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Chi ha letto la nostra prova della nuova Sporster 72, effettuata in terra di Spagna e pubblicata verso la fine di febbraio, saprà già che laggiù in quei giorni avevamo a disposizione anche la seconda novità dell’ultim’ora di Harley-Davidson: ovvero la bassottona FLS Softail Slim, che beneficia del nuovo motore Twin Cam 103B da 1.690 cc che da quest’anno equipaggia tutte le Touring, quasi tutte le Softail e la Dyna Switchback . La Softail FXS Blackline tutte le altre Dyna, invece, montano ancora il Twin Cam 96B da 1.584 cc.
Questa bella Softail l’hanno chiamata Slim (che significa magra, sottile, esile…) a sottolineare che attorno al blocco motore/ciclistica c’è solo il minimo indispensabile. Tant’è che la relativa cartella stampa inizia letteralmente così: «Spogliate un’Harley-Davidson Softail di tutto il superfluo, e ciò che resta dà vita al nuovo modello Slim».
A partire dallo snello retrotreno fino all’elegante e corto parafango anteriore, lo Slim rappresenta semplicemente il non plus ultra dell’essenzialità: pochi coperchi, sella monoposto, cerchi e pneumatici di dimensioni inferiori e cromature ridotte all’osso. Potete definirla “spoglia” o “old school”. Oppure potete definirla “un distillato di grinta”. Ciò che resta del modello di partenza è solo il profilo originario tipico dei Softail e l’iconico stile Harley-Davidson che richiama le classiche custom bobber degli anni tra i ’40 e i ‘50». Inoltre: «È giunto il momento che il motore ritorni ad essere il fulcro della moto. Per questo abbiamo deciso di mettere il Softail a dieta. Anzi, la mia moto non ha neppure il parafango anteriore…». Parole di Casey Ketterhagen, Senior Designer in quel di Milwaukee. Ecco fatto, giusto per far capire il pensiero di chi ha voluto realizzare questi due nuovi modelli smaccatamente vintage.
I prezzi dell’operazione “bobber made in Harley” li avrete già letti nel sommario, e naturalmente sono di quelli che pesano: la Slim color Vivid Black costa 19.500 euro, mentre la Denim Black e la Ember Red Sunglano arrivano a 19.800. Euro pesanti, appunto, che a casa mia, dove l’equivalenza con le vecchie lirette è ancora attuale, si trasformano in poco meno di 40 cari, vecchi milioni. Insomma, il prezzo non è poi così tanto…slim, e pensate che nel listino delle Softail è solo il secondo in ordine crescente…
Sopra al motore campeggia il classicissimo serbatoio Fat Bob da poco meno di 19 litri, attraversato longitudinalmente da una elegante banda centrale in pelle nera e sormontato ai lati da due tappi (il destro è per il rifornimento, il sinistro, finto, come di consueto alloggia l’indicatore analogico del livello benzina) con al centro l’usuale console “Cat Eye”, che ospita il vistoso tachimetro analogico con mini-display interno indicante orario, chilometraggio totale, due parziali, autonomia residua in chilometri abbinata alla spia della riserva, contagiri e marcia inserita. Come già era in precedenza, l’inserimento della sesta marcia è comunque segnalato anche dal numerino “6” luminoso, sempre all’interno del tachimetro. Le funzioni del display sono selezionabili dal manubrio tramite il pulsante/deviatore del clacson, il cui gemello di destra presiede sia allo start che all’hazard. Non mancano ovviamente le classiche spie di abbagliante, folle, frecce, pressione olio, autodiagnosi del motore ed eventuale antifurto (optional): quest’ultimo si attiverà automaticamente allontanandosi con in tasca l’apposito transponder, e viceversa.
Scorrendo con lo sguardo verso il posteriore della Slim, si incontra la bella sella monoposto con finitura “tuck-and-roll” disegnata apposta per lei, che lascia in bella vista una buona porzione di parafango posteriore, che anche in questo caso (come su alcune delle Sportster) termina con la sola lucina della targa, essendo tutte le altre luci di servizio inglobate agli indicatori direzionali. E sotto la sella trova spazio il serbatoio da 3,3 litri d’olio per la lubrificazione a carter secco del motore.
Altri elementi esteticamente identificativi di questo modello sono il coperchio del filtro aria ovale, rigorosamente nero lucido - come molte altre parti di questa moto dove le cromature sono ridotte al minimo – le ampie pedane avanzate pieghevoli e relativi comandi a pedale, con a sinistra il pedalone del cambio a bilanciere, e i piacevoli scarichi sovrapposti “Shotgun” tagliati obliqui.
Questa bella Softail l’hanno chiamata Slim (che significa magra, sottile, esile…) a sottolineare che attorno al blocco motore/ciclistica c’è solo il minimo indispensabile
Le Softail adottano un forcellone posteriore disegnato come quelli delle vecchie hardtail (coda rigida, quindi senza sospensione), che però agisce su una coppia di ammortizzatori paralleli ad aria piazzati orizzontalmente sotto al motore.
Le ruote a raggi con cerchi in acciaio sono entrambe da 16 pollici, equipaggiate con Dunlop D402 da MT90B ed MU85B, mentre l’impianto frenante, dotato in origine di ABS e realizzato da Brembo appositamente per Harley, è costituito da due dischi – anteriore e posteriore - da 292 mm, con rispettive pinze da 4 e 2 pistoncini e tubazioni di tipo aeronautico.
Concludiamo con il peso della Slim, dichiarato in 305 chili a secco e 318 in ordine di marcia, quindi col serbatoio pieno al 90% (17 litri): rispetto alle altre Softail, quindi, questa pesa un solo chilo meno della Blackline, 8 meno di Deluxe e Fat Boy e 21 meno della Heritage Classic.
Logico che il silenzioso, massiccio Twin Cam gratifichi molto più per la sua coppia generosa che per il suo rapporto peso/potenza, ma la sua erogazione è robusta e al tempo stesso molto dolce, e certamente non serve tirare le marce per muoversi con soddisfazione. Il cambio è abbastanza secco negli innesti ma è preciso e discretamente rapido, e il folle è facile da trovare, ma l’inserimento della prima è sempre abbastanza rumoroso. Inutile raccontare di staccate prodigiose, su una moto da oltre tre quintali + pilota, con un solo disco posteriore e un pur tonico posteriore: freni e ABS lavorano bene e la modulabilità è buona, ma certamente è necessario combinare per bene l’azione dei due dischi per decelerare come si vuole, e imparare a sfruttare il cambio e l’abbondante freno motore, magari quando ci si trova in discesa e si vuol guidare spigliati.
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