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Due le novità Harley-Davidson 2022 che siamo andati a provare in Spagna, una fa parte della famiglia "Sport" ed è la Nightster dotata del V-Twin Revolution Max 975T raffreddato a liquido, la seconda è una versione più sportiva e dinamica della Low Rider S, che indossa un abito sport cruiser e cambia la sigla in "ST".
La Nighster 975 è la sorella minore della 1200, meno rivoluzionaria e più classica nel look, è dotata del V-Twin di 60° che in questa versione eroga 89 CV/66 kW a 7.500 giri/min, con una coppia massima di 95 Nm a 5.750 giri/min. Un propulsore classico nell'aspetto, ma dai contenuti moderni, un piccolo radiatore ben occultato, così come lo sono i condotti olio e di raffreddamento, dotato di doppio albero di equilibratura (ottima scelta visto che è parte integrante del telaio e funge da elemento stressato). L'airbox è celato all'interno di quello che erroneamente si potrebbe considerare il serbatoio della benzina (posizionato invece sotto alla sella), che nelle forme richiama quello delle classiche Sportster.
La forcella Showa da 41 mm abbraccia un cerchio da 19 pollici gommato 100/90, mentre il doppio ammortizzatore posteriore accompagna nel movimento un cerchio da 16 pollici e relativo pneumatico da 150/80.
Il prezzo di listino, che per una H-D si potrebbe considerare contenuto, in effetti meriterebbe qualche attenzione in più per diversi particolari in plastica e soprattutto una maggiore cura nell'assemblaggio della parte sinistra del motore, dove spiccano connettori e cavi elettrici a vista, che contrastano con il lato destro praticamente perfetto!
La Low Rider ST, si può considerare una evoluzione in senso più trasgressivo e votata al piacere di guida rispetto alla sorella "S", una bagger dotata di una carenatura ancorata saldamente al telaio, con linee che si rifanno alla migliore tradizione Harley-Davidson.
Sella singola e sospensione posteriore rialzata per garantire maggiore luce a terra, ne anticipano il concetto di dura e pura. Splendido protagonista il Milwaukee-Eight™ 117, raffreddato ad aria/olio, che prende aria da un filtro di aspirazione diretto per dare il respiro ai 105 CV/78 kW a 5.020 giri/min, ma soprattutto alla poderosa coppia di 168 Nm a 3.500 giri/min.
Come scritto sopra, il posteriore è stato alzato con il mono regolabile nel precarico e corsa utile di 56 mm che permette angoli di piega incrementati a 30 gradi, mentre la forcella Showa a steli rovesciati da 43 mm è priva di regolazioni. Poggiata su due cerchi, anch'essi da 16 e 19 pollici come la sorella minore, ma in questo caso gommati 110/90 e 180/70, la Low Rider ST frena la sua massa di ben 326 kg, grazie alla potenza di un impianto frenante che prevede una coppia di dischi da 300 mm e relative pinze a quattro pistoncini mentre sul posteiore è montata una pinza a due pistoncini.
Anche la Nightster è ben frenata, l'impianto Brembo prevede un disco da 320 mm con pinza a quattro pistoncini per il disco anteriore e un singolo da 260 mm posteriore. Entrambe le nostre H-D sono dotate di ABS, ma la "piccola" vanta una dotazione elettronica più ricca in virtù dei tre Riding Mode disponibili (Rain - Road - Sport), e della possibilità di intervenire anche sulla gestione del freno motore. Niente elettronica o mappe motore per la dura e pura Low Rider ST, se escludiamo il cruise control, e la piccola strumentazione, qui è tutto secondo tradizione.
A proposito di strumentazione, ci saremmo aspettati uno sforzo in più per quella della Low Rider, che non va oltre un piccolo display LCD, leggibile in quanto posizionato sul manubrio, ma su una moto di questo genere ci si aspetterebbe qualcosa in più.
La Nightster è invece dotata di uno strumento singolo analogico - digitale, più tradizionale nell'estetica e dalla buona.leggibilità.
Solitamente si inizia per gradi, e noi proprio per questo cominciamo... Dall'alto. In sella alla Low Rider ST per iniziare il nostro giro sulle strade tortuose della Costa Brava e su quelle più distese dell'entroterra.
