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Yamaha parteciperà al Japan Mobility Show 2023 con un'ampia presenza sia all'interno del proprio stand che in aree esterne e ne approfitterà per far debuttare alcuni concept molto intriganti che gettano lo sguardo su quello che potrà essere il futuro della moto in termini di design, integrazione uomo-macchina, alimentazione e piacere di guida.
Non si tratta, come ovvio quando si parla di concept, di veicoli destinati alla produzione a breve scadenza: in alcuni casi lanciano il sasso nello stagno per vedere quanto è grande il cerchio di onde che si propaga, in altri questi veicoli sono d'ispirazione e seminali per i concetti che porteranno alle moto del futuro, in ogni caso sono stupendi modi di mostrare la propria tecnologia e la propria filosofia sulla mobilità degli anni che verranno.
Il primo - e forse uno dei più affascinanti - dei concept che debuttano al Japan Mobility Show (dal 25 ottobre al 5 novembre a Tokio, se volete fare un salto...) è il MOTOROiD2. Innanzitutto il nome: dal 1990 la Casa di Iwata affronta il tema del futuro della mobilità con il concept Morpho e proseguito anche con i recenti studi 01, 02 e 03 Gen, ma non dimentichiamo MOTOBOT - la moto che si guida da sola - e MOTOROiD03 del quale MOTOROiD2 sembra l'ideale seguito. Questo per spiegare come da una parte queste non sono show bike fini a se stesse, e dall'altra come alcune di queste tecnologie dopo un lungo processo di validazione vengono poi adottate nel mondo reale e qui il pensiero va alla Niken che ha portato su strada i concetti sviluppati dal Tesseract (che però era a 4 ruote) e poi dall'MWT-9.
L'ultima iterazione del MOTOROiD si pone un quesito, che poi è uno dei temi più rilevanti in quest'era di grande disponibilità di tecnologia ma scarso spazio dove alloggiarla e in alcuni casi incerta - per ora, beninteso - modalità di fruizione: "Come saranno effettivamente le interfacce uomo-macchina del futuro?". Ovvero, come rendere fruibili in modo facile, sicuro e utile al motociclista le grandi possibilità che offrono le moderne tecnologie, a partire dall'intelligenza artificiale?
MOTOROiD2 indaga questo tema attraverso la possibilità della moto di riconoscere il suo proprietario, alzarsi dal cavalletto e muoversi autonomamente accanto al pilota, ma anche attraverso una posizione di guida che unisce maggiormente conducente e veicolo. È dotata dell'Active Mass Center Control System (AMCES, ma qualcosa del genere per Yamaha lo abbiamo visto qui) per il rilevamento dell'assetto e l'autobilanciamento, oltre all'intelligenza artificiale per riconoscere il viso e le espressioni facciali del pilota. Come nel MOTOROiD03, Il motore sembra alloggiato nel mozzo posteriore, integrando la funzione di recupero di energia e freno posteriore, mentre le batterie sono collocate dove nelle moto a combustione interna troviamo il motore.
Non è una moto, ma il TRICERA è un veicolo che non perderemmo d'occhio: questa autovettura elettrica a tre ruote è sviluppata per garantire una mobilità emozionante - da qui il suo essere a tetto scoperto - grazie alle sue tre ruote sterzanti.
La ruota posteriore è controllabile manualmente dal pilota e c'è quindi l'accento sul contrasto tra la tendenza ad automatizzare la guida e proposte come il TRICERA che parlano di "ritorno alle orgini", di tornare a essere padrone totale della guida e dalla dinamica del veicolo per generare piacere di guida. Interessante, vedremo lo stessa tema anche in ambito moto?
Diretta sintesi delle e tecnologie acquisite attraverso MOTOBOT e MOTOROiD è il sistema AMSAS (Advanced Motorcycle Stabilization Assist System), il sistema di stabilizzazione alle basse velocità brevettato da Yamaha, di cui è dotata un'altra anteprima che Yamaha porta a Tokio: l'ELOVE, uno scooter elettrico nato con il claim "Gamechanging!" come concetto, dotato di AMSAS. Il modello standard nella foto, recita il comunicato di Yamaha, sarà esposto insieme a una versione con uno stile co-concepito da uno studente delle scuole superiori di una isola di Okinawa, che si reca al campus con uno scooter da 50 cc, e da un giocatore di tennis professionista su sedia a rotelle.
Si tratta di una mini-bike elettrica di stampo marcatamente sportivo: sviluppata da un team di giovani ingegneri come un divertente progetto parallelo volto ad esplorare un progetto di moto elettrica votata al divertimento. Monta lo stesso propulsore della bici da trial elettrica TY-E, non richiede cambio di marcia ed è un veicolo nato esclusivamente per concentrarsi sulla guida. È silenzioso come tutti i veicoli elettrici, ma per rendere forse più coinvolgente l'esperienza di guida monta la tecnologia Active Sound Control che consente al pilota di riprodurre quando lo si avvia o lo si spegne il sound di scarico e meccanico dei veicoli convenzionali a benzina.
Un bici a pedalata assistita sviluppata attorno al concetto di "Yamaha Motor Off-Road DNA": questa è la Y-00Z MTB, una vetrina tecnica di ciò che è possibile fare con le tecnologie eMTB, tra cui il servosterzo elettrico (EPS) con sensore di coppia.
Yamaha, ci risiamo? Questa eBike combina un motore elettrico montato al centro e un motore nel mozzo anteriore per la trazione su entrambe le ruote, un concetto già esplorato anni fa dalle parti di Iwata con alcune moto tra cui la WR 450 F 2WD prodotta fino al 2007! Ora questo concetto arriva alle bici nella Y-01W AWD attraverso il controllo elettronico coordinato dei due motori, batterie che consentono viaggi a lunga distanza, pneumatici di dimensioni adeguate che strizzano l'occhio al fuoristrada.
Chi ricorda la TW 125 dal gigantesco pneumatico posteriore? Il concetto viene adesso declinato in chiave ibrida, a trazione integrale e con la doppia ruota anteriore: il TMW, concepito dalla Divisione Test Moto, è il primo Leaning Multi-Wheeler (LMW) fuoristrada di Yamaha. Le due ruote anteriori si muovono in modo indipendente e grazie al collegamento LMW l'ampio portapacchi anteriore rimane a livello del terreno anche in pendenza o in pendenza. La TMW inoltre ha la particolarità di avere i motori elettrici sul mozzo ad azionare le due ruote anteriori, mentre la ruota posteriore è azionata dal motore.
Non è una novità assoluta, ma verrà comunque esposto: lo YXZ1000R alimentata a idrogeno è un side by side dotato di un motore a iniezione diretta che brucia idrogeno al 100% ed emette zero CO₂. Bella iniezione di fiducia per chi non crede nella propulsione elettrica al 100% e come alternativa all'elettrificazione e driver per la neutralità delle emissioni di CO2 confida nell'idrogeno. Non possiamo fare a meno di ricordare che Yamaha ha in corso da tempo partnership e studi su questa alimentazione tra cui un interessantissimo V8 automobilistico di 5.000 cc dalla potenza di 455 cavalli di a 6.800 giri, coppia massima di 540 Nm a 3.600 giri, sviluppato per conto di Toyota.