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Più la osservi e più ti stupisce. Non ci sono mezze misure: la ami o la odi. L’hanno dimostrato gli sguardi un po’ intontiti degli appassionati nello stand Ducati a Eicma. Ci avete fatto caso? La XDiavel è stata forse la novità più ammirata della fiera. Di sicuro in Ducati (non ce ne voglia la Multistrada Enduro). Sulle prime è facile scambiarla per una nuova Diavel, ma non fatevi ingannare dall’apparenza. La X davanti indica un progetto tutto nuovo, a partire dal motore. Arriva infatti il sistema DVT, che già abbiamo apprezzato sulla recente Multistrada, e molto altro ancora.
La XDiavel riceve una nuova versione del Testastretta DVT nato per la Multistrada 1200, naturalmente già Euro-4. La cilindrata viene innalzata a 1.262cc allungando la corsa; così si ottiene una coppia ai bassi e medi regimi ancora maggiore. Il rapporto di compressione sale di mezzo punto (12,5:1) e sono confermati la doppia accensione, il controllo della distribuzione a fasatura variabile DVT e l’iniezione di aria secondaria allo scarico. Il risultato sono botte da orbi. La coppia massima tocca il picco massimo di 13,1 kgm a soli 5.000 giri (ed è già superiore ai 10 kgm fin dai 2.100), mentre la potenza massima arriva a 156 cavalli a 9.500.
Confronta XDiavel con le sue rivali
Tra le cruiser soltanto la mastodontica (anche sulla bilancia) Yamaha V-Max va oltre, toccando i 200 cavalli. È diversa in parte l’architettura stessa del propulsore, che presenta attacchi del telaio su entrambe le teste, con supporti per le pedane (avanzate) del pilota fissate sulla testa anteriore. L’albero motore è dotato di una nuova soluzione per l’equilibratura, che sostituisce le più classiche pastiglie con piastre in acciaio riportate. Novità anche per il posizionamento della pompa dell’acqua, spostata all’interno della L per una maggior pulizia delle linee. E finalmente arriva sul Testastretta il sensore della marcia, prima appannaggio del solo Superquadro. Gli intervalli di manutenzione confermano l’affidabilità degli ultimi bicilindrici progettati dalla Ducati; la manutenzione ordinaria si effettua ogni 15.000km, con registrazione del gioco valvole solo a 30.000km.
Sulla XDiavel troviamo l’ormai famosa piattaforma inerziale IMU, che consente di avere in tavola il controllo di trazione DTC, l’ABS cornering Bosch-Brembo 9.1MP, tre riding mode (Sport, Touring e Urban con potenza diminuita a 100 cavalli), ma anche l’inedito Ducati Power Launch, un controllo che permette al pilota partenze brucianti agendo sull'acceleratore ride-by-wire e preserva la frizione gestendo il numero massimo di lanci. La strumentazione segue lo schema già noto, con le spie sul manubrio e lo schermo TFT separato e posto vicino alla zona del blocchetto d’avviamento. Blocchetto che peraltro non serve più, perché la XDiavel consente l’accensione del motore da remoto attraverso la chiave/telecomando. I fari, anteriore e posteriore, sono full-LED, con la versione XDiavel S dotata di luci diurne DRL. Il cliente può personalizzare la XDiavel con cinque selle, tre pieghe del manubrio e tre posizioni delle pedane – con la possibilità di un ulteriore optional sotto forma del kit “pedane centrali” Ducati Performance, dedicato a chi guiderà la cruiser bolognese con piglio monsteristico.
La XDiavel è una cruiser, come dimostra il suo interasse imponente (1.615mm). Ma le quote ciclistiche sono studiate per dare tanta maneggevolezza. Le piastre di sterzo determinano un’inclinazione di 30° e un’avancorsa di 130 mm. La Ducati promette angoli di piega di 40°, valore a dir poco inusuale nel mondo cruiser. Le sospensioni impiegano una forcella Marzocchi da 50 mm completamente regolabile, dotata di idraulica su steli separati. Dietro lavora un monoammortizzatore Sachs regolabile nel precarico e nell’estensione, il suo montaggio è quasi orizzontale e prevede il cinematismo progressivo. Gli pneumatici sono presi pari pari dalla Diavel e sono quindi semplicemente esagerati.
All’avantreno troviamo un 120/70 ZR17, mentre il posteriore è dominato da un 240/45 ZR17, entrambi Pirelli Diablo Rosso II. L’impianto frenante conta su pinze Brembo monoblocco M4-32 con pompa radiale; i dischi sono da 320 mm e da 265 mm (dietro logicamente). Grande novità – per Ducati – anche nella zona della trasmissione: troviamo una bella cinghia a fare da contorno al monumentale forcellone in alluminio con capriata di rinforzo. È un’ottima scelta, che libera dalla schiavitù dello spray lubrificante e della regolazione.
