E' la più versatile di casa Harley: una moto da viaggio che, all'occorrenza, si trasforma in una perfetta custom cittadina. Costa 17.700 Euro con ABS di serie
C'era una volta un Re che non amava le motociclette: nella sua terra, il Regno di Giordania, le moto non potevano circolare. Questo fino all'arrivo di Claude Abry, rinomato chef che dalla Francia approda alla Corte di Giordania. Claude è un grande appassionato di Harley-Davidson e il suo amore per le due ruote contagia il Sovrano e la sua famiglia grazie ai quali, da due anni a questa parte, le motociclette sono tornate a solcare le strade della Giordania. Il principe Abbas Bin Ali, secondo cugino del Re, è il direttore del Chapter Kingdom of Jordan. Ma, oltre a contribuire a questa piccola rivoluzione, Claude realizza il suo grande sogno: abbandona mestoli e pentoloni per aprire una concessionaria moto nella capitale, Amman.
Non è una favola, questa, ma una bella realtà che da maggio 2010 si chiama Harley-Davidson Amman; ed è proprio da qui che parte il nostro viaggio/prova della nuova nata di Milwaukee, la Switchback, la moto più poliedrica della gamma Harley.
Dicono di lei…
Yves-Olivier Allamagny, direttore generale di Harley-Davidson Italia: "Nel nome Switchback è racchiuso il senso di questa moto, che definirei una stradale compatta nel design e nelle dimensioni. La Switchback permette di fare del turismo su lunghe tratte senza avere l’impegno di una moto più grossa come potrebbe essere una delle nostre Touring." Ascolta l'intervista audio a Olivier Allamagny
Isabella De Alberti, responsabile marketing di Harley-Davidson Italia: "La Switchback vuole avvicinare un pubblico che, pur essendo interessato ad una moto touring della nostra categoria, è magari spaventato dal peso. E' un buon compromesso tra una custom e una touring."
Brian Scherbarth, Harley-Davidson product engineer: "La nuova geometria dell'avantreno, le specifiche di cerchi e pneumatici e la forcella idraulica a cartuccia sono state progettate per una maggiore reattività. Una prova su strada di questo modello è l’ideale per scoprire che la Switchback è una valida touring, davvero divertente da guidare".
Com’è fatta?
La linea è quella che conosciamo bene, segnata dall'inconfondibile stile Harley. La mission è quella di essere perfetta in ogni situazione, forte di un corposo motore da 1.691 cc, una linea compatta e accessori facilmente removibili, per adattarsi sia ai lunghi viaggi che al traffico della città.
Per le gite fuori porta ci sono le borse laterali rigide in tinta e il parabrezza a sgancio rapido, montato sulla forcella. Una volta tornati dal weekend con la fidanzata, in pochi minuti e senza l'ausilio di attrezzi, è possibile togliere gli accessori e ritrovarsi la moto pronta per andare in ufficio la mattina seguente.
Le borse si aprono e si rimuovono con la chiave d'accensione, ma il parabrezza? E' a sgancio rapido e quindi non ha bisogno di chiavi o attrezzi. Per gli altri modelli che montano questo tipo di accessorio Harley-Davidson produce dei "lucchetti antifurto" che per la Switchback, però, non sono ancora previsti.
Come richiesto dal marchio che porta impresso sul serbatoio (da 17,8 litri), sulla Switchback si sprecano le cromature: a partire dal faro nacelle e dal manubrio mini ape-hanger in acciaio inossidabile con riser arretrati, fino allo scarico cromato 2 in 1 con terminale a taglio dritto dal sound avvincente, passando per la classica console sul serbatoio con blocchetto di accensione integrato. I parafanghi avvolgenti vanno ad incorniciare gli inediti cerchi in lega d’alluminio neri a cinque razze, col posteriore da 17" e l’anteriore da 18". Naturalmente guarniti da pneumatici Dunlop "brandizzati" Harley-Davidson.
Primo contatto
Salire, anzi…scendere in sella (695 mm da terra) ad una Harley-Davidson è sempre un’emozione. Farlo in una cornice magica come la Giordania rende tutto ancora più piacevole: le strade, oltre che spesso molto belle, sono pressochè deserte, e con una guida come Claude ci assicuriamo passaggi in luoghi totalmente estranei al turismo e panorami infiniti da togliere il fiato.
Me li godo comodamente appoggiata alla sella two-up, con le gambe allungate fino alle "pedanone" poggiapiedi rivestite in gomma. Ottimo accorgimento, quello della gommatura, perché in accelerazione è facile scivolare indietro, per chi è poco forzuto come me, e soprattutto perché isola un po' dalle "famose" (e tanto amate dagli Harleysti puri) vibrazioni del bicilindrico di Milwaukee; vibrazioni in realtà quasi inesistenti sulla Switchback – come del resto sulle altre Dyna – con la quale si evitano formicolii indesiderati anche dopo molte ore in sella.
Classica in versione accessoriata, più moderna e cittadina senza borse e parabrezza, con un motore che va davvero dappertutto
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