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Nel mondo Harley-Davidson è in atto una piccola rivoluzione: nel 2018, anno del 115esimo anniversario del Marchio, non troveremo più a listino le irriverenti V-Rod e la famiglia delle Dyna, che lasciano il posto a otto nuove Softail, quattro delle quali oggetto della nostra prova. Tenendo conto che H-D parla di cento modelli previsti nei prossimi dieci anni, avremo un bel da fare e questo è solo l'inizio!
Tutte queste Softail sono moto completamente nuove a partire dal telaio che tanto soft non è più, perché il ridisegnato tubolare in acciaio al carbonio aumenta la sua rigidità del 65% rispetto al precedente chassis e abbassa di non poco la lancetta della bilancia, ottenendo una riduzione di peso di diversi chili, 17 addirittura su alcuni modelli, grazie al lavoro svolto su tutta la nuova ciclistica.
Il design del telaio assicura una minore "complessità", ovvero una riduzione del 50% nel numero dei componenti e del 22% nelle saldature. Sono presenti due differenti forcelloni, uno per pneumatici posteriori stretti e uno per quelli più larghi.
Lo chassis più ampio è più leggero di 5,89 kg (15%), mentre quello più stretto pesa 8,16 kg (20%) in meno. Il rinnovato disegno della struttura e del forcellone permette ora l'introduzione di un'altra importante evoluzione-rivoluzione: sotto alla sella non abbiamo più il classico doppio ammortizzatore con le molle in bella vista, ma si nasconde un mono Showa Cantilever regolabile nel precarico, semplicemente andando ad agire su un comodo pomello posto sul lato destro della sella: si regola facilmente per adattare la sospensione al peso e alle esigenze di chi guida.
Cambia anche l'anteriore, dove un bella forcella Showa Dual Bending Valve con una corsa di 130 mm - rivista ed inclinata ad hoc per ognuno dei modelli - si occupa di incassare le asperità e di rendere queste motone più maneggevoli e facili da gestire. Il 2018 porta una profonda rivisitazione anche delle linee: queste Softail hanno nuove livree, nuovi serbatoi, strumentazione ridisegnata e moderni fari a LED, che portano una ventata di freschezza - anche se i puristi storceranno il naso - a tutta la gamma.
C'è persino la presa USB sul cannotto di sterzo. Sulle Harley? Sì, ma state tranquilli: l'elettronica non è - ancora - arrivata, controlli di trazione e mappe motore restano alla larga da queste motociclette che sono pur sempre delle "classiche".
Presente ovviamente su tutti i modelli l'ABS di serie.
Cuore pulsante di queste Harley è il propulsore Milwaukee-Eight nelle sue due decliazioni 107 e 114, che corrispondono rispettivamente a 1.745 e 1.870 cc. Il 107 è di serie sulle nuove Softail, mentre il più potente 114 è disponibile a richiesta su Fat Bob, Fat Boy, Heritage Classic e Breakout.
Il Milwaukee-Eight (otto sta ad indicare il numero delle valvole, quattro per cilindro) è il nono bicilindrico progettato dalla Casa americana; mantiene ovviamente la disposizione dei cilindri a V di 45 gradi ma eroga una potenza e una coppia superiori del 10% rispetto ai motori precedenti e le quattro valvole per cilindro garantiscono un miglioramento del 50% nei flussi di adduzione e scarico dei gas.
Grazie ad un sistema di controfasatura, il Milwaukee-Eight promette una riduzione delle vibrazioni del 75% al minimo, e si è lavorato anche per quanto riguarda il calore sotto alla sella: durante la marcia è praticamente nullo così come le famose good vibrations. L'Euro 4 porta anche un inevitabile cambio al vocione del bicilindrico che si smorza un pochino nei toni, ma resta comunque piacevolmente inconfondibile. Anche il cambio, seppur più morbido e preciso, mantiene la sua classica e rinomata rumorosità.
Come da tradizione Harley-Davidson non dichiara i dati di potenza, ma basta girare la manopola del gas per rendersi conto che i cavalli ci sono, e corrono alla grande.
I modelli che abbiamo avuto modo di provare nei giorni scorsi in Spagna sono quattro e sono totalmente diveresi tra loro: Street Bob con motore 107, Breakout 114, Heritage Classic 114 e Fat Bob 114; in comune solo il telaio Softail e il propulsore, quattro caratteri e stili differenti che ci danno un'idea globale di quel che sarà la gamma 2018. Vediamole una per una.
Partiamo dalla più piccina del gruppo, la Street Bob con motore 107. Già smilza di suo, perde 7 chili grazie alla nuova ciclistica e ferma l'ago della bilancia a 286 chilogrammi. Sono tanti, sì, ma svaniscono completamente una volta in sella. Sella decisamente low perché ci posiziona a soli 68 centimetri da terra e per arrivare alle manopole dell'ape hanger servono lunghe braccia e tanta voglia di restare "appeso come una scimmia", come dice il nome stesso del manubrio.
