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Le moto che abbiamo davanti agli occhi sono due degne, anzi degnissime rappresentanti del segmento delle Hypernaked, due gioielli che rappresentano al meglio due marchi blasonati: BMW e Ducati.
Tutto il meglio della tecnologia e l'ingegneria motoristica dei due costruttori è stata riversata nella realizzazione di queste due moto, che sono delle vere e proprie superbike svestite.
In due fanno 418 cv e badilate di coppia, potrebbe sembrare una esagerazione, ed in effetti lo è, numeri che si possono godere esclusivamente in pista, ma la cosa che stupisce, è che su strada vanno alla grande e non ci vogliono nervi d'acciaio e muscoli da palestrato per guidarle con soddisfazione.
Sono spettacolari anche a motore spento, leghe e fibra di carbonio, lavorazioni dei particolari dal pieno.
Andiamo a conoscerle meglio, e vediamo di che pasta sono fatte!
La M1000 R in colorazione Black Storm e il pacchetto "M" che vede una pioggia di carbonio e metalli pregiati fresati, incute timore ancora prima di sentire il quattro cilindri ruggire.
Bella da guardare e accarezzare, fa nascere il desiderio di toccare ogni singolo componente. Certo il pacchetto "M", non è che sia a buon mercato, 5.600 euro, da aggiungere ai 22.620 del prezzo di listino, ma il risultato finale fa davvero un figurone. I cerchi in fibra di carbonio e quelle pedane con il fregio "M" ... fanno venire i brividi.
Il configuratore del sito BMW Motorrad fa venire l'acquolina in bocca, e arricchire ulteriormente la hypernaked tedesca è davvero un attimo, ma il Pacchetto M ci sembra garantire un risultato a prova di lettera a Babbo Natale.
In questo contesto di magnificienza e di accuratezza, lasciano perplessi solo un paio di dettagli, il metodo di fissaggio delle ali, con le viti in bella vista che contrastano troppo per i nostri gusti e gli adesivi, serbatoio escluso, che non sono "sotto trasparente" e che quindi si segnano con grande facilità.
Una caduta di stile poco giustificabile su una moto di questo lignaggio.
La Streetfighter V4 SP2 non è da meno, anzi nel complesso appare più pulita e curata a parità di materiali pregiati.
La "SP2" si differenzia dalla già ricchissima versione "S" che abbiamo provato tempo fa (Qui la prova), prima di tutto per la colorazione Winter Test, nero e alluminio spazzolato con fregi rossi poi si abbassa lo sguardo e non passano di certo inosservati i cerchi in carbonio, così come della stessa fibra sono le quattro ali che la schiacciano per evitare il decollo dell'avantreno sotto la spinta del Desmosedici Stradale.
Proprio guardando il motore sul lato destro si nota il coperchio della frizione a secco STM-EVO SBK, anch'esso in fibra di carbonio.
Il colpo d'occhio ci fa percepire una maggiore pulizia generale della italiana, e anche andando a guardare più il particolare, una maggiore cura del dettaglio, e ci mancherebbe, visto che la Streetfighter V4 SP2 viene venduta alla bella cifra di 36.090 euro, che possono diventare molti di più guardando gli optional "tecnici" disponibili per la bolognese!
La nuova M 1000 R monta un motore 4 cilindri in linea di 999 cc, basato sul propulsore della S 1000 RR, dotato di fasatura variabile.
La potenza massima è incrementata rispetto alla S1000 R di ben 45 cv, e tocca i 154 kW (210 CV) a 13.750 giri/min.
La coppia massima è di 113 Nm a 11.000 giri/min (S 1000 R: 114 Nm a 9.250 giri/min). con il limitatore posto a 14.600 giri/min.
Il rapporto di trasmissione secondario è piu corto grazie all'utilizzo di una corona a 47 denti (S 1000 R: 45 denti), inoltre, i rapporti di trasmissione della quarta, quinta e sesta marcia sono piu corti, a tutto vantaggio della spinta e della trazione della ruota posteriore.
Il Desmosedici Stradale di 1.103 cc è invece capace di erogare 208 cavalli (153kW) a 13.000 giri, e ben 123 Nm di coppia a "soli" 9.500 giri.
Il V4 di 90° è caratterizzato dall'albero motore controrotante, soluzione tecnica che permette di compensare parte dell'effetto giroscopico prodotto dalle ruote rendendo la moto più agile nei cambi di direzione.
