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Era l’inizio del nuovo millennio quando, in quel di Noale, un eccentrico ingegnere austriaco dal nome di Klaus Nennewitz decise di seguire l’esempio di tanti mitteleuropei amanti delle sportive, spogliando una RSV Mille e dotandola di manubrio largo e creando così l’Aprilia Tuono. Un’esperimento dai risultati discutibili dal punto di vista estetico, ma - come dimostrato praticamente subito da tutte le competizioni riservate alle moto senza carenatura - senza dubbio riuscitissima da quello prestazionale, perché da quel lontano 2003 fino ad oggi, nessuna rivale è mai riuscita a tenerne il passo nell’uso estremo. E la recente vittoria nella Heavyweight al Pikes Peak con Rennie Scaysbrook ne è la testimonianza.
Avanti veloce di quindici anni e diverse versioni, nonché frazionamenti, seguendo l’evoluzione tecnica della sorella supersportiva ed eccoci qui, a parlare dell’ultima versione della Tuono V4 1100 Factory, che poco prima di Intermot 2018 ha introdotto la novità delle sospensioni semiattive a controllo elettronico Öhlins Smart EC 2.0. E per provarla bene in tutti i contesti abbiamo unito al test sulle meravigliose strade trentine della presentazione stampa un… approfondito esame sull’asfalto del circuito di Imola. Andiamo a vedere com’è fatta e poi, naturalmente, come va.
L’Aprilia Tuono V4 1000 Factory la conosciamo bene, ma vale comunque la pena di ripassare i fondamentali. La base che la spinge è il propulsore quadricilindrico a V di 65° con alesaggio di 81mm e cilindrata di 1.077 cc. La potenza massima si attesta a 175 cavalli a 11.000 giri, e ben 121 Newton/metro a 8.990 giri.
A livello ciclistico troviamo il solito telaio a doppio trave in alluminio, modificato con l’arrivo della prima 1100 nelle misure caratteristiche per valorizzarne l’agilità e pneumatici 120/70 e 200/55 Pirelli Diablo Supercorsa SP come primo equipaggiamento. L’impianto frenante conta su una coppia di dischi da 330 mm lavorati da pinze Brembo monoblocco M50 fissate su flange in alluminio gestito da ABS cornering Bosch.
In questa Factory arrivano - praticamente l’unica novità rispetto al modello precedente, di cui trovate la prova qui se volete una descrizione tecnica più completa - le sospensioni semiattive Öhlins Smart EC 2.0, con possibilità di gestione di forcella e mono sia in modalità semiattiva che manuale - il precarico è naturalmente regolabile con i tradizionali registri su entrambe le unità.
Andiamo con ordine: per ciascuna delle due modalità sono previste tre tarature preconfigurate (M1, M2 ed M3 per la gestione manuale, A1, A2 e A3 per quella semiattiva) dall’aggressività naturalmente discendente. La M1 è praticamente riservata all’uso in pista, la M2 per l’uso stradale sportivo mentre la M3 per quello più turistico.
Se le modalità manuali consentono di regolare le unità esattamente come si farebbe con una sospensione convenzionale, quelle semiattive sono invece regolabili con un’interfaccia OBTi (Objective Based Tuning Interface), che quindi lavorano per obiettivi: invece di click per compressione ed estensione trovate valori - regolabili su un range +-5 - relativi a sostegno in frenata, sostegno in curva, e via discorrendo. Le funzionalità del sistema Smart EC si estendono fino all’ammortizzatore di sterzo, anch’esso personalizzabile.
Il resto del pacchetto è quello, completissimo, dell’APRC che già conosciamo, quindi con controllo di trazione aTC su otto livelli (regolabile anche in corsa con i due grilletti sul blocchetto sinistro), l’anti-impennata aWC su tre livelli, launch control aWC, nonché limitatore di velocità ai box e cruise control. E poi c’è il meraviglioso quickshifter aQS, naturalmente con supporto tanto in innesto quanto in scalata.
La Tuono è la regina indiscussa tra le naked sportive, con prestazioni inavvicinabili quando si guida in pista e sempre al top quando la si guida coltello tra i denti su strada. Tutta questa rabbia e capacità di spararti da un punto A ad un punto B quasi fosse un sistema di teletrasporto, ha sempre avuto come rovescio della medaglia una scarsa propensione al comfort e all’uso quotidiano.
