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I puristi del marchio tedesco sono soliti associare i lunghi raid alle motorizzazioni che hanno fatto la storia di BMW Motorrad, vale a dire il boxer e i 4 cilindri della serie K.
Eravamo quindi curiosi di mettere alla prova – o meglio dire alla frusta – il motore che tanto ha acceso l’animo dei bmwisti sui forum e nei blog dedicati all’elica bianco/blu.
Abbiamo optato per un test intenso, affaticante anche per il pilota (circa 5.400 km in 20 giorni), che fosse però in grado di svelare le attitudini della sport tourer tedesca.
Una moto che non nasconde certo le sue mire: ampliare il target BMW raggiungendo quei motociclisti intimoriti dal peso e dagli ingombri – oltre che dal prezzo – dei prodotti top di gamma realizzati a Monaco di Baviera.
Un obiettivo difficile, il cui raggiungimento non deve intaccare i cromosomi del genoma made in Germany, vale a dire comodità, facilità di guida e propensione al turismo di medio e lungo raggio.
Anticonvenzionale. Come tutte le BMW
F800ST rinuncia alla trasmissione cardanica, al Telelever anteriore e al motore a cilindri contrapposti. Non per questo la moto è avara di soluzioni tecniche sui generis, tutt’altro.
Certi accorgimenti sono patrimonio esclusivo della sua scheda tecnica, nessun’altra BMW osa tanto.
Pensiamo al serbatoio posto sotto la sella, che abbassa il baricentro e consente di avere la zona centrale della moto a contatto con le ginocchia estremamente stretta (solo i 125 fanno meglio).
O alla cinghia di trasmissione finale che si è rivelata una vera pacchia nel corso del test. Si impara ad amarla semplicemente perché ci si dimentica di averla mai una regolazione o una spruzzata di lubrificante, funziona bene così come esce dalla fabbrica (sono garantiti 40.000 km prima della sostituzione). Geniale.
Il motore è noto. Si tratta del bicilindrico prodotto dalla Rotax su progetto BMW. È un fronte marcia inclinato in avanti di 30° con distribuzione bialbero a quattro valvole per cilindro e raffreddamento a liquido.
Eroga 85 cavalli (62,5 Kw) a 8.000 giri e la coppia massima è di 86 Nm a 5.800 giri.
L'alimentazione è garantita da un impianto ad iniezione elettronica con corpi farfallati da 46 mm.
Il telaio è un solido bitrave in alluminio che sfrutta il motore come elemento semi portante, al basamento si vincola infatti il bellissimo forcellone monobraccio.
Un cenno infine all’impianto frenante, che sfodera una triade di dischi aiutati – ma è un optional tra i tanti disponibili – dal sofisticato impianto ABS a due canali realizzato dalla Bosch.
La sintesi perfetta
Il compito più difficile, per ogni sport tourer che si rispetti, sta nel conciliare esigenze diametralmente opposte. Una buona capacità di carico non deve far lievitare a dismisura gli ingombri, l’assetto confortevole a sua volta non deve ammazzare il piacere di guida sui tratti alpini.
F800ST ci ha accompagnati lungo le arterie di mezza Europa insieme abbiamo toccato Austria, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovenia.
Toboga di curve si sono alternati a tratti spesso noiosi, da percorrere nel più breve tempo possibile. È il caso delle autobahn tedesche, dove abbiamo tolto le briglie alla bicilindrica tedesca, capace di volare fino a 230 km/h in piena sicurezza.
L’avantreno corre sui binari e solo il cupolino, dal profilo sportivo, obbliga a stare ben accucciati per evitare i ganci di Eolo.
La moto si mostra estremamente agile e compatta sin dalla prima presa di contatto e, anche con il tris di borse (regolabili nell’ampiezza) in configurazione vacanziera, permette di levarsi i pruriti sportivi sui tratti guidati.
Il bauletto posteriore offre un comodo schienalino al passeggero che lamenta solamente un'imbottitura tendenzialmente rigida della sua porzione di sella.
L’ergonomia del pilota è ben studiata, al punto che anche i guidatori oltre il metro e 85 trovano una sistemazione dignitosa.
Le uniche pecche alla voce “comfort” giungono dal calore proveniente dal telaio, fastidioso quando la temperatura esterna supera i 30°, e dalle vibrazioni che si fanno più intense sul manubrio una volta superati i 160 km/h.
Un’andatura indigesta ai tanti Tutor presenti lungo le nostre autostrade.
Gli 85 cavalli di F800ST sono puledri di razza. Il motore mette in mostra una piacevole regolarità di funzionamento a partire dai 2.000 giri/min e, fino ai 5.000, appaga i sensi del viaggiatore con un incedere rapido, privo di sussulti
Un bel 10 e lode va alla strumentazione che, con il computer di bordo e il sistema di controllo della pressione degli pneumatici (RDC), raggiunge una completezza d’informazioni da prima della classe.
Si va dalla temperatura esterna al consumo istantaneo, passando per i chilometri residui di autonomia (va detto che siamo rimasti a secco quando lo strumento ne indicava ancora 5) e i 2 trip parziali che faranno la felicità del moto turista.
Non potevano mancare le manopole riscaldabili e i consueti blocchetti elettrici disposti secondo il noto schema BMW.
Cavalli di razza
Chi crede che, per divertirsi, servano potenze da Motogp, dovrà ricredersi.
Gli 85 cavalli di F800ST sono puledri di razza. Il motore mette in mostra una piacevole regolarità di funzionamento a partire dai 2.000 giri/min e, fino ai 5.000, appaga i sensi del viaggiatore con un incedere rapido, privo di sussulti.
Il cambio di carattere avviene oltre questo regime e accompagna la corsa agli 8.000 giri/min. Il bicilindrico cambia timbro e scarica la potenza con cattiveria, toccando da fermo i 100 orari in meno di 4 secondi.
Abbiamo condotto F800ST sulle strade interne della Sardegna, nel dedalo di curve che da San Teodoro conduce a Nuoro.
L’asfalto perfetto, ma soprattutto la ciclistica sportiveggiante unita al motore prestazionale, hanno permesso alla “piccola” BMW di tenere il passo di blasonate moto sportive dotate di una cavalleria anche doppia.
E’ bastato smontare le borse e indossare la tuta di pelle per salire in sella all’altra F800ST, quella sportiva. Due moto in una, una sorta di Dr. Jeckill e Mr.Hyde a due ruote.
Il viaggio termina con l’annotazione dell’unico aspetto migliorabile di una moto nel complesso ben riuscita. La frenata anteriore vanta una buona potenza, ma pecca nella modulabilità che soffre di un intervento a volte brusco dei dischi anteriori. Al posteriore l’azione dell’ABS sblocca in modo sin troppo deciso la frenata.
F800ST non teme invece confronti nelle rare soste dal benzinaio. Con lei i 20 km/l sono la norma, anche nella guida sportiva. Basta un po’ di accortezza per superare la barriera dei 25 km/l. Di questi tempi è una gran bella notizia.
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