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Trucco estetico leggero per questa superbike nuda che se da una parte ha guadagnato in prestazioni e dotazione tecnica, dall'altra ha perso quella semplicità e pulizia delle linee tipiche delle versioni raffreddate ad aria. L'occhio dell'appassionato, naturalmente, sarà attirato più dalla componentistica pistaiola di questa nuova versione della Monster, che non da tutto il resto. Probabilmente qualche novità estetica dopo una così lunga e onorata carriera non sarebbe disdicevole.
Tra le new entry della dotazione di serie, vanno sicuramente citate le forcelle Ohlins con steli rovesciati da 43 mm di diametro e trattamento TiN degli steli e la sospensione posteriore con mono progressivo ultra regolabile (grazie al puntone registrabile si può anche variare l'altezza), delle vere chicche per specialisti.
Goduria per gli occhi, ma non solo per quelli, l'impianto frenante griffato Brembo promette (e mantiene...) grandi cose. I due padelloni anteriori da 320 mm con relative pinze radiali a 4 pistoncini e 4 pastiglie, ed il 45 giri posteriore da 245 mm stamperebbero il sorriso sul volto di qualsiasi motociclista.
Notevole la dotazione di carbonio, fiancatine, parafango e coprimotore sono fabbricati con il pregiato tessuto.
L'intramontabile telaio a traliccio in tubi d'acciao, coadiuvato nel "lavoro" da un forcellone monobraccio in alluminio, abbraccia il bicilindrico da 998 cc, vecchia conoscenza degli appassionati ducatisti.
130 cv (95 Kw) a 9.500 giri e 10,6 kgm di coppia erogati a 7.500 giri sono numeri che parlano da soli, soprattutto nel caso in cui siano messi a disposizione di una moto senza carene...
Vista la dotazione al top per quanto riguarda ciclistica e motore, mi sarei aspettato un cruscotto più "ricco".
Tachimetro e contagiri analogici, due piccoli display per orologio, termometro e contachilometri parziale-totale sono poca cosa per una top di gamma.
Anche gli specchi retrovisori, dal look tutt'altro che "fresco", si sposano poco ad un prezzo di acquisto di 14.500 €.
Decisamente esiguo, anzi del tutto inesistente il vano sottosella, che obbliga a tenersi il blocca disco in tasca.
La posizione di guida con gambe raccolte e busto parecchio caricato in avanti, se da una parte rappresenta un buon compromesso nella guida sportiva, dall'altra mette in evidenza un'impostazione ergonomica datata che, nell'utilizzo quotidiano, affatica il pilota.
Le prime ore di guida passate in città (purtroppo) mi danno una sensazione sgradevole. La frizione granitica, un motore che sotto i 3.000/3.500 giri strappa e il calore sprigionato dai due cilindri sfiancherebbero chiunque. Decisamente poco a suo agio nel traffico cittadino, anche a causa del limitato raggio di sterzo, la "Testastretta" sogna (e fa sognare ) spazi aperti e senza traffico.
130 cv (95 Kw) a 9.500 giri e 10,6 kgm di coppia erogati a 7.500 giri sono numeri che parlano da soli
Ma giudicare questa Ducati per come si comporta nell'utilizzo quotidiano è decisamente limitativo.
Una moto così fatta per gli appassionati della guida, per gli amanti delle pieghe e delle aperture di gas non si può giudicare nel tragitto casa-ufficio, dunque trasferiamoci ...sul passo del Maloja.
La lunga supestrada che porta da Milano fin su a Colico, non rappresenta il massimo per una naked senza carena, ma il piccolo cupolino della Monster si comporta in modo più che apprezzabile. Le vibrazioni del motore si avvertono, ma non disturbano più di tanto il pilota, mentre sono gli specchi retrovisori che ne risentono maggiormente.
Gli allunghi permessi dallo scarso traffico, fanno uscire la vera natura del "Testastretta" che pur essendo un bicilindrico ama girare alto...ma in alto davvero.
Inutile dire che la cavalleria e la coppia a disposizione sono difficilmente sfruttabili su strada aperta al traffico e che sono più adatte ad un utilizzo pistaiolo.
La ciclistica risponde bene, anche se sul veloce emerge una sgradevole sensazione di leggerezza dell'avantreno. Spostandoci sul misto medio veloce, il bicilindrico bolognese mostra di avere cavalli e coppia da vendere. Le uscite dalle curve sono delle vere e prorie fucilate, coadiuvate da un cambio rapido e preciso. A soffrire tanta cattiveria è sempre l'avantreno, che risponde alle aperture di gas con delle sbacchettate.
La possibilità di regolazione delle sospensioni può ovviare in parte al problema, ma un ammortizzatore di sterzo lo vedrei bene.
La sospensione posteriore da parte sua, si comporta bene finchè l'asfalto è in buone condizioni, meno bene quando si incontra qualche buca (purtroppo frequenti sulle nostre strade), situazione in cui il pneumatico tende a scartare troppo bruscamente.
Lo scarico alto ha permesso da tempo di ovviare al problema della scarsa luce a terra delle vecchie Monster, qui si può piegare a piacere senza che nessuna parte della moto sfreghi contro l'asfalto.
Terrificante la potenza dell'impianto frenante. Anche nelle staccate più "tirate" è sufficiente usare un solo dito per rallentare oppure arrestare la "Testastretta".
Per tirare due somme, questa Monster è sì una naked, ma solo all'apparenza, l'anima è da vera superbike, con tutti i pregi e i difetti annessi. Un cavallo di razza che ha bisogno per correre al meglio, di un pilota con gli attributi e magari di un nastro d'asfalto con i cordoli, piuttosto che con i guardrail.
Ducati
Via C. Ducati, 3
40132 Bologna
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