Husqvarna Vitpilen 401 e Svartpilen 401 TEST: Entry Level sarai tu!

Le versioni 2024 delle due naked svedesi si rinnovano totalmente: dalla ciclistica al motore, passando per l'ergonomia e il carattere. Ecco il Test con i pregi e i difetti
27 febbraio 2024

Cosa chiedere di più? Volete una moto leggera, agile, dalla dotazione di prim'ordine, con un motore vivace come soltanto un mono può esserlo e che sia inconfondibile? Ecco, le nuove Husqvarna Svartpilen 401e Vitpilen 401 sembrano proprio tagliate per voi: fin dalla loro apparizione nel 2018 (ma il loro concept fece capolino nel 2014, a EICMA) hanno diviso gli appassionati, nel senso che il comune tratto del design ricercato, essenziale e personalissimo ha colpito nel segno facendo amare o respingere senza mezze misure le scelte stilistiche.

Due personalità distinte, più cafe racer la Vitpilen, più flat-tracker/scrambler la Svartpilen che però non si sono mai tirate indietro quando si è trattato di affrontare allegramente un tratto ricco di curve. Erano le "mediane" della famiglia, che inizialmente comprendeva anche una furibonda 701 che ha fatto proseliti fino al 2020 quando è stata messa fuori listino, così adesso le 401 restano come le "grandi" della gamma visto che dietro di loro spiccano le omologhe Svartpilen e Vitpilen 125, con le quali condividono parti sostanziali della piattaforma ciclistica e della dotazione.

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Per il 2024 la famiglia si rinnova in modo significativo, seguendo quanto accaduto anche alle "sorelle" orange KTM Duke con le quali, appartenendo come è noto allo stesso Gruppo, condividono la piattaforma e la sua evoluzione. Ma se da una parte alle Duke viene demandata l'attitudine "ready to race", alle due raffinate naked svedesi si è dato un imprinting diverso: adesso più che mai, Svartpilen e Vitpilen incarnano la nuda di classe, dal gusto oscillante tra il retrò e il moderno, con una sfumatura aggressiva che nelle versioni 2024 viene esaltata dalle modifiche introdotte da una completa riprogettazione dopo aver venduto quasi 65.000 Svartpilen e Vitpilen, un cambio di passo fatto in funzione di maggiore versatilità e accessibilità.

Si è infatti scelto di garantire e anzi esaltare la stessa reattività che abbiamo sempre consciuto nelle due moto, con un telaio diverso, diversa distribuzione delle masse e differente ergonomia. In più il motore cambia e pur mantenendo il layout che conosciamo adesso eroga 1 cavallo in più, nonostante l'Euro5+ e, cosa non indifferente, la dotazione è completissima.

Svartpilen 401 e Vitpilen 401: in cosa differiscono?

Le due 401 sono sostanzialmente identiche l'una rispetto all'altra nella base tecnica e ciclistica, cambia la personalità - questo sì - data dalla diversa livrea Svart (nera) e Vit (bianca) e dalla diversa posizione di guida che esprime anche meglio l'attitudine della singola moto, oltre che dal tipo di cerchi e pneumatici utilizzati. Nel caso della roadster Vitpilen troviamo quindi un manubrio tubolare basso e cerchi in lega d'alluminio, in quello della Svartpilen c'è un manubrio con piega più alta e cerchi a raggi (tubeless) in ossequio alla destinazione più scrambler, oltre che una piastra che funge da appoggio per un eventuale bagaglio magnetico, un piccolo cupolino, parafango anteriore più fuoristradistico e si aggiunge la maniglia posteriore. Diverso è anche il peso: la Vitpilen 401 ferma l'ago della bilancia a 154,5 kg a secco, mentre la Svartpilen 401 arriva a 159 kg a secco.

Cosa le distingue inoltre dalle due omonime sorelline di 125 cc? Pochissimo: oltre al peso e al motore monoalbero per le 125 (e le conseguenti performance, ovviamente), la forcella delle 401 è regolabile in compressione ed estensione (nessuna regolazione sulle 125), il mono aggiunge la regolazione dell'estensione al precarico già presente sulle 125 e troviamo nelle più grandi il Traction Control con funzione cornering. Per il resto, dimensioni, misure caratteristiche, dotazione e quant'altro le 401 e le 125 praticamente indistinguibili. Immaginate quindi, salendo su queste 401, di trovare dimensioni quasi da 125, peso piuma e 45 cavalli nella manopola destra. So già che alcuni di voi stanno pensando a come dare qualche brutta sorpresa sui passi di montagna a pretenziose crossover...

Chiarita la stretta parentela con le sorelline terribili di 125 cc, le Svartpilen 401 e Vitpilen 401 sono frutto, come dicevamo, di una completa riprogettazione rispetto al 2023: sul piano del look, sono ancora personalissime.

