DUCATI Monster 696

DUCATI Monster 696
A 15 anni dalla nascita Monster cambia pelle. 696 è la nuova entry level, potente e agile come dev'essere una vera Ducati
16 aprile 2008

Il coraggio dei campioni
Ci sono aziende che legano il loro nome a un prodotto forte, ricco di personalità, capace di identificare immediatamente un marchio, se non di crearne uno nuovo. Quasi un nuovo brand, come amano dire gli strateghi del marketing.
Così andò sul finire del 1992 al Salone della Moto di Colonia, quando Ducati propose sfacciata la prima moto nuda di impronta dichiaratamente sportiva. Si chiamava Monster.
Quell’esercizio di stile ha permesso all’azienda di Borgo Panigale di rafforzare la presenza sui principali mercati internazionali: Monster nell’arco dei suoi (primi) 15 anni è diventato una vera moto cult, preferita da 200.000 motociclisti. I monsteristi.


Rivedere da capo a piedi un mostro sacro come Monster è il peggiore incubo che possa capitare agli ingegneri e ai designer.
Non in Ducati, un’azienda da 40.000 moto all’anno in grado di battere i colossi giapponesi sul terreno a loro più congeniale, la Motogp.
Ecco che si spiega la scelta coraggiosa di affidare la progettazione e il disegno del nuovo Monster al centro stile interno.
Ducati crede nelle proprie risorse e lo dimostra tanto nelle corse con la veloce Desmosedici, quanto nella produzione con Monster 696.
Se il 2007 ha scritto il nome di Ducati negli annali sportivi, il 2008 raccoglie la sfida che l’azienda bolognese lancia al mercato, proponendo una moto che con la vecchia non condivide una sola vite.
Anzi, qualcosa in comune c’è, lo stile. È monsterista, lo riconosceresti a un chilometro di distanza. Minimalista, basico: un telaio a traliccio come solo nella “terra dei mutur” sanno fare, un bicilindrico desmo a L appeso lì sotto in bella vista, un faro tondo, e infine lui, il panciuto serbatoio che identifica immediatamente la vista laterale del mostro.

Ostenta le forme
Come una bella donna, Monster 696 ama farsi ammirare. Sotto il succinto vestito, costituito dai due gusci in plastica che coprono il serbatoio, meccanica e telaio sono alla mercè dello sguardo.
Basta un’occhiata distratta per comprendere la mole di lavoro che ha investito gli ingegneri Ducati, guidati dal responsabile del progetto, Giulio Malagoli. Telaio e motore sono nuovi, al pari delle sospensioni e dei freni. Ma andiamo con ordine.
Il design è funzionale, di barocco non troverete nulla sul 696. Il faro perde peso e volume rispetto al predecessore, ha la tripla parabola e una sezione laterale ridotta.
La piastra superiore della forcella ha un disegno “ad ali di gabbiano” e ospita la nuova strumentazione digitale, un vero computer di bordo. Le dimensioni sono lillipuziane, ma ciò non va a discapito della leggibilità.
Semmai bisogna fare la mano al tasto che seleziona le varie funzioni. Contagiri a barre, velocità, contachilometri, trip, temperatura olio, trip riserva, avviso fuorigiri, temperatura dell’aria, cronometro, spia pressione olio, spia riserva. Il pranzo è servito.
Il software è predisposto per l’acquisizione dati (DDA), una chicca per chi porterà Monster in pista.
Lo svecchiamento include gli specchietti retrovisori, bassi, allungati ed efficaci.

