La nineT nasce dalla pura passione motociclistica degli uomini di Monaco per celebrare i 90 anni di BMW. È ispirata al mondo custom, ha il telaio modulare ed è costruita in modo artigianale. Superlativa su strada, costa cara. A patto che la troviate ancora
La moto viene fornita infatti in versione biposto, ma è un attimo eliminare la prima parte del telaietto e ottenere la monoposto. Se volete esagerare, potete togliere un altro pezzo di coda e avere così la nineT in versione solo. In Italia purtroppo quest’ultima configurazione non è al momento omologata, peccato perché consente di spostare in teoria la targa sul parafango posteriore.
Anche il doppio scarico Akrapovic permette di essere stappato in due livelli con le sue apposite viti. A parte, BMW offre il terminale singolo (che può essere posizionato alto o basso) e il guscio posteriore in alluminio per la configurazione monoposto (costa circa 200 euro e ha un comodo vano al suo interno).
Un serbatoio monumentale
Non parliamo di dimensioni, ma di presenza scenica. Il serbatoio in alluminio è un’opera d’arte. La scheda tecnica è fredda, dice solo che contiene 17 litri (3 di riserva). Aggiungiamo che è saldato a mano nello stabilimento di Berlino e la sua particolare lavorazione richiede ben 7 processi, che fanno lievitare il costo industriale a livelli proibitivi (diverse centinaia di euro!).
Le finiture e la cura del dettaglio hanno pochi riscontri nella produzione di serie attuale, non solo BMW. Sulla piastra di sterzo spicca il logo BMW Motorrad ricavato per punzonatura come sulle moto di 40 anni fa. L’elica compare persino sul coperchio della lampadina del faro anteriore, che ovviamente è realizzato ad hoc per la nineT.
Bella e classica la strumentazione, fantastici i fianchi spazzolati a mano del serbatoio in alluminio, in questo materiale è pure la protezione dello snorkel che alimenta l'airbox.
L’ultimo boxer ad aria
La nineT non è solo apparenza. Il suo cuore è il motore boxer di 1.170 cc raffreddato ad aria e olio, con testata bialbero. È lo stesso presente sulla R1200R, rivisto però nella gestione elettronica e nello scarico. È un motore tosto anche ai bassi e fa della nineT una bella bestia su tutti i percorsi, complice il peso di soli 222 kg col pieno. Eroga 110 cavalli a 7.500 giri e ha 119 Nm a 6.000 giri.
Rispetto alla citata R cambia la rapportatura finale, più corta e presa paro paro dalla R1200GS.
Il motore è elemento portante della ciclistica, che a sua volta dispone di un telaio composto da 4 parti modulari. Quelle posteriori possono essere tolte, permettendo alla nineT di passare da biposto a monoposto, per finire nella configurazione solo tipicamente Café Racer.
Via il Telelever, arriva la classica forcella
Allo stesso tempo antica e moderna. Se dietro troviamo infatti la configurazione standard delle BMW, con Paralever e cardano sul lato destro, davanti il Telelever lascia il posto a una bella forcella a steli rovesciati. Una scelta controcorrente per la Casa di Monaco, che sulle boxer ha rinunciato al Telelever solo su modelli particolarmente sportivi, come HP2 e Megamoto.
La nineT non vuole certo essere una declinazione sportiva, ma la sua vocazione custom e minimalista si coniuga alla perfezione con un avantreno smilzo e semplice come questo.
La forcella, non regolabile (il mono prevede invece la taratura di estensione e precarico con pomello esterno), deriva dall’unità impiegata sulla Superbike S1000RR così come l’impianto frenante con pinze ad attacco radiale fornite dalla Brembo e dotato dell’ABS Bosch di ultima generazione, che è stato preferito al tradizionale Continental-Teves che equipaggia le moto tedesche dotate di Telelever e di frenata integrale (invece assente sulla nineT per migliorare il feeling di guida).
I cerchi sono a raggi da 17”, con il posteriore da 5,5” sostituibile con un’unità da 6” grazie al monobraccio opportunamente dimensionato e adatto a ospitare una gomma addirittura da 200 (ovviamente non omologata in Italia, dove siamo rassegnati a una burocrazia pestilenziale).
Gli pneumatici misurano 120/70 ZR 17 e 180/55 ZR 17. La sella è davvero bassa (785 mm) e accoglie con facilità anche i piloti meno alti.
