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Brutta come la peste. La più innovativa degli ultimi trent'anni. Una moto eccezionale. Un triciclo obeso. Ok amici, in questi giorni ne ho lette di tutti i colori sulla Yamaha Niken (si legge "Naiken", ce lo dicono i giapponesi, fidiamoci), ma il mio lavoro mi porta da anni a non essere prevenuto e ad avere il foglio bianco davanti a me. Soprattutto quando devo maneggiare novità di questa portata. Da anni non si vedeva una rivoluzione del genere e sempre i cambiamenti portano a reazioni contrastanti. Non cerchiamo quindi inutili previsioni sul successo nelle vendite (ci penserà Yamaha a farle), ma passiamo a raccontarvi come si comporta la Niken in oltre 300 km di passi di montagna.
Yamaha ha infatti invitato Moto.it, insieme ad altre quattro testate europee (Francia, Germania, Inghilterra e Spagna), a guidare la nuova moto durante la gara di regolarità 20.000 Pieghe. Purtroppo non prendiamo parte alla sfida col cronometro, perché le esigenze giornalistiche (leggi: fare foto e video a più non posso) ci impongono ritmi particolari, con tantissime soste. Però tre giorni di guida sulla Dolomiti ci porteranno a conoscere tutto della Niken.
La presa di contatto è già una grande sorpresa. Bastano pochi metri nel centro di Tesero per capire che lei è una moto. Ok, ha due ruote davanti, ma tra le mani si comporta in tutto e per tutto come una classica moto. Piega e non sta su da sola come gli scooter: se pieghi troppo, cadi. Per i più pignoli: non è omologata come triciclo, ma come moto a tutti gli effetti per via della larghezza della parte anteriore. E' agilissima e, spostando il corpo, ti asseconda esattamente come farebbe la tua moto. L'ergonomia è corretta, tendenzialmente sportiva per via delle pedane piuttosto alte.
Ci avviamo fuori città e avvertiamo subito un comportamento acquoso, un po' liquido dell'avantreno sotto i 40 orari. La moto pesa 263 kg col pieno, ma appare molto leggera tra le mani. Questa sensazione diminuisce superati i 70 km/h, ma si avverte comunque un minore inerzia nelle leggere correzioni di inclinazione rispetto alla classica moto.
Finalmente arriviamo alla scalata dei leggendari passi Sella e Gardena prima, Falzarego, Giau e Pordoi poi. La Niken qui si mostra per quello che è: un mezzo innovativo dotato di tenuta di strada e frenata fenomenali. Incontriamo i primi tratti in salita di asfalto bagnato. Qui la Yamaha infonde una sicurezza micidiale: l'avantreno non molla mai ed è pure agilissimo nei cambi di direzione. Soffre di più il posteriore che, complice una gomma un po' stanca, si lascia andare a una serie interminabile di derapate, sempre gestibili grazie al traction control inserito.
L'altro aspetto degno di nota è la frenata, che può essere portata fino a centro curva senza che la Niken soffra il classico effetto auto-raddrizzante. La doppia forcella lavora molto bene anche sui dossi, mentre il mono è piuttosto brusco sullo sconnesso.
Del motore sapete già tutto. E' l'ottimo tre cilindri da 115 cavalli, lineare in basso e corposo ai regimi più alti. Asseconda alla perfezione la ciclistica speciale di questa Yamaha, che consuma appena più della Tracer dotata dello stesso motore (nei prossimi giorni saremo più precisi). In viaggio non si avvertono vibrazioni, mentre la protezione dall'aria è appena sufficiente. Ma questo aspetto passa decisamente in secondo piano, perché da questi primi 300 km è emerso soprattutto un dato: la Niken nasce per stupire e divertire. E ci riesce benissimo. La discesa dal Pordoi mostra un altro aspetto meraviglioso del tre ruote giapponese. Ha una facilità unica nel percorrere i tornanti, anche in discesa è semplice chiudere la traiettoria e impostare la curva. Sull'asciutto una moto di parti potenza fatica a tenere il suo passo. Se poi piove, ciao baby. La Niken se ne va in tutta sicurezza.
Nel video sopra vi mostriamo, al di là della moto, la bellezza unica di questo primo giorno tra le Dolomiti.
Di seguito trovate le tappe del primo giorno:
Partenza e arrivo a Tesero. A seguire: Predazzo, Campitello di Fassa, Passo Sella, Passo Gardena, Corvara, La Villa, Passo Falzarego, Pocol, Passo di Giau, Andraz, Arabba, Passo Pordoi, Canazei, Lago di Fedaia, Alleghe, Passo Cereda, Fiera di Primiero, Transacqua, San Martino di Castrozza, Predazzo, Tesero.
Meteo: sole, da 15 a 26°
Abbigliamento usato:
Casco Arai Renegade,
giacca Alpinestars Hyper Drystar,
pantaloni Alpinesters Ramjet Air,
guanti Alpinestars Celer V2,
stivali Alpinestars.
Foto di Alessio Barbanti
Video di Fabrizio Partel