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La ricerca del famoso anello di congiunzione tra la bici e la moto, grazie alla propulsione elettrica sta stuzzicando sempre più le fantasie di appassionati e costruttori specie nel mondo fuoristrada. Da qualche tempo hanno iniziato a circolare oltre che mountain bike a pedalata assistita sempre più tecniche anche delle moto leggere e scorrendo i dati di vendita degli ultimi due anni ci si accorge di come, seppur si tratti di una nicchia, l'apprezzamento del pubblico ci sia. In particolare negli ultimi mesi si parla molto di Talaria. Ma cos'è Talaria e come sono fatte queste piccole enduro elettriche?
Per scoprirlo abbiamo passato una giornata tra i boschi in sella alla Talaria Sting TL 3000 che si candida proprio a colmare quel divario che c'è tra la e-mtb specialistica e le moto da enduro propriamente dette e, aggiungiamo dopo averla provata, da trial alpinismo. L'abbiamo scelta anche perché è in questo momento uno dei cinquantini più venduti in Italia al fianco di nomi ben più noti come Piaggio, Beta o Fantic Motor. Omologata come un ciclomotore L1e, questa piccola fuoristrada offre molto più di quanto possa apparire da un primo sguardo. Le dimensioni decisamente contenute e i preconcetti che inevitabilmente un motociclista d'esperienza può avere nei confronti di un cinquantino ci possono però portare a commettere l'errore di sottovalutarla e considerarla, appunto, un giochino per ragazzini. Ma a noi, lo sapete, ci piace metterci le mani e provare prima di liquidare con superficialità un fenomeno.
Per prima cosa facciamo un po' di chiarezza. La Sting TL 3000 di Talaria ricorda molto un altro prodotto sempre di fabbricazione cinese, ovvero la Sur-Ron che è già presente sul nostro mercato da qualche tempo ma per quanto apprezzata non ha forse destato lo stesso interesse. A prima vista sembrano uguali, ma non lo sono e il mistero è presto spiegato. Il marchio Talaria nasce proprio come uno spin-off di un gruppo di progettisti della Sur-Ron e la Sting potrebbe essere considerata un'evoluzione dello stesso progetto in quanto essendo stata fatta successivamente ha anche alcune accortezze che sulla Sur-Ron non erano inizialmente presenti. Ad esempio è leggermente più grande, la batteria ha più capacità e ha una connessione più semplice da rimuovere, il forcellone è più largo e consente di ospitare pneumatici di sezione maggiore e la trasmissione primaria non è a cinghia ma ad ingranaggi. Questa soluzione obbliga a fare un cambio d'olio ogni mille chilometri ma oltre che efficace risolve forse l'unico punto debole delle Sur-Ron a detta dei possessori.
Il motore a magneti permanenti è al centro di un bel telaio in estruso d'alluminio semplice ma che ci è parso ben fatto. In posizione sempre centrale troviamo il pacco batteria estraibile da 2,4 kWh, sufficienti (scopriremo) a coprire almeno una cinquantina di chilometri senza necessità di lesinare con la manetta. La potenza è di 3 kW ma il picco arriva a 6 kW e già questo dovrebbe rendercela molto più interessante. In distribuzione già a fine mese, inoltre, arriverà la TL4000 che, come dice il nome, avrà una potenza nominale di 4 kW e di picco di 8 kW. Sono cavallerie molto contenute e che consentono l'omologazione L1e ma che con l'erogazione immediata dell'elettrico e il peso ridotto (66 kg con la batteria) la trasformano in una due ruote pronta e divertente anche per i più smaliziati. La trasmissione è a catena e le sospensioni della Fastace sono regolabili. Particolare è la misura delle ruote, entrambe da 19". La versione omologata per la circolazione stradale è limitata ai 45 km/h mentre quella "mx" per uso privato arriva a 75 km/h. La luce a terra è di 260 mm e la sella è a 840 mm dal suolo. Queste misure dovrebbero aiutarci a capire come non sia esattamente minuscola, per quanto decisamente più compatta di una qualsiasi enduro endotermica.
