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E’ di ieri l’annuncio da parte dell’AMA (American Motorcycling Association) di importanti novità nei campionati velocità – tutti ormai basati su derivate di serie, essendo sparite ormai da tempo le GP e qualunque moto non legata alla produzione – che arriveranno nel 2014. L’unica categoria che resterà di fatto immutata è la Pro Superbike, del resto rivoluzionata qualche anno fa in mezzo a forti polemiche verso un regolamento molto simile a quello delle EVO mondiali. L’allontanamento dei team ufficiali delle Case ha creato un ecosistema valido ed interessante, con tanti team e tante marche rappresentate.
Potete farvi un’idea della situazione attraverso gli highlights dell’ultima Daytona 200 nel video che vi proponiamo a seguire. L’ormai classica gara sul catino della Florida aprirà anche quest’anno la serie AMA il 15 marzo, anche se il calendario è ancora da definire ufficialmente con sole quattro prove (Daytona appunto, poi Road America, Mid-Ohio e New Jersey Motorsports Park) confermate al momento in cui scriviamo.
Quello che mancava era un percorso di approccio alla massima categoria. La soluzione, secondo l’AMA, sta nella valorizzazione della classe di supporto, la Pro Supersport. Il processo di arricchimento della SS parte intanto dall’unificazione del campionato, fino ad oggi separato come per il Supercross 250, nelle divisioni Est ed Ovest: l’edizione 2014 sarà sicuramente un po’ più costosa per via di trasferte su scala nazionale – e negli USA significa fare tanti chilometri – ma sicuramente più selettiva e prestigiosa.
Per rinfoltire la griglia, infine, l’AMA ha deciso di aggregare alla Supersport l’attuale AMA Daytona Sportbike – una categoria che accetta moto di cilindrate diversissime (da 600 a 1125 cc) con preparazione curiosamente limitata a livello prestazionale: le moto (Aprilia RSV1000R/RSV1000R Factory, Buell 1125R, Ducati 848, Honda CBR600RR/CBR600RR ABS, Kawasaki ZX-6R, KTM 990 Super Duke, Suzuki GSX-R600, Triumph Daytona 675/675R, Yamaha YZF-R6) non possono accelerare da 0 a 100 in meno di 3”, superare le 170 miglia orarie (273,58 km/h) di velocità massima né coprire il quarto di miglio in meno di 10”.
Il progetto dovrebbe avere ulteriore seguito attraverso la creazione di una nuova categoria d’accesso riservata “a moto di piccola cilindrata attualmente molto richieste nei concessionari nordamericani”. Non sappiamo di preciso a cosa si riferisca l’AMA, ma non è difficile pensare a modelli come la KTM RC390 e proposte su questa falsariga, magari accettando anche le 300 delle Case giapponesi e definendo un regolamento tecnico capace di equilibrare la situazione.
Confermata, infine, anche la serie riservata alle Harley-Davidson XR1200 sponsorizzata dal colosso statunitense dell’aftermarket Vance & Hines.