Un particolare interessante riguarda l'adozione della frizione a secco che ha permesso l'utilizzo di un olio Shell specifico, arricchito di additivi di tipo racing, specifici per motori ad elevato numero di giri (come quelli utilizzati in MotoGP e SBK), ed equipaggiati con questo tipo di frizione.
Questi additivi, renderebbero problematica la trasmissione della coppia nella frizione a bagno d’olio.
Il telaio della M 1000 R è in alluminio, così come il forcellone, le sospensioni Sachs / Marzocchi semiattive, mentre l'impianto frenante con pinze dal rivestimento anodizzato blu insieme al logo "M", è sviluppato insieme a Nissin. Un altro elemento nuovo della M 1000 R è l'ammortizzatore di sterzo regolabile.
L'impianto è dotato di una nuova pompa radiale per il freno anteriore e i dischi freno sono da 320 mm.
La Streetfighter V4 SP2 prevede un telaio Front Frame e forcellone monobraccio, entrambi in alluminio, le sospensioni Öhlins semiattive (forcella NIX30 a steli rovesciati da 43 mm e ammortizzatore TTX36) con interfaccia SmartEC 2.0.
Freni al top per la bolognese, dischi da 330 mm e pinze Brembo Stylema monoblocco, da 245 mm al posteriore con pinza a due pistoncini, il tutto coordinato da un Cornering ABS EVO.
Entrambe le moto sono dotate di un'elettronica raffinatissima, con tutti i sistemi possibili di assistenza alla guida ... sportiva.
Niente radar o roba del genere, solo software che permettono di guidare forte, in massima sicurezza (sistemi di controllo del cervello di chi le guida purtroppo non ce ne sono ancora ...).
Controlli di trazione regolabili, freni motore pure, launch control, slide control, antiwheelie e chi più ne ha più ne metta. Vi viene in mente qualcosa? Loro lo montano e probabilmente è possibile regolarlo e personalizzarlo a piacimento!
Il tutto viene visualizzato su due schermi TFT perfettamente leggibili e adattabili ad ogni singolo tipo di utiltzzo.
Tenere a bada oltre duecento cavalli su strada, scaricati a terra da una moto che ne pesa meno di duecento con il pieno di benzina, fino a pochi anni fa avrebbe fatto venire i brividi.
Adesso invece, in sella a questa M 1000 R ci si trova a proprio agio, forte di un motore che sa essere di una cattiveria brutale quando si richiedono prestazioni, ma che sa essere incredibilmente docile quando si va a spasso.
A questo si somma anche una agilità fuori dal comune, merito in parte anche degli splendidi cerchi in fibra di carbonio, e dell'impostazione di guida discretamente caricata in avanti con il manubrio dritto tra le mani.
Non pensavo che questa bomba su due ruote potesse essere così affabile nell'uso quotidiano, e alla fine il fatto di trovare i pulsanti del cruise control e delle manopole riscaldabili, non è poi così fuori luogo.
La frizione morbida compensa in parte un quickshift perfettibile in scalata, mentre il resto dei comandi si comporta perfettamente, impianto frenante in primis.
In sella alla Streetfighter V4 SP2 le cose sono un poco meno pratiche, e lo si percepisce anche solo accendendola, azione che a meno che non
abitiate in una villa isolata, condividerete con tutto il condominio!
La frizione a secco ci mette del suo, e farsi odiare dal vicinato è un attimo.
Il motore si scalda velocemente, e purtroppo continua a farlo anche durante la guida, in maniera fastidiosa.
Mentre la BMW ti cuoce la gamba sinistra, la Ducati pensa bene di garantire una cottura efficace ad entrambe le estremità ...e tutto ciò che vi si trovi in mezzo.
Il motore V4 non ha la stessa linearità del 4 in linea, e ai bassi regimi scalcia discretamente, in compenso la funzionalità del quickshift è migliore rispetto alla tedesca (ed è un bene visto il carico richiesto dalla frizione...).
Pensare di riuscire a tirare a limitatore due marce, ma anche una sola, su strada è impensabile, e solo guidando in scioltezza e tenendo il motore a bassi regimi, bisogna tenere d'occhio il tachimetro. Troppo facile "sforare" i limiti di velocità (anche solo tirando una prima ... si bruciano quelli autostradali).
Meglio allora godersi le doti delle due ciclistiche, la leggerezza e la perfetta risposta dei comandi e dei propulsori.
Certo gli assetti, anche nei riding mode dedicati alla strada, sono sempre sostenuti, con un vantaggio della Ducati che copia meglio le asperità, e che ha un vantaggio anche per quanto riguarda le vibrazioni del motore.
