non sarà la roba più sana del mondo, ma sprizza "on the road" da tutti i pori!


Pietro Ambrosioni

www.ambrosioni.com

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