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Per il compleanno di Transalp, il team guidato da Mr Yamaguchi ha lavorato alacremente per aggiornare un progetto che cominciava a sentire il peso degli anni, incalzato da una concorrenza divenuta vivace (con Suzuki V-Strom e Kawasaki Versys).
Il risultato è sotto i nostri occhi: XL700V non ha una vite in comune con la vecchia versione, eppure il logo Transalp calza a pennello anche al nuovo modello. Versatilità e facilità sono quelle di sempre, ma ora vanno di pari passo col piacere di guida.
Transalp 700 viene costruito negli stabilimenti Honda- Montesa in Spagna.
Non si tratta del semplice assemblaggio di componenti pre-finiti: la fabbrica spagnola ha raggiunto gli alti standard di qualità richiesti dai vertici giapponesi e si occupa dell'intera linea di produzione, dagli organi del motore, alle saldature del telaio, passando per la verniciatura ad acqua (in ossequio alla politica aziendale di Honda che pone il rispetto dell’ambiente al primo posto).
La dicitura Adventure Sport abbandona l'opulenza della vecchia versione e ora abbraccia un design minimal
Il terminale di scarico con 2 fori sovrapposti era un marchio di fabbrica di Transalp ed è stato giustamente mantenuto, così come i bellissimi cerchi a raggi in alluminio. La moda del momento li vuole anodizzati in nero, un colore che li rende aggressivi. E poco sporchevoli.
Completano l'equipaggiamento i paramani forniti di serie e il portapacchi in resina stampata che integra le maniglie del passeggero.
Transalp 700 sarà disponibile presso i concessionari Honda dai primi di novembre. Una sorpresa riguarda il prezzo, inferiore di 90 €: 7.500 € contro 7.590 € della versione 650. Ci sarà anche la versione dotata di ABS e CBS (il sistema di frenata combinata Honda), disponibile a 8.100 €. Quattro le colorazioni previste: Barley Yellow, Carnelian Red, Anchor Grey e Moody Blue.
Il motore, pronto all'avviamento grazie all'iniezione elettronica, ha una sonorità contenuta ai bassi regimi che si fa metallica man mano che ci si avvicina alla zona rossa del contagiri. Un timbro di voce personale e per nulla fastidioso.
L'erogazione è pronta a partire dai 2.000/2.500 giri/min – sotto c'è qualche strappo, fisiologico per un bicilindrico – ed è estremamente gentile, fluida. Transalp non scarica a terra vagonate di coppia, ma si lascia condurre con un filo di gas.
Non si sente affatto la presenza dell'iniezione, nessun effetto on-off alla guida, la progressione è costante e piena. Il meglio arriva tra i 4.000 e i 7.000 giri, ma il nuovo motore 680 non disdegna allunghi sino all’intervento del limitatore, che taglia la corrente in piena zona rossa, a circa 8.400 giri/min. La rapidità con cui il bicilindrico a 4 valvole scala i piani alti del contagiri fa pensare a un limite prudenziale, posto dai tecnici Honda per garantire la proverbiale affidabilità dei motori della casa alata.
A partire dai 4.000 giri si avvertono anche leggere vibrazioni alle manopole, che non superano mai la soglia di sopportazione.
La rapportatura del cambio è tendenzialmente corta, in quinta il motore gira "alto" e permette a Transalp di superare agevolmente i 180 orari. La velocità di crociera si attesta sui 140/150 indicati dallo strumento. Impressiona favorevolmente il piccolo cupolino: ripara bene il capo del pilota (anche con il casco integrale da fuoristrada è possibile mantenere la posizione eretta senza avvertire turbolenze fastidiose), restano esposte solo le spalle.
I consumi segnano un punto a favore della nuova versione. Nel corso del test, abbiamo rilevato un'autonomia di circa 245 km, con una percorrenza media di 13,8 km/lt. E va aggiunto che l'uso della moto è stato spesso improprio.
Quanti infatti maltratteranno il nuovo Transalp in fuoristrada?
Crediamo pochi. E lo stesso ragionamento ha fatto Honda, che ha stradalizzato XLV 700 equipaggiandolo con il cerchio anteriore da 19" (una scelta non nuova, comune ad altri enduro stradali, come Bmw R 1200 GS e Suzuki V-Strom 650/1000).
Gli appassionati dei viaggi estremi in sella ai vecchi Transalp storceranno il naso, ma la grande maggioranza di estimatori di questo modello – che viaggia esclusivamente su asfalto, ripiegando al massimo sulle strade bianche – ha di che gioire.
La guida su strada ha fatto passi da gigante. Ora Transalp piega con decisione grazie al valido appoggio offerto dai Bridgestone Trailmax e all'ampia luce da terra.
Affrontare le curve del Col de Turini e quelle che conducono al Col de la Bonette (la cui posizione GPS è riportata sulle decals dei fianchetti, un tributo alle origini "alpine" della moto) dà la reale dimensione delle qualità dinamiche di Transalp. I cambi di direzione sono immediati ed è sparita la marcata inerzia direzionale del vecchio modello.
La moto accetta anche la guida sportiva: i percorsi misti, dove non servono i cavalli, sono il suo pane. Se non vedessimo la scritta Transalp sui convogliatori, penseremmo di essere in sella a una naked. Una bella naked.
La moto in prova era equipaggiata di ABS-CBS. Sulle prime la frenata combinata sembra togliere sensibilità al pilota, ma è solo un’impressione. L'impianto vanta una buona potenza e un'ottima modulabilità. In prima risposta l’attacco delle pinze non è immediato, ma aumentando la pressione si riceve una risposta graduale ed estremamente efficace. È possibile "pelare" il freno posteriore anche a centro curva senza che l'azione sui dischi anteriori arrivi a raddrizzare la moto.
L'ABS sviluppato sul nuovo Transalp è quasi da lode (diciamo "quasi" solo perché non è disinseribile).
Il suo intervento non è mai invasivo, non risponde con forti pulsazioni sui comandi e raramente dà la percezione di allungare la frenata. Garantisce spazi di frenata ridotti anche sull'asfalto bagnato incontrato in cima alla Bonette. Solo su sterrato – come tutti i sistemi di antibloccaggio – disturba la guida, ma ha una sensibilità di intervento che scongiura comunque di finire "lunghi" in staccata. Un punto di riferimento per la concorrenza.
Honda
Via della Cecchignola, 13
00143 Roma
(RM) - Italia
848846632
https://www.honda.it/motorcycles.html
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