Al di là dei gusti personali, bisogna ammettere che le due moto sono molto ben fatte (adesivi sotto trasparente, parti in alluminio forgiato, superfici raccordate, bel colpo d'occhio appena in sella) e sono peraltro immediatamente riconoscibili anche se il loro design ha subìto un'evoluzione cedendo un po' sul piano fuoristradistico nello spirito della Svartpilen ma mantenendone il gusto retrò e cafe racer, oltre ad acquistare - per chi scrive - un'inedita connotazione urbana; si stacca un po' dal filone cafe racer la Vitpilen abbandonando i semi manubri, in cerca di maggiore versatilità.

Spiccano il nuovo faro anteriore a LED con DRL ad anello e il nuovo gruppo posteriore a LED, troviamo inoltre lo spegnimento automatico (ATIR) degli indicatori di direzione il cui lampeggio si interrompe automaticamente dopo 10 secondi o 150 metri percorsi. Molto alta la qualità percepita, assolutamente non da entry-level e, per chi se ne fosse accorto, il portatarga torna in una posizione tradizionale e non è più vincolato al forcellone: scelta permessa anche da una coda più lunga e abitabile.

Il precedente strumento circolare LCD lascia adesso il posto a un dashboard TFT da 5” che integra anche la gestione dei riding mode Street e Rain (anche questi introdotti sul MY2024) e del nuovo limitatore di velocità (buono per i centri urbani a 30 km/h), gestione che viene attuata tramite i rinnovati blocchetti elettrici retroilluminati, gli stessi che permettono di gestire le funzioni di connettività, grazie alla Connectivity Unit integrata. Sono disponibili il controllo della musica, risposta chiamate in ingresso, navigazione Turn-by-Turn+ con l’App Ride Husqvarna e controllo del telefono tramite i tasti al manubrio. Completano una dotazione da prima della classe la presa USB-C e l'immobilizer.
Di serie adesso anche il nuovo TC cornering (su due livelli ed è disinseribile) assistito da una piattaforma inerziale e il quickshifter Easy Shift che è stato migliorato, con molle diverse nella costante elastica. Il serbatoio passa inoltre da 9,5 a 13 litri mantenendo la cover in materiale plastico, unita ai pannelli laterali in un pezzo unico, ma la Svartpilen adotta di serie un portapacchi montato sul serbatoio che consente il fissaggio di una classica borsa magnetica.

La nuova sella, più lunga, della Svartpilen 401
La nuova sella, più lunga, della Svartpilen 401

Ciclistica

Il telaio è inedito, un traliccio in acciaio ad alta resistenza con tubi idroformati, dove il singolo ammortizzatore posteriore è vistosamente disassato verso destra sia per far spazio al nuovo airbox più grande che per abbassare l'altezza della sella grazie anche al nuovo telaietto posteriore.

Husqvarna dichiara una migliore agilità attraverso un aumento della rigidezza torsionale, lasciando la rigidezza longitudinale del telaio a livelli simili rispetto al passato per non compromettere il comfort. Si evolve anche il forcellone in alluminio che adesso ha un andamento curvo per lasciare spazio al nuovo impianto di scarico. Totalmente diverso è quindi l'interasse, allungato dai 1357 delle 2023 mm fino ai 1368 +/-15,5mm e nuove sono pure le piastre forcella che hanno un diverso offset (32mm).

Nel reparto frenante troviamo una nuova pinza ByBre ad attacco radiale all'anteriore (disco da 320 mm, che passa sul lato destro per ragioni estetiche), è inedita anche la pinza posteriore che morde un disco che adesso raggiunge i 240 mm di diametro (+10mm rispetto al 2023) e troviamo anche un'inedita accoppiata leva regolabile/pompa freno anteriore. Regolabile anche la leva della frizione. Massimo della tecnologia sul fronte dell'ABS con il sistema Bosch 9.3 MP con funzione cornering, un vero e proprio plus di sicurezza. Tra l'altro può essere anche impostato nella modalità Supermoto per disattivare l’ABS sulla ruota posteriore.

Le sospensioni sono le WP APEX: all'anteriore è presente una forcella a cartuccia aperta (soluzione che ne contiene il peso e ne semplifica la manutenzione), da 43 mm di diametro con escursione di 150 mm regolabile in compressione ed estensione; al posteriore tutti i modelli adottano un monoammortizzatore disassato a pistone separato, con 60 mm di corsa per 150 mm di escursione ruota, regolabile nel precarico e in estensione, fissato al forcellone senza interposizione di link progressivo ma facendo affidamento sulla molla via via più rigida mano a mano che la sospensione affonda. Molto interessante la prospettiva nella quale sono state sviluppate le regolazioni idrauliche delle sospensioni: nell'ottica di una maggiore accessibilità e intrepretabilità, i "click" possibili nelle regolazioni sono 5, invece che una ventina come in precedenza. Semplice ed efficace.

