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Vittorio Brambilla, monzese del 1937, è stato un pilota di moto e di auto, anche contemporaneamente come si usava una volta.
Kart, moto piccole e grandi, auto delle serie Prototipi Turismo e Sport, le monoposto dalla Formula 3 fino alla F1, Vittorio ha guidato di tutto. E se in carriera ha vinto un solo GP di Formula 1, quello d'Austria del 1975 sotto l’acqua, con la March davanti a James Hunt, la ragione è una sola: a correre ha iniziato tardi, c’era da mandare avanti l’officina di famiglia di fianco all’autodromo, e poi non ha mai avuto grandi mezzi. Ma è stato un gran talento, un piede di quelli pesanti, anche campione del mondo di kart. E un grande uomo.
“Vittorio Brambilla, il mago della pioggia” è il libro sulla sua vita, appena uscito in libreria. Scritto dai monzesi Walter Consonni ed Enzo Mauri per la Giorgio Nada Editore, ha 312 pagine, una nutrita serie di bellissime fotografie e prezzo di copertina di 28 euro.
E’ una bella lettura, di quelle che fanno bene al cuore. Vittorio e Tino, il fratello maggiore, sono stati due personaggi autentici del nostro motorismo: spirito di iniziativa, passione, manetta e tanta voglia di correre con qualsiasi mezzo provvisto di ruote, dalla bici in su. E anche per chi come me ha conosciuto bene Vittorio - e ha condiviso le 500 chilometri e l’Endurance (lui con l’amatissima Guzzi V7 Sport, io con le Laverda), come le uscite nel triangolo lariano con le moto da trial - scoprire attraverso questa lettura la famiglia intera, l’officina, i retroscena, le confidenze, i racconti degli amici e le tante imprese al limite è una grande avventura.
Vittorio è scomparso nel 2001: ironia della sorte, il suo cuore ha ceduto mentre tagliava il prato di casa con il rasaerba. Ha lasciato un meraviglioso ricordo di se: alla presentazione del libro, opportunamente organizzata nella sala stampa dell’autodromo, c’era Tino Brambilla, arzillo nonostante gli 85 anni, e c’era una vera folla di amici e conoscenti. Felici di sentir parlare del “Vittorione”.