Yamaha Tricity, giorno 3: spostamenti veloci in città

Spostarsi per la città non è mai stato tanto semplice. Il pavé e i binari del tram non lo spaventano
24 maggio 2017
Oggi la giornata inizia presto e sarà ad incastri. Già io sono di natura un incastratore seriale, con la scusa dello scooter ho cercato di superarmi, mettendo due appuntamenti, agli antipodi della città, a un’ora di distanza….e il primo è un prelievo del sangue con annessi e connessi (attese, fila, eventuali svenimenti….) ma sono sicuro di farcela!
 
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Alla prima tappa sono nei tempi. Ok, maps mi dice che in auto ci avrei messo lo stesso tempo, ma qui ho tagliato tempi e costi del parcheggio.
 
 

 

Esame del sangue passato. Devo mangiare altrimenti svengo. Comoda la sella, ampia, del Tricity…la uso come un tavolino! E il portacellulare? Un perfetto cestino per i piccoli rifiuti quando non si ha a disposizione nulla in cui buttare la carta del croissant.

 

 

Sono come sempre sul filo del minuto e, sul pavè, si apprezza la stabilità e la sicurezza dell’avantreno che danno le tre ruote. Ma prima di arrivare dai clienti, devo recuperare un collega. Mi dirà come si sta da passeggero.

 

 

Rodrigo, il mio collaboratore, conferma che le sospensioni sono molto comode. Io cerco di prendere quante più rotaie, tombini, buche, giunti di dilatazione possibili per metterlo alla prova.

 

Nulla, conferma che è comodo e che rispetto a uno scooter 250 di un amico questo è molto più confortevole. Concordo. La cosa pazzesca è che quando si prende una buca, anche profonda, non c’è mai la sensazione che si insacchi o che si debba smontare da un momento all’altro.

 

 

 

Ottima geometria delle sospensioni. Mi verrebbe anche voglia di provarlo sul misto veloce.