Come pneumatici di primo equipaggiamento si sono fatte scelte di ottimo livello, per tutte le misure sono 110/70-R17 e 150/60-R17: la Vitpilen sui cerchi in alluminio monta delle Michelin Power 6 di estrazione sportiva, mentre la scrambler Svartpilen è dotata di cerchi a raggi sui quali sono installate le Pirelli Scorpion STR.

Ergonomia

La riprogettazione ha investito anche la posizione di guida e l'ergonomia, per effetto del nuovo telaio e di una una sella posta più in basso rispetto a prima: 820 mm da terra (prima era a 835) ed è inoltre più stretta e con una curvatura più pronunciata, mentre nella Vitplen i due semi manubri spariscono per lasciare il posto a un manubrio tubolare che garantisce una posizione di guida più comfortevole, sopratutto per i polsi. Singolare e tutto sommato comodo che le selle dei sue modelli siano intercambiabili: la sella in due pezzi della Svartpilen può quindi andare a sostituire la sella unica della Vitpilen, e viceversa.

Motore: arriva l'LC4c

Profondamente diverso il motore rispetto al 2023 che guadagna circa 25 cc e arriva adesso ai 399 cc:  il nuovo LC4c (compact) bialbero con quattro valvole azionate da bilancieri rivestiti DLC (diamond-like carbon) viene alimentato da un corpo farfallato Dellorto da 46 mm gestito dal ride by wire. Totalmente diverso dal precedente LC4, adesso i cilindri hanno un rivestimento al plasma, al posto del rivestimento Nicasil utilizzato sulla precedente generazione: rispetto al passato troviamo 1 cavallo in più di potenza massima, ora siamo a 45 cavalli a 8.500 giri con una coppia massima di 39 Nm a 7.000 giri. 

Su tutti i motori della famiglia LC4c, la testa è stata completamente riprogettata, con un coperchio valvole più grande ma le dimensioni complessive sono minori, troviamo inoltre una superficie di tenuta piatta per il coperchio valvole, una nuova posizione del termostato e nuovi i nuovi assi a camme che realizzano un’alzata superiore per migliorare la respirazione del motore. Evoluzione anche per gli iniettori dalla atomizzazione più fine e con angolo di spray migliorato ed è totalmente ridisegnato l'airbox per lasciare più spazio sottosella e accogliere il nuovo condotto che prede l'aria dalla parte anteriore della moto, senza tralasciare il diverso posizionamento del termostato per un migliore equilibrio termico del motore e temperature di esercizio più basse.

Il cambio - dotato di quickshifter e assistito da una frizione antisaltellamento PASC - viene ottimizzato con nuove guide da 6 mm per le forchette di selezione, nella forma del tamburo desmodromico e troviamo adesso una minore corsa della leva, tutte modifiche poste al fine di una maggiore fluidità d'azionamento.

Totalmente diverso rispetto ai modelli 2023 anche l'impianto di scarico, con un sistema a doppio catalizzatore e nuovo silenziatore in acciaio sotto al motore.

Maggiori prestazioni che però non sono andate a scapito della facilità di intervento e degli intervalli di manutenzione: il contralbero può ora essere regolato dall’esterno, come sulla piattaforma LC4, tutti i filtri si trovano dallo stesso lato del motore, facilitando il cambio dell’olio motore, mentre gli intervalli di manutenzione sono allungati:
o Al tagliando dei 1.000 km, solo cambio olio
o Ogni 10.000 km cambio di olio, filtro olio, filtro aria
o Ogni 20.000 km controllo valvole e candela.

Come vanno

Come abbiamo già detto, le due naked nascono sulla medesima piattaforma, con differenziazioni nella dotazione minime che però hanno sortito un certo effetto. In tutte e due i casi, sia nella Svartpilen che nella Vitpilen, il cambio di marcia rispetto al 2023 è avvertibile: il motore ha un carattere da vero monocilindrico, spinge con vigore fin dai 3000 giri, con un piccolo gradino intorno ai 4.500 nella forza della scalata verso il regime di potenza massima e poi prosegue con grinta, senza murare fino a oltre 9.500 giri. Molto amichevole e con un grande controllo termico, che portava nelle soste per lo shooting foto/video (realizzato sotto la pioggia a 1.100 metri di altitudine...) a far scendere facilmente la temperatura del liquido refrigerante fino in zona "low". Ve lo riportiamo come pura curiosità, in quanto la costanza di rendimento sotto le mani di tester... allegri è stata esemplare.

