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La seconda parte del viaggio iniziato da Milano a fine giugno, con Assen, GP Olanda, come prima meta. In quel viaggio ho fatto solo turismo, mentre questa seconda parte è più sfiziosa: pur viaggiando sempre a pieno carico, ho provato a capire se si può guidare l’Africa Twin come se fosse una sportiva.
Una premessa doverosa: queste “endurone” sono ormai il mio tipo di moto, mi piacciono moltissimo. Ecco, diciamo che sono un po’ di parte… Da fermo: la adatto al mio stile di guida Da “turista”, avevo utilizzato una delle mappe già impostate, quindi senza intervenire sui vari controlli elettronici.
Da “sportivo” provo a personalizzare potenza, freno motore, controllo di trazione e tutti i vari parametri che questa Honda offre in gran quantità. Decido di partire con tutti i valori impostati a metà, tranne la potenza che utilizzo subito nella sua massima disponibilità. Questo mi permette di fare una sorta di “zero” per poi intervenire aumentando o diminuendo i controlli a seconda delle sensazioni che percepisco.
Premetto subito che io non sono esattamente uno super sensibile, per alcuni parametri fatico a capire le differenze, mentre per altri sono decisamente evidenti.
Nella settimana a mia disposizione gioco un bel po’ con i vari controlli, alla fine trovo quello che mi dà più gusto: anche sotto questo aspetto, l’Africa Twin, può essere considerata quasi come una sportiva a tutti gli effetti. Molto bene.
Spostandomi da Hannover, dove è terminata la mia prima parte del viaggio, al Sachsenring viaggio solo su strade statali. Devo dire belle, con un ottimo asfalto, in un bel contesto, poco trafficate, ma anche poco adatte per andare forte.
Si apprezza comunque il carattere del motore, secondo alcuni ancora troppo poco potente, a mio modo di vedere più che discreto. E con buona personalità.
Tornando dal Sachsenring verso l’Italia, invece, riesco a fare un po’ di passi, tante curve, un bel po’ di pieghe. Sono a mio agio: posizione di guida più che confortevole, comandi tutti sotto controllo. Ecco una curva: si stacca forte, ovviamente penalizzati, rispetto a una super sportiva, dall’escursione delle sospensioni; si inserisce con grande facilità la moto nella traiettoria ideale; la percorrenza è perfetta; in uscita si spalanca il gas a piacimento. Che goduria.
Sì andrebbe più forte con una sportiva? Probabilmente sì, ma solo se si è molto bravi a guidare. Probabilmente no, per un un “pilota” del mio livello.
Ho visto nei commenti del viaggio in Olanda, che molti appassionati sono poco convinti (eufemismo) del cambio DCT, con frizione completamente automatica e cambiata manuale, semi manuale, o automatica. Ecco, posso assicurare invece che è una grandissima soluzione. Se nella prima parte del mio viaggio l’avevo utilizzato solo nella versione “Drive”, questa volta lo provo nella versione “Sport”, che prevede tre mappe differenti: S1, S2 e S3. Per me la S2 è quasi perfetta: il sistema sceglie sempre il rapporto giusto al momento giusto. Ma, soprattuto, lo uso nella versione manuale: si cambia e si scala con indice e pollice sinistro. Dopo un attimo, ci si abitua al funzionamento, lo si usa come un cambio tradizionale, senza però dover tirare la frizione. Sono ripetitivo: è fantastico. Da provare.
Tiriamo le somme. E’ una sportiva? No. Dà sensazioni ed emozioni di una sportiva? A me sì. Nella prima parte di questa viaggio, ne ho apprezzato le qualità da “turistica”, in questa seconda parte siamo andati oltre. Africa Twin: a me piace moltissimo, una moto che vedrei molto bene nel mio garage…
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