Con una sella posta a soli 725 mm da terra, non stiamo a dirvi che si sale e si scende facilmente, o che si tocca perfettamente con entrambi i piedi anche se non si è dei giganti. Giganti che potrebbero lamentare una posizione delle pedane leggermente alta, d'altronde la ricerca di una migliore luce a terra ha costretto a qualche compromesso. Posteriore e pedane rialzati, garantiscono però, quel minimo di luce a terra per potersi godere maggiormente la Low Rider ST anche nella guida brillante, tenendo un'andatura non più da passeggio, bensì godendosi le curve in sequenza e le prestazioni del suo splendido motore.
Discretamente agile e manovrabile alle basse velocità anche grazie all'erogazione del motore, nonostante i 325 kg in ordine di marcia, questa H-D si esprime al meglio su percorsi medio veloci, dove la carenatura si dimostra discretamente funzionale, lasciando esposto al vento solo il casco, ma dove emergono una stabilità e un rigore della ciclistica sorprendenti.
Le doti del Milwaukee-Eight™ 117, con una coppia esagerata e sempre disponibile, permettono di usare il minimo indispensabile il cambio, che da parte sua è ben manovrabile e con una rapportatura tendente al "lungo", mentre le vibrazioni sono contenute a qualsiasi regime, e in ogni caso hanno una frequenza contenuta e poco fastidiosa. La frenata è sempre consistente, e l'impianto sembra di non soffrire l'affaticamento.
Il cielo si carica di nuvole minacciose proprio quando ci apprestiamo a lasciare la nostra Low Rider ST e saliamo sulla Nighster 975. Dimensioni e pesi calano vistosamente, e la cosa non ci dispiace, anche perchè le possibilità che le tortuose strade della Costa Brava si trasformino in fiumi è molto probabile e gestire 100 kg in meno (221 in ordine di marcia), ci rassicura non poco!
Rispetto alla Low Rider ST troviamo una posizione di guida ergonomicamente più comoda, mentre ci viene a mancare il comfort della sella, che sulla Nightster, complice il fatto che debba essere ribaltabile per accedere al serbatoio, risulta poco imbottita.
Impostiamo il Riding Mode su Road, con le tarature specifiche di ABS, TCS e freno motore, e ci godiamo il buon equilibrio della ciclistica che ci fa pennellare le curve piacevolmente, mentre rimaniamo un poco delusi dalla "T", la torque, ossia la coppia del V-Twin Revolution Max 975T in questa modalità di guida latita, mentre si distingue meglio l'allungo del bicilindrico. Spostansi su "Sport" le cose migliorano dal punto di vista del tiro e della capacità di ripresa, ma l'aumento del freno motore e la risposta piuttosto brusca del comando del gas ci fanno ritornare al Riding Mode precedente.
Si guida con facilità e grazie anche ai comandi dalla taratura ottimale, i chilometri scorrono piacevolmente sotto le ruote. Piacevolmente finchè non inizia a diluviare, ecco allora che si entra in modalità "recovery" e proviamo il Riding Mode Rain, saggiando le doti del controllo di trazione, messo a dura prova dagli asfalti davvero scivolosi che abbiamo incontrato.
La risposta dei freni, che su asciutto meriterebbe un poco di mordente in più, si fa appprezzare in questo frangente, così come la risposta pigra del bicilindrico che in modalità "Rain" fa di tutto per evitare perdite di aderenza del posteriore limitando al massimo potenza e coppia.
Rientrando in albergo, e sognando una doccia calda alla faccia della primavera spagnola, tiriamo due conclusioni sulle H-D che abbiamo provato, una matura ed esclusiva, parliamo della Low Rider ST,. La seconda , e parliamo della Nightster, intrigante ma ancora acerba in alcuni contenuti, motore e finiture possono migliorare, ma confidiamo che lo faranno presto.
Moto: Harley-Davidson Nightster 975T - Low Rider ST
Meteo: Nuvolo - Pioggia - 12°
Luogo: Costa Brava (Spagna)
Terreno: Strada
Foto - H-D
Casco: Airoh
Giacca: REV'IT
Pantaloni: REV'IT
Guanti:Alpinestars
Stivali TCX