La XDiavel è solo nera, difficile confondersi. La versione standard è opaca, mentre la S ha la livrea lucida e aggiunge il già citato gruppo ottico anteriore con DRL, la forcella con riporto DLC sugli steli, le pinze anteriori Brembo M50, una sella speciale e dettagli con lavorazioni a vista. Anche i cerchi sono differenti e hanno 14 invece che 12 razze. Sempre sulla S ci sono le cartelle della distribuzione in alluminio e la verniciatura del motore in nero lucido. La XDiavel standard costa 19.990 euro, la S arriva a 22.990 euro.
Diavel e XDiavel. Hanno un nome (troppo?) simile e appartengono entrambe al mondo cruiser di Ducati. Stop, le similitudini finiscono qui. D’altra parte il fatto che condividano solo gli pneumatici Pirelli la dice lunga: sono due prodotti diversi. La Diavel è sportiva, con una motore rabbioso ma anche piuttosto irregolare ai bassi. La XDiavel ti accoglie invece come la poltrona di casa. Sali, o meglio scendi, in sella e allunghi le gambe come faresti sul pouf davanti alla tv. È una posizione comoda, che non permette di caricare le pedane nella guida sportiva, ma che non stanca nemmeno dopo una lunga giornata in sella.
Le finiture sono curate in modo semplicemente perfetto, in particolare sulla versione S. Costa più della standard, ma la differenza è pienamente giustificata (la stessa Ducati prevede di vendere l’80% di XDiavel nell’allestimento top).
Il motore non ha vibrazioni, piuttosto lo si sente pulsare vivo a ogni richiamo dell’acceleratore. Ha una tonalità di scarico eccitante, piena e cupa sin dai regimi più bassi nonostante l’omologazione Euro 4. La risposta dell’acceleratore è vellutata e testimonia una gestione davvero a punto del ride by wire. Delle tre mappe la Touring è la migliore, mentre la Sport trasforma i 156 cavalli in iene affamate di curve. Supera il nostro esame a pieni voti il sistema DVT: sulla XDiavel la fasatura variabile compie uno step ulteriore rispetto a quanto abbiamo visto sulla Multistrada DVT; è infatti sparito quel gradino, leggero ma percepibile, nell’erogazione intorno ai 3.500 giri. Il Testastretta evidenzia una splendida regolarità di funzionamento sin da 2.000 giri. Ma quello che più stupisce è la gran botta di coppia che si scatena dai 3 ai 5.000 giri. In questo range la XDiavel spinge come una vera bestia e allunga le braccia a ogni rotazione del polso destro. Oltre questo regime ovviamente le prestazioni crescono ulteriormente, ma questa versione del bicilindrico desmo entusiasma soprattutto per la risposta ai medi.
Il motore è assecondato dal cambio a sei rapporti, preciso e leggero. La trasmissione finale a cinghia ha un funzionamento inappuntabile e cancella come per magia tutti i rumori tipici della catena, quando si guida sotto-coppia. La frenata Brembo è molto potente e anche modulabile (fatto non sempre scontato quando le pinze sono così sportive); il cornering ABS rappresenta poi un elemento di grande utilità, perché fa lavorare il sistema antibloccaggio anche a moto piegata evitando quindi le cadute durante le frenate d’emergenza in curva.
La moto è bassa e lunga. Per forza di cose le sospensioni hanno un’escursione ridotta, in particolare dietro. Ma non sono tarate rigidamente. In particolare la forcella ha un’idraulica abbastanza aperta, che le fa digerire senza problemi le infinite giunture del cemento californiano. Restiamo in tema di comfort per dirvi che il motore scalda, ma senza esagerare; persino in coda (con 20°) raggiunge la soglia di fastidio per gambe e piedi solo dopo parecchi minuti di stop a motore accesso.
Non crediamo che il consumo sia il primo pensiero dei futuri proprietari della XDiavel. Nell’extraurbano la nostra moto ha percorso una media di 15,5 km/l. Tenuto conto delle numerose soste fotografiche e dell’andatura brillante con le marce basse, ci pare un risultato discreto (oltre che di poco interesse per chi comprerà questa moto).
Di difetti la nuova XDiavel ne ha ben pochi. Ma uno emerge in modo lampante. Al passeggero è dedicato uno spazio davvero striminzito. Nella dotazione di serie è previsto uno schienale di piccole dimensioni (nelle foto non lo vedete montato sulla nostra moto), che migliora la situazione, ma non la risolve. Se la distanza è breve e il passeggero è smilzo, non ci sono problemi. Ma se questi requisiti non sono soddisfatti, rischiate il divorzio. La cruiser bolognese è una moto da single, ma state certi che a lui (o lei) regalerà una caterva di soddisfazioni.
Moto: Ducati XDiavel
Luogo: San Diego (CA)
Meteo: sole, 18°
Strade: extraurbane
Foto di Thomas Maccabelli, Tino Martino, Marco Campelli
Casco Caberg Drift Full Carbon
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