#ioalgpvadoinmoto. Honda Africa Twin Adventure Sports: questo sì che è viaggiare! [VIDEO]

Giovanni Zamagni
#ioalgpvadoinmoto questa volta con l’ultima versione dell’enduro di Casa Honda, quella con la ruota anteriore da 19 pollici. Un viaggio diviso in due parti: la prima, da Milano ad Assen per il GP Olanda, ha uno scopo specifico: verificare se con questa moto si possono macinare chilometri e chilometri in comodità
22 luglio 2024

#ioalgpvadoinmoto Questa volta ad Assen, GP Olanda. Come sempre, quando viaggio con una Honda, ritiro la moto dalla concessionaria Tresoldi di Pessano con Bornago. Avevo provato l’Africa Twin nella sua prima versione di questa ultima edizione, quindi con ruota da 21 pollici anteriore e con il motore da 1000 centimetri cubi. Qualche anno dopo, eccomi sulla versione 2024: ruota anteriore da 19 pollici, quindi molto più stradale, motore salito (da un po’ di tempo) a 1100 centimetri cubi. C’è sempre il famoso cambio DCT Honda, un vero gioiellino della Casa giapponese. La moto è equipaggiata con un bauletto da 50 litri (!), più grande e capiente di tanti bauli automobilistici… Conosco già la moto, questa volta non ho bisogno di spiegazioni.

Da fermo: mi piace moltissimo

Il segmento delle “enduro” stradali è da un po’ il mio preferito. Esteticamente, l’Africa Twin mi piace tantissimo: i gusti sono gusti, ovviamente, per me è una di quelle moto che mi fermo a guardare con piacere ferma sul cavalletto. Salendo in sella, si apprezza subito il primo cambiamento rispetto alla versione utilizzata da me in passato: la sella è più vicino all’asfalto, tocco bene con entrambi i piedi, nonostante non sia esattamente un giocatore di basket (173 cm). Bene. Cruscotto. Bello, completo, chiaro. C’è tutto quello che serve, ci sono varie schermate, lo si può adattare ai propri gusti ed esigenze. Ma come si fa per cambiare i parametri e intervenire sui tanti controlli elettronici? Si può fare sia toccando lo schermo, sia utilizzando la pulsantiera posta sulla parte sinistra del manubrio. I tasti sono tanti, non ricordo tutto benissimo: prima di partire, lo ammetto, cerco un “tutorial” su YouTube per rinfrescarmi la memoria. Ci vuole un attimo, ma una volta capita la filosofia, ci si muove alla grande tra i tasti e le varie mappe. Leve al manubrio e pedane sono messe per me nella giusta posizione: esame superato.

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Prima di partire

Come sempre nei miei viaggi, completo il bagaglio con una borsa che sistemo sulla sella del passeggero e aggiungo una borsetta da serbatoio con le calamite dove ripongo piccoli oggetti. L’Africa Twin offre anche la possibilità di collegare il telefono con il bluetooth. Non sono esattamente un mago di questi aggeggi, ma perfino io riesco a fare il collegamento. Non sono però capace di far apparire sul cruscotto la mappa tramite l’app Apple: per farlo, è obbligatorio accoppiare delle cuffiette, ma le mie non si accoppiano, perlomeno io non ci riesco: forse perché sono Yamaha… Poco male, lascio il telefono nella tasca superiore trasparente della mia borsetta da serbatoio, lo collego alla pratica porta USB ed ho comunque la situazione sotto controllo. Si può andare.

Tanta autostrada

Come anticipato, lo scopo di questo viaggio è soprattutto verificare se una moto di questo tipo è adatta a fare turismo. Per arrivare ad Assen, bisogna percorrere circa 1.200 km: ne faccio, ahimè, la gran parte in autostrada, perché ho fretta di arrivare al GP, ma percorro anche il bellissimo passo del Gottardo (in cima c’è la neve…), faccio un po’ di chilometri sulle statali tedesche e olandesi, attraverso un paio di città (compresa Milano), viaggio con il caldone (36 °C in Germania), con il freddo (attorno ai 10 °C in cima al passo); con la pioggia (immancabile nei miei viaggi), sempre a pieno carico, con le sospensioni regolate elettronicamente sulla mappa opportuna. Per scelta, lascio il cambio quasi sempre nella modalità “drive”, per verificarne la funzionalità nella sua proposta più standard.

Quindi? Non c’è una condizione dove l’Africa Twin non si comporti bene: in autostrada è stabilissima anche a oltre 200 km/h (in Germania, dove non ci sono i limit, si può viaggiare a tutto gas, non ho commesso nessuna infrazione…); nel guidato il motore ha i cavalli che servono; il cambio è semplicemente meraviglioso (va provato prima di dire, come avevo fatto io la prima volta, che non è una soluzione da motociclisti: lo è eccome); la ciclista è precisa e sicura; la ruota da 19 pollici è un passo in avanti nell’uso su strada; la frenata è idonea a peso e potenza; la sella è comoda; il riparo aerodinamico - modificabile facilmente senza attrezzi - è buono. 

Si può fare turismo con l'Africa Twin?

La risposta è sì, al 100%. Per quanto mi riguarda, la mia moto ideale per fare turismo è proprio una moto fatta così, un segmento che la Honda interpreta al meglio. I puristi diranno che per fare turismo ci vuole il cardano. Vero, ma tutto non si può avere. 

#ioalgpvadoinmoto

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