 

La dinamica di guida risente in modo positivo delle novità introdotte nella ciclistica: l'interasse più lungo ha permesso di smussare leggermente reattività che avrebbe potuto prendere in contropiede l'utenza meno esperta, senza però cambiare di una virgola la proverbiale agilità di entrambe le moto. Ottimo e da applauso il rendimento delle sospensioni: assorbono bene le asperità, senza rimbalzi o reazioni secche, supportano a meraviglia una ciclistica che ha allungato la coperta riuscendo a trovare più comfort, più rigore direzionale, più controllo e maggiore accessibilità. Quasi pleonastico raccontarvi l'imbarazzante agilità da fermo e in moto, la facilità con la quale si mettono i piedi in terra e la docilità dei comandi che mettono a proprio agio e fanno sentire a casa. Sotto questo punto di vista ci è piaciuta l'intuiitiva interfaccia del TFT con la quale intervenire sulle regolazioni e sui parametri del veicolo.

 

L'impianto frenante è più che adeguato: l'anteriore attacca bene e ha una potenza molto più che sufficiente, specie considerando che una cilistica come questa potrebbe sopportare strapazzi molto più estremi, mentre il posteriore è semplicemente perfetto: potente, molto modulabile e con l'ABS che non entra in gioco se non in condizioni limite. Per chi usa tanto il pedale destro in percorrenza di curva è come un fedele compagno di traiettorie, specie bagnate come quelle che abbiamo percorso per una buona parte di questo test.

Potenza Massima 45 cavalli a 8.500 giri/min
Coppia massima 39 Nm a 7.000 giri/min
Peso 154,5 (Vitpilen 401) 159 (Svartpilen 401) Kg a secco
Altezza sella da terra 820 mm

Svartpilen e Vitpilen: le differenze nella guida

Sulla Vitpilen 401 la combinazione tra Michelin Power 6, cerchi in lega ed ergonomia più caricata in avanti rispetto alla sorella scrambler (e qualche chilo in meno sui cerchi...) produce un'entusiasmante agilità che non si tramuta mai in nervosismo a meno che non si commetta l'errore di aggrapparsi al manubrio in modo sconsiderato: in quel caso attendetevi qualche oscillazione ma nulla di preoccupante.

 

Passando sulla Svartpilen 401 è immediatamente avvertibile una maggiore omogeneità d'azione, la moto scende in piega appena meno velocemente rispetto alla Vitpilen: probabilmente la gommatura diversa e il maggiore peso dei cerchi (che produce un maggiore effetto giroscopico e quindi una maggiore inerzia nello scendere in piega) hanno il loro effetto e la moto acquista ancora più prevedibilità e comunicativa. Ma sono gusti personali: chi preferisce l'agilità probabilmente preferirà la Vitpilen, chi invece - come chi scrive - gradisce una dinamica più omogenea a costo di cedere qualcosa in termini di reattività, amerà di più la Svartpilen che, peraltro, in un breve tratto sterrato ha confermato la grande comunicativa di guida e la bontà del lavoro svolto da forcella e monoammortizzatore.

Pregi e Difetti

Pro

  • Accessibilità, dinamica di guida, carattere motore, dotazione

Contro

  • Design meno radicale che in passato, vibrazioni oltre i 7.500 giri

Per chi sono?

Le due sorelle svedesi sono certamente delle moto peculiari nel design, seppure meno radicale che in passato, e sfuggono alla definizione di "entry level". La dotazione tecnica (dove mettiamo anche l'ottima scelta degli pneumatici di primo equipaggiamento) e tecnologica è di prim'ordine, la guida appagante e differenziata tra i due modelli, il cambio di carattere dato dalle evoluzioni 2024 ne ha ampliato la possibile clientela grazie a un comfort migliorato e un'accessibilità ancora superiore. Piaceranno a chi vuole una moto A2 con la quale distinguersi nei tragitti cittadini e a chi ama la guida divertente sui passi ma senza impegno fisico, nè mentale. Non chiedete loro di percorrere però 500 km autostradali, a occhio non ci sembrano tagliate per quell'utilizzo principalmente per il nullo riparo aerodinamico e per le vibrazioni oltre i 7.500 giri.

Prezzi e disponibilità

Le nuove Vitpilen 401 e Svartpilen 401 sono già presso i Concessionari Husqvarna al prezzo di 6.680 euro f.c. per la Vitpilen 401 e di 6.780 euro f.c. per la Svartpilen 401.

Abbigliamento Utilizzato

Casco: HJC RPHA 12 OTTINO

Giacca: Tucano Urbano Massimo

Pantaloni: Tucano Urbano Quarto

Guanti: Tucano Urbano SEPPIA 3G HYDROSCUD

Stivali: XPD X-VENTURE

Maggiori informazioni

Moto: Husqvarna Svartpilen 401 e Vitpilen 401

Luogo: Malaga, Ronda (Spagna)

Temperatura: 10°/20°

Meteo: pioggia, grandine, nuvoloso

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