A dispetto di quel che ci aspetterebbe le pedane non sono molto avanzate e ci si ritrova quindi in una posizione poco naturale, anche se non eccessivamente affaticante e comunque fedele ad un modello che non è certo pensato per i lunghi viaggi ma più per il giretto al raduno estivo, rigorosamente senza passeggera perché qui la sella monoposto la fa da padrona e lo strapuntino rovinerebbe la bella linea tonda del parafango posteriore!
Protezione dall'aria naturalmente non ce n'è, e anche questo la rende una moto da tutti i giorni, perché no per andare al lavoro con stile, visto che le nuove quote la rendono facilissima da guidare, praticamente una bicicletta anche nel traffico e le leve di frizione e freno sono morbide e ben modulabili. Il motore 107 poi è più che sufficiente per darle la grinta che merita con la sua coppia di 149 Nm a soli 3.000 giri, e il disco singolo anteriore basta per frenarla con fermezza.
Il lavoro svolto sulle sospensioni e il comfort in generale, e questo lo ripeteremo senza dubbio per tutti i modelli provati, è davvero ben riuscito: la moto non scalda, nemmeno quando ci si ferma motore acceso al semaforo, le vibrazioni su sella, pedane e manubrio sono pressoché nulle e le sospensioni Showa fanno davvero dire "non sembra nemmeno di stare su un'Harley!".
La definisce bene Harley-Davidson: "fists in the wind", perché si fa davvero a pugni con il vento ma è proprio questo che la rende una vera, dura e pura H-D, perfetta anche come base per delle customizzazioni, anche se la 2018 vede già qualche bel dettaglio di serie come le ruote nere con parafanghi accorciati, la minuscola strumentazione digitale sui riser, il faro a LED.
Il serbatoio da 13 litri e poco più non permette di allontanarsi troppo dal benzinaio, ma si sposa perfettamente con il profilo low, tanto low che nelle curve un po' più svelte la luce a terra è davvero poca, ma ad ovviare al problema ci sono i praticissimi piolini sotto alle pedane, che si fanno limare senza problemi.
La Street Bob è proposta in cinque colorazioni: Vivid Black, Olive Gold, Red Iron Denim, Wicked Red/Twisted Cherry e Industrial Gray Denim/Black Denim ad un prezzo che parte da 15.000 Euro e arriva ai 15.700 per le versioni bicolore.
La seconda Softail che passa tra le nostre mani è la Breakout 114, una dragstar muscolosa e cattiva, che per il 2018 riceve un nuovo serbatoio da 13,2 litri, il faro a LED, i cerchi in alluminio neri lucidi verniciati a polvere (21 pollici all'anteriore, 18 al posteriore con gommone da 240), e una lunghissima forcella da 49 mm. Anche qui troviamo la stessa strumentazione della Street Bob, piccolissima e fissata sui riser del largo manubrio dragbar.
Ed è proprio la Breakout che giova della più importante riduzione di peso: con 17 chili in meno rispetto al model year precedente, pesa ora "solo" 294 chilogrammi.
Una moto per le strade americane, pensata per percorrere infiniti nastri d'asfalto dritti e neri. E invece noi, che le cose le facciamo per bene, abbiamo voluto metterla alla prova in un bel misto stretto di montagna. Risultato? Anche qui la Breakout tira fuori un inaspettato caratterino grazie al motore 114 e alla rinnovata ciclistica, ma nella guida veloce stanca parecchio perché vuol essere guidata di corpo, la ruotona da 21 lontana lontana dal manubrio vuol essere buttata giù in piega di braccia e di gambe, e anche le leve di freno e frizione hanno bisogno di una certa forza per essere azionate con disinvoltura.
Anche qui troviamo un solo disco all'anteriore, ma la potenza del motore e il peso importante richiederebbero un secondo disco per una frenata più decisa. E la luce a terra? Meglio che sul precedente modello, ma comunque scarsina se si spinge davvero.
Una moto da omaccioni insomma, che non temono il peso e la fatica, e che vogliono sentirsi dei veri fighi grazie alla posizione in sella aggressiva e all'aspetto bruto della Breakout, alla quale nulla si può dire: nel suo genere che può piacere o meno, è veramente bella. Così com'è bello da vedere il ruotone posteriore da 240 mm, a sottolinearne lo spirito aggressivo. Il bicilindrico 114 poi è un portento, scarica tutta la sua potenza in maniera costante e lineare rendendo la guida piacevole sui modelli turistici e divertente su quelli più aggressivi come Breakout e Fat Bob.
E' proposta in cinque varianti di colore: Vivid Black, Black Tempest, Twisted Cherry, Silver Fortune e il Legend Blue Denim Anniversario (quest'ultimo solo per la versione col propulsore 114); i prezzi partono da 22.000 Euro e arrivano a 25.400 seconda della versione e del colore.
Heritage Classic, è la moto della gamma che più ci ha stupito: nonostante l'aspetto pacioso e ingombrante su strada risulta essere la più facile, maneggevole, equilibrata e piacevole da guidare. Con quell'aria retrò che ricorda le Harley degli Anni '50, le grosse borse in pelle, il parabrezza bicolore e il grande serbatoio da 19 litri da l'idea di essere la più pesantona della famiglia (e sulla carta è così con i suoi 316 chili), ma è anche quella che con i 17 chili in meno si allontana completamente dal modello precedente e indubbiamente quella che più ha giovato, all'atto pratico su strada, di tutte le migliorie di cui abbiamo parlato nell'introduzione.