Impianto elettrico a misura di custom
Gli ingegneri tedeschi hanno pensato anche alle difficoltà che incontrano gli amanti del tuning, quando mettono mano agli impianti elettrici delle moto moderne, infarcite di elettronica e di centraline inaccessibili. Per questo hanno adottato un impianto CAN-BUS specifico, separando il cablaggio del motore da quello del resto del veicolo. In questo modo i professionisti dell’aftermarket non dovranno litigare con una rete integrata che rende estremamente complicata l’adozione di gruppi ottici o proiettori alternativi.
La lista degli accessori comprende navigatore, borsa da serbatoio e borsone posteriore (ma si sacrifica il posto del passeggero), scarichi, antifurto, manopole riscaldate, indicatori di direzione a LED, dettagli in fibra di carbonio e selle nonché diversi particolari estetici e protettivi. I clienti potranno cambiare l'allestimento della moto negli optional fino a nove giorni prima della consegna.
E' prevista anche una linea di abbigliamento dedicata nel catalogo ufficiale BMW con una serie di giacche in pelle realizzate da Belstaff e distribuite da un numero selezionato di rivenditori.
Di nineT in Italia ne arriverà un bel numero (si dice tra 500 e 1000 moto), ma già oggi trapela che la domanda ha superato l’offerta e creato liste di attesa molto lunghe, nonostante il prezzo di 15.530 euro. Ma non disperate, a differenza della HP2 la nineT non resterà un esercizio di stile fine a se stesso, ma sarà la capostipite di una nuova famiglia di moto custom dal sapore inconfondibilmente BMW.
La nostra prova
Come la prima R32, la nineT è una moto nuda, essenziale, pura nelle linee e vicina al mondo custom. Custom perché a Monaco hanno progettato la prima moto BMW che può essere personalizzata dal cliente senza perdere la garanzia della casa e senza compromettere la funzionalità della moto che in poche mosse passa da biposto a monoposto. E badate bene: non si tratta di rimuovere il sellino, sulla nineT è il telaio a essere modulare e in un attimo la zona posteriore si spoglia di tutto il superfluo, sino a sparire.
Tutto sommato la nineT è davvero simile al bellissimo concept presentato a Milano nel 2008 (trovate qui a destra i primi bozzetti del progetto).
La nineT è minuscola, eppure accogliente. Restituisce il piacere del contatto fisico con la moto. Le gambe abbracciano lo stretto telaio in metallo e il motore è lì sotto, a far sentire e vedere la sua presenza.
Al suo fianco persino la R1200R appare grossa e impacciata, tanto che la confondi con una maxi enduro se la guardi da dietro.
Il boxer 1200 ha una coppia bestiale ai bassi, è reattivo e velocissimo a riprendere velocità anche a partire da 2.000 giri. Pensate che basta tenerlo sotto i 4.000 giri per viaggiare con un ritmo indiavolato tra le curve
Il boxer 1200 ha una coppia bestiale ai bassi, è reattivo e velocissimo a riprendere velocità anche a partire da 2.000 giri.
Pensate che basta tenerlo sotto i 4.000 giri per viaggiare con un ritmo indiavolato tra le curve di un bel percorso misto. E poi fa un sound allo scarico che rizza i peli sulle braccia. È un continuo giocare col gas per stuzzicarlo e ascoltare quel braap braap che crea dipendenza.
Non bastasse il motore, ci pensa pure il cambio corto e ben manovrabile ad aumentare il godimento in sella alla nineT.
Oltre i 4.000 giri la BMW mezza nuda e mezza custom ti ricorda di avere 110 cavalli e viaggia come una lippa, le bastano 3,5 secondi per passare da 0 a 100.
Tra le curve il peso basso e la ciclistica davvero svelta fanno godere come poche. La nineT cambia direzione in modo fulmineo ed è sempre facile, intuitiva. Davanti non c’è il Telelever, ma una bella forcella a steli rovesciati, mentre dietro ritroviamo il cardano che non richiede nessuna manutenzione ed è privo di reazioni in accelerazione.
E’ una BMW, quindi non poteva mancare l’ABS sui freni Brembo. L’impianto Bosch ha un funzionamento impeccabile e si rivela molto meno invasivo di quello montato sulla gamma boxer con Telelever.
Chiudiamo con una nota sui consumi. La nineT conferma la parsimonia del motore boxer (nel misto bastano 5 litri di benzina ogni 100 km), ma ci sarà qualcuno che sceglierà la prima special di serie della casa tedesca per questa dote?
Crediamo di no, la nineT conquista già sul cavalletto. Se poi accendete il motore, sarà amore. Amore vero.
Attenzione: questa prova mostra un pilota professionista in condizioni controllate. Non imitate simili comportamenti di guida che potrebbero essere pericolosi per voi e per gli altri.
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