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SportSmart x SportSmart = SportSmart² (si legge square), con questa semplice formula Dunlop descrive il nuovo pneumatico dedicato alle moto sportive, e ai loro possessori, che pur prediligendo la guida su strada, in qualsiasi condizione di guida, non disdegnano o non si vogliono far mancare qualche puntata pista.
Sviluppato nell'arco di 18 mesi dal Dipartimento di Ricerca e Sviluppo europeo lo SportSmart² tiene conto dei pregi, ma soprattutto dei difetti (a dire il vero davvero trascurabili) del suo predecessore. Allo SportSmart si imputava in particolare, lo scarso confort offerto su strada, ebbene il miglioramento di tale aspetto è stato uno degli obbiettivi dei tecnici, che hanno anche lavorato sulle prestazioni e la tenuta su asfalto bagnato, grazie all'utilizzo di una mescola 100% silice per la spalla del pneumatico posteriore (che come per il predecessore è bi-mescola). A tale scopo serve anche il nuovo disegno della scolpitura del battistrada, con superiori capacità drenanti (+20% il dato dichiarato), che per il pneumatico anteriore prevede il “rovesciamento” della scolpitura dalla tipica forma a V, che nello SportSmart aveva il vertice rivolto verso l'alto, mentre ora punta verso terra. Il pneumatico posteriore è anch'esso stato modificato nel disegno del battistrada, e a un primo esame visivo mostra degli intagli di maggiore larghezza.
Le migliorate capacità di smorzamento delle sollecitazioni tipiche dell'asfalto sconnesso, sono state ottenute lavorando in particolar modo sulle carcasse dei due pneumatici, anteriore e posteriore, che ricordiamo sfruttano le tecnologie JLB (JointLess Belt) e JLT (JointLess Tread). La prima consiste nel posizionamento di una serie di “cinture” longitudinali che permettono un controllo ottimale delle deformazioni della carcassa, la seconda consente il posizionamento di mescole di diverso tipo sulla superficie del pneumatico. Da rilevare che il nuovo SportSmart² risparmia in termini di peso, rispettivamente un -7% sull'anteriore e -8% per il posteriore, con tutti i vantaggi in termini di guidabilità e inerzia.
Anche il profilo è stato rivisto, con l’anteriore che assomiglia esteticamente, e non solo come leggerete più avanti, al D 212 GP.
La prima cosa che si percepisce, è la maggiore rapidità nella fase d’inserimento in curva (i tecnici Dunlop hanno stimato in un +23% la velocità di discesa in piega rispetto allo SportSmart), caratteristica da ricondurre al minor peso del pneumatico, ma soprattutto al profilo “più svelto” dell’anteriore, che in questo ricorda davvero da vicino il D212 GP. Il grip offerto in fase di frenata e inserimento è un gradino sopra al predecessore, e permette di entrare in curva con i freni ancora pinzati, potendo contare su una tenuta davvero notevole, e con una tendenza al raddrizzamento nulla. I cambi di direzione necessitano di minore impegno fisico, mentre aprire o chiudere una traiettoria in curva, appare certamente più facile e meno impegnativo. Il grip offerto dal posteriore è in linea con quello offerto dallo SportSmart, e quindi certamente elevato, mentre è apprezzabile il fatto che anche dopo svariati turni in pista, e nelle mani di personaggi poco raccomandabili, l’aspetto del battistrada non mostri segni di sofferenza, e il consumo appare limitato e uniforme, d'altronde le doti di durata, a detta degli uomini Dunlop, sono un altro punto forte di questo pneumatico.
Prese le misure e fatta conoscenza con il pneumatico, ci aspetta una coppia di moto decisamente più impegnativa. Le SportSmart², e relativi piloti, sono ora alle prese con le Yamaha YZF R1, moto più impegnative del punto di vista ciclistico e dotate di un propulsore che, almeno tra i cordoli di una pista, potrebbero mettere in difficoltà un pneumatico “stradale” come lo SportSmart².
Per l’occasione le pressioni dei pneumatici sono state abbassate, in questo specifico caso a 2.1 e 1.9, rispettivamente anteriori e posteriori, per garantire prestazioni superiori in presenza di coppia e cavalleria davvero “impegnative”. Le buone impressioni avvertite con la Honda CBR 600 RR sono confermate anche sulla R1, che nel passaggio, “vecchio” “nuovo”, guadagna in rapidità d’inserimento in curva e maneggevolezza nei cambi di direzione. Chiudere la traiettoria di una curva affrontata in maniera sbagliata, non è più “cosa per pochi”, ma è più semplice e meno impegnativo sia fisicamente sia mentalmente.
Dove la natura stradale delle SportSmart² emerge in maniera più consistente, è quando “si prende in mano” la manopola del gas in uscita di curva. La risposta piuttosto brusca della mappa”A” della quattro cilindri giapponese, tanto per capirci quella che garantisce una risposta immediata del motore, tende a mettere in crisi l’aderenza dello SportSmart², al quale viene in soccorso il controllo di trazione. Spostando la mappatura su “Standard”, e quindi rendendo meno aggressiva la risposta del motore, le cose migliorano notevolmente, con la conseguenza che riusciamo anche ad abbassare la soglia d’intervento del controllo di trazione. In compenso le perdite di aderenza sono sempre progressive, e a lungo andare ci si prende anche gusto a fare scodare la superbike di Iwata.
Dopo l’obiettivo della maneggevolezza, anche il miglioramento delle prestazioni sul bagnato è stato raggiunto. Adesso tocca vedere e toccare con mano se le nuove SportSmart² hanno perso quella cattiva abitudine di trasmettere le sollecitazioni dell’asfalto sconnesso alle terga del pilota.
Per questa prova sono previsti 300 km di test, un terzo del quale da percorrere in autostrada, i restanti sono invece strade di montagna. Più volte scambiamo le moto, quindi possiamo apprezzare le differenze tra le due generazioni di pneumatici. L’obiettivo dell’innalzamento del confort a quanto pare sembra raggiunto, le sconnessioni che troviamo lungo il percorso, evidenziano una maggiore propensione a filtrare le sollecitazioni, sia davanti sia dietro, questa caratteristica potrebbe far pensare a una struttura della carcassa meno rigida e quindi meno precisa. Sbagliato, le SportSmart² si distinguono per reattività e precisione anche sul veloce, mentre lasciano indietro le precedenti SportSmart quando il misto si fa stretto e i cambi di direzione si susseguono, o almeno richiedono meno impegno fisico da parte del pilota.
Si può in pratica confermare quanto i tecnici ci avevano riferito, e quanto avevamo letto in cartella stampa, le nuove SportSmart² ereditano le ottime qualità e i pregi delle SportSmart, eliminandone quasi totalmente i difetti.