Dunque la guardiamo con un po' di diffidenza mentre ci aspetta lì pacifica e cicciottella sul cavalletto, ma ci stupisce non appena ingranata la prima marcia con un'inaspettata leggerezza e un'agilità tra le curve mai vista prima su un modello di questo genere.
Dopo pochi metri ci si accorge di essere in sella ad una moto davvero tuttofare. La seduta bassa - 680 mm - rende facili le manovre alle basse velocità ma è comoda come una poltrona imbottita, il motore spinge alla grande e il manubrio, anche se particolarmente alto e a corna di bue, non stanca mai. Comode anche le grandi pedane piatte e comodo il passeggero, anche se la porzione di sella a lui riservata non è particolarmente spaziosa. Con un bel sissybar si possono fare davvero tanti chilometri anche in due con il comfort di una Touring, ma senza l'impegno e l'ingombro di una Touring. Non mancano il cruise control, le ruote da 16 pollici con gomme Dunlop dedicate, il faro a LED e una super coppia da 161 Nm a 3.000 giri.
Se poi volete usarla per il giretto della domenica, con un velocissimo sistema di sgancio senza bisogno di alcun attrezzo si può togliere il parabrezza e godersi il vento in faccia. Anche qui, visti i miglioramenti alla ciclistica che invita a divertirsi e il motorone esagerato, si sente la mancanza di un miglior impianto frenante a doppio disco. In ogni caso questa Heritage, tra le moto provate, è senza dubbio la preferita di chi scrive. Sarà l'età che avanza e che richiede comfort e sicurezza?
Tante le opzioni di colore disponibili: Vivid Black, Twisted Cherry, Silver Fortune, Olive Gold/Balck Tempest, Industrial Gray Denim/Black Denim, Red Iron Denim e Legend Blue/Vivid Black Anniversario (le ultime due solo per la versione 114).
I prezzi partono da 23.000 Euro fino ai 26.400 per la 114 in colorazione speciale.
Ultima ma non ultima, anzi probabilmente la moto che più sottolinea la voglia di innovazione della famiglia Softail 2018, è la cattivissima Fat Bob: tra tutte è di sicuro quella che più ama le pieghe, la luce a terra è migliore rispetto agli altri modelli grazie al posizionamento più alto delle pedane, che non sarebbe stato male trovare arretrate di qualche centimetro, per una postura ancora più aggressiva e sportiva. Il manubrio è un dragbar come sulla Breakout e la guida è altrettanto impegnativa anche se meno stancante grazie ad una maggior celerità nei cambi di direzione e un peso importante (296 chilogrammi, 15 in meno rispetto al precedente modello) ma ben bilanciato. Anche la sella di qualche centimetro più alta (71 da terra) aiuta non poco nella guida, passatemi il termine, più sportiva.
Il motore da 114 è quello che più le rende giustizia e finalmente troviamo anche un bel doppio disco anteriore pronto a fermare la furia di questa nuovissima Fat Bob che già appollaiata sul cavalletto lascia trasparire tutta la sua grinta: piccolo serbatoio con grafica moderna e colorazioni matt, un particolarissimo faro a LED, forcella a steli rovesciati da 43 mm, un bello scarico con doppio terminale che punta all'insù. Le ruote da 16 pollici calzano gommoni da 150 mm davanti (!) e 180 dietro.
Così come tutte le nuove Softail, anche la Fat Bob stupisce per la maeggevolezza, l'assenza di vibrazioni e il comfort delle sospensioni: niente più colpi secchi al posteriore e una forcella che punta la traiettoria e la mantiene senza esitazioni. Solo un'accortezza: tra le curve è facile prenderci un certo gusto e la moto ben gradisce le spinte di braccia sul manubrione, ma per inserire in curva è consigliabile correggere sempre col freno posteriore: l'anteriore, più mordente che sugli altri modelli grazie al doppio disco, tende a raddrizzare la moto e di conseguenza, la vostra curva.
La Fat Bob ha grinta da vendere, nell'aspetto così come su strada.
Anche per lei cinque colorazioni dedicate: il classico Vivid Black, Black Denim, Red Iron Denim, Bonneville Salt Denim e Industrial Gray Denim solo per la 114.
I prezzi? Partono da 18.000 Euro per la Vivid Black 107, fino ad arrivare ai 20.300 per la 114 in colorazione speciale.
Sono stati utilizzati
Casco X-Lite X-1004
Giacca REV'IT!
Guanti REV'IT!
Jeans Alpinestars
Scarpe TCX Boulevard
Maggiori info
Moto: Harley-Davidson Softail 2018
Meteo: pioggia, sole, 20°
Luogo: Seva, Spagna
Terreno: Extraurbano, collinare, motagna
Foto di Stefano Gadda
Harley-Davidson
Via Privata Bastia, 5
20139 Milano
(MI) - Italia
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