La versione top di gamma, dotata di sospensioni Öhlins, aveva spostato l’ago della bilancia verso questa prospettiva di utilizzo, senza peraltro intaccarne le prestazioni esaltanti nell’uso in sportivo e in pista, ma con l’adozione delle sospensioni semi attive Öhlins Smart EC 2.0 le cose cambiano radicalmente, in meglio. La possibilità di intervenire in tempo reale sul setting delle sospensioni, garantisce di avere la propria Tuono 1100 sempre nella configurazione più adatta al tipo di strada che stiamo percorrendo e allo stile di guida che desideriamo utilizzare.
I tre assetti predefiniti, A1 Track – A2 Sport – A3 Road, permettono di arrivare a soddisfare le esigenze di qualsiasi utente, senza scordare che per i palati più fini c’è la possibilità di personalizzarle ulteriormente. La funzionalità delle precedenti sospensioni “tradizionali”, viene davvero messa a dura prova da queste semiattive proprio per la capacità di adattare in pochi istanti la moto al tipo di utilizzo. Il tutto senza stravolgere la personalità di questa moto straordinaria, che può contare anche su un motore che in questa ultima versione è semplicemente sbalorditivo.
Corposo, capace di portarti a spasso sornione e di prenderti a schiaffi quando lo provochi smanacciando il gas senza ritegno, a qualsiasi regime, con una trasmissione che permette l’utilizzo di tutti i rapporti (compresa la prima nelle svolte più strette) incapace di sbagliare una cambiata, anche quando non si è così precisi da chiudere il gas completamente.
Un impianto frenante capace di resistere alle torture di una giornata in pista, e che su strada si fa adorare per la capacità con cui riesce a tenere a bada le prestazioni del V4. Modulabile, e potente sia davanti sia dietro, con un ABS che nella guida su strada è praticamente inavvertibile, ma che sa scattare come un centometrista quando serve.
L’elettronica allo stato dell’arte permette all’avantreno di non decollare ma di galleggiare quel tanto che basta a essere catapultati da una curva all’altra sfruttando il massimo della coppia e della potenza, mentre le perdite di aderenza del posteriore vengono segnalate dal lampeggio della spia del controllo di trazione sul cruscotto, con il pattinamento del pneumatico posteriore, più o meno evidente a seconda del livello di TC selezionato, che oltre a salvaguardare da eventuali tentativi di disarcionamento del cavaliere, consente il massimo della prestazione in uscita di curva. Non ce ne vogliano i concorrenti diretti ma questo pacchetto elettronico è ancora il riferimento per funzionalità e rapidità di intervento.
Come scritto sopra, quando non si ha il coltello tra i denti e la “scimmia sulla spalla”, la Tuono è capace di portarvi a spasso con un comfort più che discreto. Purtroppo questo piacere è riservato al solo guidatore, anche perché l’eventuale passeggero ha davvero poco spazio e deve avere come minimo dieci anni di yoga alle spalle per riuscire a stare in sella per più di quindici minuti. Ecco, finalmente siamo riusciti a trovare un difetto a questa moto!
Adesso passiamo la palla a Edo che, beato lui, ha dato sfogo alla Tuono 1100 in pista, un terreno tutt’altro che estraneo al suo DNA… a quello della Tuono naturalmente!
Ve l’abbiamo già detto in diverse occasioni ma vale la pena di ripeterlo: l’Aprilia Tuono è una delle poche naked con cui girare in pista - sull’asfalto di un autodromo vero come quello di Imola, dove abbiamo partecipato ad una delle date dei Racers Day - non rappresenta una forzatura. Anzi, ci sono sportive “vere”, di quelle con i semimanubri, con cui in inserimento se non addirittura in percorrenza, si ha meno feeling con l’avantreno.
La posizione è di quelle con cui si va subito forte - se per strada è un po’ estrema, in pista ci si trova perfettamente a proprio agio - con tutti i punti di contatto necessari per distribuire pesi, trazioni e spinte esattamente dove si vuole.