La prima sensazione è di estrema naturalezza e semplicità accompagnata dall'impressione di poter arrivare ovunque. L'unica stranezza a cui occorre abituarsi è che la moto è talmente stretta che quasi scompare sotto di noi. Il manubrio dritto e largo in stile mountain-bike ci aiuta ad avere il controllo della situazione. I freni, entrambi al manubrio come le bici, richiedono un po' di apprendistato prima di fidarsi ciecamente. E di fiducia un po' ce ne vuole perché in un attimo con la Talaria ci si ritrova a lanciarsi su single track, muri e discese. Se su un terreno piatto può far presagire un certo divertimento, è di certo sui saliscendi più stretti e angusti che dà il meglio. Laddove con una vera enduro si incontra una difficoltà dimensionale e dove è richiesto un po' di mestiere, con questa piccoletta si possono sfruttare doti di agilità da mountain-bike e anche chi non è un'endurista nato può trarne soddisfazione. La frenata, dicevamo, potrebbe offrire più confidenza, ma per il resto è davvero difficile trovare al volo qualcosa di clamorosamente sbagliato su questa Talaria. Il motore è riuscito e la risposta al comando è pronta ma allo stesso tempo fluida, senza incertezze. Di coppia ce n'è a sufficienza pur essendo un cinquantino anche per portare a spasso col sorriso un tester che passa gli ottanta chili e anzi sorprende quando ci si trova ad affrontare uno strappo in salita. Le pendenze sono sempre un problema per i piccoli elettrici, ma in questo caso ci si arrampica bene. Soltanto quando la salita si fa molto lunga ecco che il motore si plafona su tutto ciò che può dare. Ma sulle rampe che si trovano in mezzo al bosco è sorprendente come, pur essendo così piccola, possa arrampicarsi in un attimo. In tutto il nostro giro non abbiamo mai sentito la reale esigenza di avere più potenza.
Abbiamo apprezzato moltissimo anche l'impareggiabile agilità e la rapidità con cui si possono fare inversioni di marcia praticamente su una zolla. Le sospensioni assolvono egregiamente il proprio compito pur non essendo delle unità sofisticate e su questo punto è bene sottolineare anche come questa Talaria Sting proprio come i cinquantini d'un tempo si presti particolarmente alle personalizzazioni. Si possono montare forcelle e ammortizzatori diversi, freni e ruote anche di diverso diametro e persino si potrà intervenire sulla batteria con appositi kit messi a disposizione direttamente dalla Casa. Tutto questo, ovviamente, per un utilizzo su terreno privato.
Visto il tipo di mezzo è inevitabile trovarsi su una linea di confine tra il lecito e l'illecito perché, specie sui sentieri naturali è facile "capitare" su passaggi vietati alla circolazione. Cerchiamo allora di affrontare la questione senza false ipocrisie. Pur restando una pratica vietata e da non fare, l'essere in sella ad un veicolo così compatto, non eccessivamente potente e soprattutto silenzioso aiuta ad essere in qualche modo tollerati. Lo abbiamo vissuto in prima persona durante il nostro test quando abbiamo incontrato sia ciclisti sia camminatori sia altri motociclisti e abbiamo scambiato qualche impressione con ognuno riscontrando curiosità e interesse. Un certo tipo di enduro sta riscontrando sempre più ostacoli e forse moto come questa - a patto di essere utilizzate con intelligenza e buonsenso! - possono aiutare ad essere accettati. Al netto di questo lo abbiamo trovato un prodotto davvero molto interessante e trasversale per fascia d'età. Per di più il prezzo non è affatto proibitivo: la Sting TL 3000 viene proposta a 5.690 euro, mentre ce ne vogliono 6.190 per la TL 4000. A questo bisogna sottrarre l'incentivo per l'acquisto di moto elettriche.