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Ad Aprile ci eravamo conosciuti a Misano: un breve, ma passionale approccio con la RSV4 Factory, arma approntata in quel di Noale per combattere la guerra del Mondiale Superbike. Questa volta siamo andati a Estoril, in Portogallo, per saggiare le doti di quella che, nelle intenzioni dei tecnici di Noale, dovrebbe essere la versione “base”, denominata RSV4 R.
Prima di tutto vi diciamo che, versione base o standard che dir si voglia, la dotazione tecnica di questa Aprilia farebbe la felicità di molte concorrenti.
Per 16.000 euro, ben 4.000 in meno della Factory, ci si porta a casa una moto decisamente bella, estremamente personale e prestazionale
Per 16.000 euro, ben 4.000 in meno della Factory, ci si porta a casa una moto decisamente bella, estremamente personale e prestazionale, con finiture e dettagli molto curati. Mancano i cerchi forgiati e qualche particolare in carbonio, sono stati sacrificati i cornetti di aspirazione ad altezza variabile e gli eccentrici per variare il posizionamento del motore all’interno del telaio, ma la sostanza rimane la stessa… e le prestazioni pure.
Showa e Sachs hanno preso il posto di Ohlins nel reparto sospensioni, ma telaio e forcellone sono i medesimi, entrambi in alluminio ed entrambi di ottima fattura (oltreché leggeri, pesano rispettivamente 10 e 5 kg).
Queste piccole rinunce hanno portato la superbike veneta ad ingrassare di 5 kg, passando da 179 a 184 kg a secco, mentre il V4 di 65° ha sempre i suoi bei 180 cv e 115 Nm di coppia.
La moto ha perso quelle leggere incertezze nel chiudi-apri dovute alla logica di funzionamento del Ride By Wire montato sulla Factory, e regala un maggior controllo anche quando si parzializza la manetta nei curvoni in appoggio. Questo affinamento della mappatura T-Track la fa preferire alla S-Sport che, seppur più amichevole e meno aggressiva in uscita dalle curve lente, perde mordente agli alti regimi.
L’erogazione del V4 permette alla moto di cambiare ritmo oltrepassati i 7.000 giri e di spingere con carattere e cattiveria fin oltre i 13.000; ma mentre in modalità S ci si arriva velocemente, in T si viene sparati letteralmente fino all’intervento del limitatore, che taglia senza murare.
Le ottime doti di trazione non fanno desiderare più di tanto un sistema di controllo della trazione, che però a quanto pare è allo studio…
Anche ad un primo esame statico l’impianto frenante aveva promesso bene, ma la prova pratica come si sa è un altro paio di maniche. Potente e precisissimo nella modulazione, si è dimostrato esente da qualsiasi fenomeno di fading (affaticamento). Uno dei migliori impianti frenanti provati, che mi ha costretto più volte a ricalcolare il punto di staccata.
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