Più benzina, più aria
Il vero serbatoio è celato alla vista dalle due cover. Una scelta che va incontro alla riduzione del peso e alle possibilità di personalizzazione della moto, da sempre una delle più customizzate. Basta riverniciare pochi elementi per cambiare il volto di Monster.
Il vero serbatoio cresce sino a 15 litri di capienza, così come l’air box, che arriva a 10 litri d’aria.
Le prese d’aria realizzate sulla copertura hanno una duplice funzione: forniscono aria fresca al motore e regalano alcuni centimetri al fine corsa dello sterzo.
Il diametro di sterzata del vecchio Monster lo rendeva impacciato nelle manovre. Ora le cose vanno meglio (la corsa complessiva dello sterzo è di 64°).
Il posteriore è esile e sfuggente, in contrapposizione alla muscolosità centrale di Monster.
La luce posteriore si adegua alla moda attuale e passa all’illuminazione a LED.

Come una bella donna, Monster 696 ama farsi ammirare
Come una bella donna, Monster 696 ama farsi ammirare

Le maniglie del passeggero ci sono, ma non si vedono: sono poste sotto la sella. Ricordatevi di dirlo alla passeggera, prima che inizi la caccia al tesoro.

Il traliccio sposa l’alluminio
Non fraintendeteci, il telaio a traliccio di tubi è sempre in acciaio. La novità è data dal leggero telaietto posteriore, fuso in lega d’alluminio, che dona alla moto fianchi stretti e una sella posta a soli 770 mm dal suolo. Dello stesso materiale è fatto il forcellone posteriore bi-braccio, che ricorda quello della blasonata Desmosedici.
Le sospensioni vedono all’opera Showa all’avantreno e Sachs al retrotreno. La forcella upside-down ha steli da 43 mm e vanta un’escursione utile di 120 mm. Non prevede alcun tipo di regolazione. Dietro il monoammortizzatore (regolabile nel precarico della molla e nel ritorno idraulico) presenta una novità importante, l’assenza del link e dei leveraggi annessi, a vantaggio della leggerezza e della diminuzione degli ingombri. La progressività è affidata alla molla.
I freni sono figli dell’evoluzione tecnica di questi ultimi anni. Il fornitore è sempre Brembo, che dona all’avantreno due dischi da 320 mm, serviti dalle stesse pinze radiali a 4 pistoncini sfoggiate dalla sportiva 848.
Dietro lavora un disco da 245 mm morso da una pinza a 2 pistoncini.
Monster calza scarpe adeguate alle prestazioni, con pneumatici da 120/60-17 davanti e da 160/60-17 dietro, montati su cerchi in lega leggera a 3 razze.

Dedicato ai maniaci del tuning  
Il libretto riporterà l’omologazione allargata al barra 70 per la gomma anteriore, e al “gommone” da 180 per quella dietro (su cerchio con canale da 5,50 al posto del 4,50 originario).
Una delle linee guida dei progettisti era la riduzione del peso. Obiettivo centrato. Monster 696 pesa 161 kg a secco (senza benzina, lubrificanti e batteria).

Il cuore desmo cambia testa
Monster 696 si affida al motore Ducati per antonomasia, il bicilindrico a L, con distribuzione desmodromica, 2 valvole per cilindro e raffreddamento ad aria. Vanta una cubatura di 696 cc ed è alimentato dall’iniezione elettronica Siemens.
Le termiche sono riviste in profondità, crescono le valvole (quelle di aspirazione passano da 43 a 44 mm di diametro, quelle di scarico da 38 a 38,5), e gli alberi a camme lavorano direttamente sulla testa per sostentamento oleodinamico. L’eliminazione dei cuscinetti ha alleggerito il sistema desmodromico.
Ora i 696 cc erogano 80 cv a 9.000 giri/min – la potenza specifica più elevata per i Ducati raffreddati ad aria – e una coppia di 7 kgm a 7.750 giri/min.
Il bicilindrico allunga senza fatica sino all’accendersi dei Led rossi sul contagiri, che corrispondono all’approssimarsi del limitatore posto a 9.500 giri.
Il sistema di scarico si adegua a quest’opera di rinnovamento radicale. I silenziatori sono sempre doppi, ma più corti, larghi e tozzi.
Cambia pure il giro dei collettori, che lascia maggiore agio alle pedane del pilota. L’impianto è equipaggiato con 2 sonde Lambda, una per ciascun cilindro in modo da rendere l’erogazione fluida pur nel rispetto della stringente normativa Euro 3

