Violenza stradale: nel 2015 già 5 morti in Italia in aggressioni su strada

Violenza stradale: nel 2015 già 5 morti in Italia in aggressioni su strada
Su strada non si muore solo a causa degli incidenti. Come rileva l’ASAPS, nel 2015 c’è stata una paurosa impennata delle aggressioni in strada per motivi legati alla viabilità: 143 risse, 205 feriti e 5 morti in Italia nei primi mesi dell’anno
13 ottobre 2015

Vi parliamo spesso di sicurezza stradale. Lo facciamo anche grazie alla preziosa collaborazione della Polizia Stradale italiana, che quest’anno ci fornisce importanti spunti di riflessione utili a viaggiare sicuri in moto e in auto.
C’è però un fenomeno, che spesso trascuriamo, legato alla circolazione stradale. Parliamo dell’aggressività degli utenti (pedoni, motociclisti, ciclisti e automobilisti) che nel 2015 sta facendo registrare numeri allarmanti. Ce li fornisce l’ASAPS e sono relativi ai primi nove mesi dell’anno (da gennaio a settembre), ma fanno già paura.
Le discussioni legate alla viabilità, le liti per un sorpasso pericoloso, una mancata precedenza o un attraversamento pedonale inosservato hanno provocato 143 aggressioni (122 di giorno, 21 di notte) e mandato in ospedale 205 persone. 32 sono state ricoverate con lesioni gravi, addirittura 5 sono morte. Un’enormità che testimonia quanto sia pericoloso litigare in strada con gli sconosciuti.

Il timore legato al classico non sai mai chi hai davanti” trova conferma nell’uso di armi proprie o improprie da parte degli aggressori nel 38,5% dei casi denunciati. Molti di voi ricorderanno sicuramente il caso del collaboratore di Mediaset, Vittorio Brumotti, vittima di un’aggressione in strada mentre era in sella alla sua bici: l’avrebbero colpito in pieno volto con un tirapugni.
Sempre le statistiche dell’ASAPS ci dicono che nel 5,6% dei casi l’aggressore era ubriaco, nel 9,8% era uno straniero.

In moto siamo costantemente vittime di manovre azzardate e distratte da parte degli automobilisti, sempre più schiavi del telefonino. Abbiamo il sacrosanto diritto di protestare e di lamentarci, ma restiamo sempre nei limiti dell’educazione e del rispetto.
Detto in altri termini: manteniamo la calma e la distanza, perché non abbiamo assolutamente idea di chi ci sia dall’altra parte. Le statistiche del 2015 non fanno sconti, basta un attimo per vedersela molto brutta.

Il video sotto riportato mostra come comportarci in presenza di altri utenti della strada aggressivi nei nostri confronti. Il video è in inglese, ma è molto chiaro e dà consigli preziosi, che vale la pena riassumere:
- Rispettiamo il Codice della Strada. Eviteremo così di irritare gli altri utenti.
- Se abbiamo fatto una manovra sbagliata, chiediamo scusa.
- Evitiamo discussioni con i guidatori aggressivi. Non conosciamo infatti le ragioni della loro alterazione.
- Non facciamo gesti volgari agli altri, e non rispondiamo agli stessi. In poche parole: ignoriamo le provocazioni.
- Non arrestiamo mai la moto o l'auto per litigare, ma procediamo per la nostra strada.
- Se siamo in una situazione di pericolo, chiediamo aiuto (telefonando alle forze di polizia o attirando l'attenzione delle persone presenti col clacson).
 

"L'educazione d'un popolo si giudica dal contegno ch'egli tien per la strada"

Citazione dal libro Cuore di Edmondo De Amicis. Il Vice Questore Aggiunto della Polizia Stradale Federica Deledda cita sempre questa frase ai ragazzi quando parla di educazione stradale. Prima dei segnali, del casco, della precedenza, della velocità. Prima di tutto vengono il rispetto, la tolleranza, la responsabilità, il senso di condivisione e di comunità.


Cari lettori, raccontateci la vostra esperienza. Gli esempi aiutano a riflettere più di mille parole.
 

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