Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Il mercato motociclistico cinese rappresenta un quarto di quello mondiale: una "due ruote" motorizzata su quattro prodotta al mondo viene acquistata lì.
In Cina è iniziata l'epidemia di Coronavirus, e in quel Paese sono stati applicati i primi provvedimenti di lockdown: tutto questo rende importanti i numeri di vendita registrati nel primo trimestre, che ci dicono come il mercato interno si sia fermato a 1.430.000 unità, perdendo il 58% del suo volume da gennaio a marzo.
Peraltro il 2019 si era chiuso con un confortante +5% e circa 16,3 milioni di unità vendute, un dato che ha posto anche l'anno scorso la Cina al secondo posto globale alle spalle dell'India.
Per molto tempo è stato quello cinese il primo al mondo, con il primato assoluto del 2014 a 26,9 milioni di unità. Ma già nel 2015 ci fu un primo tracollo delle vendite a causa di un provvedimento governativo sulla riduzione delle "due ruote"dell'inquinamento atmosferico: veniva infatti vietata la circolazione nelle aree urbane di motociclette e ciclomotori, categorie composte da tanti mezzi economici con motori a due tempi accusati di essere fortemente inquinanti: tanto che nel 2016 le vendite scesero a 16,8 milioni di unità.
Seguì una lieve ripresa, e poi ancora una flessione della domanda – contemporanea a un calo dei consumi generalizzato – che ha visto nel 2018 le vendite a quota 15,5 milioni, in discesa del 9% sul 2017.
Tornando a quest'anno, il calo del primo trimestre (-58%) è imputabile alla chiusura di oltre due mesi di industrie e punti commerciali, con febbraio che ha subito un -85% e marzo un -81%.
Secondo le stime della società motorcyclesdata.com, che ha diffuso questi numeri, nel corso del secondo trimestre il divario con il 2019 si ridurrà – le attività produttive stanno già riprendendo – per chiudere il 2020 con una previsione di -26,5%, che corrisponde a 12,4 milioni di scooter e moto vendute.
fonte motorcyclesdata.com