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Yamaha Motor, secondo produttore mondiale di moto dopo la Honda, ha rilasciato in questi giorni una serie di comunicati e gli ultimi dati finanziari del Gruppo. La crisi internazionale e la supervalutazione dello Yen sono state tra le cause principali del peggior anno della storia dell’azienda giapponese, in netto contrasto con i brillanti risultati ottenuti in ambito sportivo. Il dato più importante riguarda la riduzione del volume di affari su scala mondiale, sceso del 28,1% rispetto al 2008: una riduzione di 450,2 miliardi di yen (c.ca 5 miliardi di dollari), su un volume d’affari totale pari a 1.153,6 miliardi di Yen, c.ca 13 mld di dollari (erano 1.603,9 mld di Yen nel 2008).
Yamaha Motor ha però previsto, attraverso un piano industriale e finanziario suddiviso in 2 fasi operative (2010 e 2012), di passare da una perdita operativa consolidata del 2009 di 62,6 miliardi di Yen (c.ca 700 mln di dollari) ad un risultato operativo consolidato positivo nel 2010 pari a 10 miliardi di Yen (110 mln di dollari), su un volume d’affari complessivo previsto di 1.250 miliardi di Yen (c.ca 14 miliardi di dollari). E di alzare ulteriormente il risultato operativo consolidato nel 2012 a 70 miliardi di Yen (775 mln di dollari) con un volume di affari pari a 1.400 milardi di yen (15,5 mld di dollari).
Le cause sono anche in questo caso attribuibili al pessimo momento di mercato con una richiesta molto ridotta, all’ipervalutazione dello Yen e alla riduzione della produzione per consentire lo smaltimento degli stock di invenduto (vedi grafico 2).
I prodotti marini sono scesi del 37,1%, i “power products” (generatori, ATV, ecc.) del 52,8% (ricordiamo a questo proposito i problemi di sicurezza che ha dovuto affrontare Yamaha con il veicolo Rhino) e gli “other products” (prodotti per l’industria, elettronica, ecc.) del 30,2%
2) Riduzione del personale
Il piano appena varato prevede la riduzione di mille posti di lavoro (sui circa 49.994 dipendenti in tutto il mondo). Di questi, 800 sul territorio giapponese (pensionamenti volontari), il resto in Europa e Nord America. Il taglio si aggiunge a quello già approvato nel 2009, che prevedeva 1.620 posti di lavoro in meno.
3) Riduzione della spesa
Yamaha Motor prevede entro il 2012 un risparmio di 60 miliardi di Yen (c.ca 670 milioni di dollari), attraverso un programma di nuovi accordi con i principali fornitori esterni, tagli ai costi in Asia e nel resto nel mondo e maggior controllo della spesa.
Numeri impressionanti, necessari, secondo l’azienda giapponese, per far ripartire il business e garantire il posto di lavoro ad altre migliaia di dipendenti che potranno mettere in opera le strategie di crescita previste nei mercati emergenti. Come quello asiatico, in netta crescita, con un aumento costante delle immatricolazioni.
1) Motociclette a basso costo per i mercati emergenti
Prevista una crescita delle vendite moto “low-price” in Cina e India dal 20% del 2009 al 60% del 2012. Target raggiungibile con una riduzione dei costi di produzione, attuabile sfruttando piattaforme e componenti comuni a più modelli.
2) Mercato ASEAN (Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale, di cui fanno parte Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Birmania, Cambogia)
Progressiva espansione delle motorizzazioni a iniezione elettronica con una crescita prevista dal 3% del 2009 all’80% del 2015
3) Nuova generazione di motori puliti
La nuova generazione di motori puliti prevista per il mercato ASEAN, permetterà una ottimizzazione dei consumi fino al 50% entro il 2015, rendendo di fatto i veicoli “commuter” Yamaha tra i più competitivi
4) Smart Power
Investimenti, sviluppo e crescita del mercato dei veicoli elettrici (con la produzione di un’ampia gamma di modelli, anche per l’uso commerciale), con l’obiettivo di guadagnare il 30% delle quote di mercato in Giappone e di aumentare la penetrazione nel mercato europeo, in rapido sviluppo.