Come tutte le nude, la Tuono V4 è un po’ sensibile di manubrio ma non si innervosisce troppo se lo stringete con determinazione. Anche nelle uscite di curva più grintose, o quando variazioni altimetriche e usura delle gomme aumentano la… delicatezza di certe situazioni, basta stringere il serbatoio con le ginocchia o caricare le pedane e alleggerire la presa sul manubrio per smorzare istantaneamente qualunque ondeggiamento. E non ricordiamo un’altra naked tanto prestante in staccata, rapida in inserimento e precisa in percorrenza.
Il motore non soffre di complessi d’inferiorità - 175 cavalli sono una potenza da supersportiva di qualche stagione fa - e solo nei rapporti più alti si va un po’ in sofferenza rispetto alle maxi più prestanti.
Ma veniamo alle novità, ovvero il comportamento delle sospensioni. Ci siamo concentrati - naturalmente - sulla M1, giocando un po’ con le tarature per verificare le variazioni di comportamento. Un esperimento che ci ha dato grande soddisfazione: basta aumentare di un punto i valori per notare sensibili variazioni nel comportamento della Tuono V4.
Con le Öhlins Smart EC 2.0, la Tuono recupera e gestisce anche qualche sbavatura di guida restando sempre prevedibile e senza traccia di quelle incoerenze di comportamento che a volte penalizzano realizzazioni del genere. Attenzione solo ai passaggio sui cordoli, nei rapidi cambi di direzione, quando ogni tanto si nota un’estensione molto rapida del posteriore che fa saltare un po’ sulla sella.
Del resto, se proprio volete, potete anche disabilitare l’adattività e utilizzare le tarature statiche esattamente come su una sospensione meccanica. Ma francamente, a meno che non abbiate un passo e un’esperienza elevatissimi, lasceremmo perdere e continueremmo ad affidarci alla “testa” della Tuono…
Lo abbiamo già detto in diverse occasioni: l’Aprilia Tuono non è una naked come le altre. Pur non essendo certo l’unica ad affondare le radici nella supersportiva di casa, è sicuramente quella che nel passaggio cambia di meno: non vogliamo banalizzare il lavoro dei tecnici di Noale, ma tutte le volte che guidiamo la Tuono V4, la sensazione è quella di essere in sella a una RSV4 spogliata e con il manubrio largo.
La Tuono si guida di conseguenza: le piace poco trotterellare ad andature turistiche, ancora meno fare parata sulle vie dello struscio nonostante un motore regolarissimo anche a regimi. Ma quando entra nel suo ambiente, su un bel misto - possibilmente medio-veloce - c’è davvero poco in grado di tenerle testa.
Sia su strada, dove il manubrio largo e la posizione meno carica sull’avantreno la rendono più agile senza sacrificare nulla in termini di feeling e controllo, che in pista, dove risulta meno faticosa e impegnativa rispetto alla sorella RSV4 pur andando come una spia.
Adesso, con l’arrivo delle sospensioni semiattive, la Factory ha preso nettamente le distanze rispetto alla RR. Se nella nostra prova precedente del modello base avevamo evidenziato un vantaggio tutto sommato marginale per la più raffinata Factory, con il modello 2019 la top di gamma guadagna un vantaggio quasi incolmabile sulla versione standard.
Troppa l’efficacia delle sospensioni, troppo elevato il guadagno in versatilità e in facilità di messa a punto in ogni condizione - insomma, troppa la goduria nella guida - perché non si ritengano i 2.900 euro di differenza un sacrificio più che accettabile sull’altare del divertimento motociclistico.
La quotazione in generale è sicuramente elevata. Ma sono poche le moto che, come la Tuono, vi fanno sentire tanto bene al termine di ogni giro, su strada o in pista. Mettetela così: quanti soldi risparmiati dallo psichiatra…
Edoardo Licciardello
Casco AGV Pista GP R Staccata
Guanti Dainese Full Metal 6
Francesco Paolillo
Casco AGV PistaGP R Staccata
Giubbotto Dainese Racing 3 Perf. Leather
Jeans Dainese Charger
Guanti Dainese Full Metal 6
Stivali Dainese Torque D1 In
Moto: Aprilia Tuono V4 1100 Factory
Luogo: Trentino e circuito di Imola
Foto: Snap Shot, Alberto Cervetti
Video esterni: Snap Shot
Testi: Edoardo Licciardello, Francesco Paolillo
Aprilia
Via G. Galilei 1
30033 Noale
(VE) - Italia
041 5829111
https://www.aprilia.com/it_IT/
Aprilia
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30033 Noale
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