Ora i 696 cc erogano 80 cv a 9.000 giri/min – la potenza specifica più elevata per i Ducati raffreddati ad aria – e una coppia di 7 kgm a 7.750 giri/min

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ìLa trasmissione si avvale di un cambio a 6 rapporti, mentre la frizione multidisco in bagno d’olio ha il comando idraulico e dispone del sistema antisaltellamento APTC, che ha anche il vantaggio di ridurre lo sforzo alla leva.

Su strada. La modaiola ama le curve
Monster 696 mantiene fede alle origini ed elegge a dimora la città e i percorsi guidati, fatti di curve in rapida successione.
L’ergonomia ha fatto un deciso balzo in avanti, merito della distanza sella/manubrio più contenuta. Il busto del pilota è sempre proteso in avanti a caricare l’avantreno, ma la posizione allungata e un po’ “antica” del vecchio modello è acqua passata. 

Il cuore del nuovo Monster ha raggiunto la piena maturità.
L’abbiamo maltrattato, spingendolo sotto la soglia dei 2.000 giri con le marce lunghe e lui ha reagito con qualche colpo di tosse, schiarendo la voce già a partire dai 2.500 giri/min. Davvero una bella fluidità per un bicilindrico di quasi 700 cc.
Sino a 4.000 giri si viaggia spediti, in scioltezza dai 4 ai 6.000 il rumore di aspirazione si fa cupo, gutturale sino a coprire quello di scarico. E l’andatura è sostenuta, brillante anche sui percorsi guidati. Passati i 6.000 giri/min le trombe dello scarico alzano il volume – con la tipica  sonorità desmo – e portano in un battito di ciglio alla soglia del fuorigiri.
Il piccolo di casa Ducati non si tira indietro, dimostra anzi come 80 cavalli siano sufficienti a divertirsi nel misto sia lento che veloce, aiutato da un cambio e da una frizione che non mostrano il fianco alle critiche. La rapportatura finale si rivela tendenzialmente lunga, rallentando in parte le riprese. Ne guadagnano comfort e consumi nei trasferimenti extraurbani.

Monster 696 è oggi il modello entry level di Ducati a cui va il merito di aver alzato il livello di ingresso nel mondo “desmo”, grazie allo stile che sposa prestazioni di tutto rispetto. Tali da appagare chi si avvicina al motociclismo, così come chi cerca una moto facile, ma dalla forte personalità.
696 è già disponibile al prezzo di 7.850 € (esiste anche la versione Plus, con cupolino e coprisella, a 8.200 €) nei colori bianco perla e nero dark con telaio nero, e rosso con telaio rosso. Entro l’estate arriverà la versione depotenziata.


Pregi


Personalità estetica | Finiture | Agilità | Fluidità e prestazioni del motore

Difetti


Calore dal collettore | Rigidità sullo sconnesso

 

Da Automoto.it

Ducati Monster 696 (2008 - 13)
Ducati

Ducati
Via C. Ducati, 3
40132 Bologna (BO) - Italia
051 6413111
https://www.ducati.com/it/it/home

  • Prezzo 8.054 €
  • Cilindrata 696 cc
  • Potenza 80 cv
  • Peso 161 kg
  • Sella 770 mm
  • Serbatoio 15 lt
Ducati

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Scheda tecnica Ducati Monster 696 (2008 - 13)

Cilindrata
696 cc
Cilindri
2 a V
Categoria
Naked
Potenza
80 cv 59 kw 9.000 rpm
Peso
161 kg
Sella
770 mm
Pneumatico anteriore
120/60 ZR17
Pneumatico posteriore
160/60 ZR17
Inizio Fine produzione
2008 2013
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