Il quattro cilindri BMW si fa sentire soprattutto in autostrada o sulle strade a scorrimento veloce, mentre il V4 oltre a vibrare meno, ha una frequenza meno fastidiosa.
Vista la difficoltà intrinseca di sfruttare anche solo parzialmente le potenzialità di queste due moto in strada, le abbiamo portate (io e il collega Angelo Acosta), su un terreno a loro più congeniale: la pista.
Il tracciato del Cremona Circuit è perfetto per questo genere di moto, con un bel tratto misto, dove apprezzare l'agilità delle due hypernaked, un bel curvone in appoggio e un rettilineo dove godere l'allungo dei quattro cilindri.
Abbiamo deciso di non gommarle con pneumatici specifici per la pista in mescola, ma abbiamo preferito mantenere la gommatura di serie che prevede pneumatici stradali che si adattano anche all'uso in pista come le Pirelli Diablo Rosso IV Corsa (200/60 per la Ducati e 190/55 per la BMW).
Partiamo dal presupposto che entrambe ci hanno fatto divertire da matti, prestazioni esaltanti e sorrisi stampati sul volto.
Hanno due personalità differenti e ancor più che in strada, emergono delle differenze in pista.
Che la Streetfighter V4 SP2 sia figlia primogenita della Panigale emerge in men che non si dica quando gli si chiede di andare forte tra i cordoli.
Precisa come un fuso, agile quanto basta e stabile come nessuna.
Il V4 spinge come un forsennato e neccessita di apprendistato per capire che, se il tuo orecchio ti dice di cambiare marcia, un veloce sguardo alla strumentazione ti conferma che mancano ancora almeno 3.000 giri di spinta esagerata.
Fatta l'abitudine, ti viene da ridere per quanto tira.
Il quattro cilindri BMW non è da meno, abbandonati i medi regimi, tira fuori una grinta e una rabbia a dir poco impressionanti.
La trattabilità e l'erogazione lineare che dimostra in strada, se la mette nella tasca interna e tira fuori una cattiveria da vera SBK.
Di contro mette leggermente a disagio l'avantreno, che nonostante il carico garantito dalle ali, trasmette sempre una sensazione di leggerezza a cui devi fare l'abitudine. Anche nel tratto lento, in cui peraltro è rapidissima, la leggerezza da arma segreta diventa quasi controproducente se non la si guida in maniera pulita.
Questa è la maggiore differenza tra le due moto, sulla Ducati selezioni il riding mode più adatto e la risposta del motore più aggressiva, e sei a posto al 90%, con la BMW, trovi le giuste risposte dal motore e dai freni, ma con l'assetto devi trovare un compromesso.
Anche in percorrenza della curva 9, la più veloce del tracciato e lievemente sconnessa, se ci si passa leggermente larghi di traiettoria, con la Ducati si percorreva in scioltezza, con la BMW leggermente in apprensione per i movimenti e il galleggiamento dell'avantreno.
Anche la funzionalità del quick shift entra in sofferenza, non tanto in inserimento dei rapporti, dove si dimostra rapido e preciso, quanto in scalata, azione che richiede un certo sforzo e a cui risponde con una sorta di gommosità.
L'estrema rapidità e la leggerezza della BMW pagano qualcosa in termini di efficacia in pista, nei confronti della Ducati, che da parte sua paga qualcosa nell'uso su strada.
Seppur con due personalità diverse, e in maniera differente, queste due moto hanno una cosa in comune, sanno trasmettere sensazioni che tutti i motociclisti dovrebbero provare almeno una volta nella loro vita.
Sono due capolavori tecnologici, progettati e realizzati solo per compiacere chi li possiede, li guida, e io aggiungerei anche per chi li ammira.
Esclusivi e per molti irraggiungibili, sono due "sogni a occhi aperti".
Moto: BMW M 1000 R - Ducati Streetfighter V4 SP"
Meteo: Sole 28°
Luogo: Strada | Cremona Circuit
Terreno: Strada |Pista
Caschi - Shark Race R Pro Carbon - Alpinestars Supertech R-10
Tute - Alpinestars GP Tech V4
Guanti - Alpinestars Supertech
Stivali - Alpinestars Super Tech R
Bmw
Via dell'Unione Europea, 1
200097 San Donato Milanese
(MI) - Italia
02 51883200
[email protected]
https://www.bmw-motorrad.it/
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