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Nel 2005 fece scalpore, un design personale da moto vera in una categoria dove l’anonimato stilistico e meccanico erano protagonisti. Lei, invece, era bella e uguale a nessun’altra, con un motore economico e robusto, ma prestante e adatto a togliersi anche qualche soddisfazione di guida, suportati da una ciclistica sana. Eppoi, il prezzo, allettante come pochi.
La versione per il 2009 conferma quanto di buono aveva mostrato il precedente modello, e conferma anche il prezzo di acquisto: 6.000 Euro, cifra largamente giustificata dalla qualità e dalla dotazione della piccola Kawasaki.
La versione per il 2009 conferma quanto di buono aveva mostrato il precedente modello
Oltre a un profondo lifting che ne ringiovanisce e rafforza l’immagine, ha ulteriormente alzato il livello delle finiture e delle dotazioni. Tra queste ultime va annoverto il sistema ABS, offerto tra gli optionals con un esborso aggiuntivo di 500 Euro.
Salto di qualità
Il giudizio riguardante la dotazione e le finiture del modello precedente era lusinghiero, soprattutto tenendo conto del prezzo di acquisto contenuto. Questo model year 2009 è però quasi sbalorditivo. Vediamo i particolari che, sommati l’uno con l’altro, fanno la differenza.
Le saldature del telaio e del forcellone maggiormente curate, il forcellone stesso ora con sezione differente (a forma di D) più bello oltre che più rigido. Le maniglie passeggero, in alluminio piuttosto che in plastica, la piastra del manubrio con supporti elastici e la copertura in plastica per il retro del cupolino (prima i cavi elettrici erano in bella vista).
In sella
La posizione di guida è azzeccata, con la sella dall'imbottitura confortevole e più stretta nella parte anteriore, caratteristica che sarà apprezzata dai meno alti perché permette di toccare terra con i piedi più facilmente. Rispettabile il vano sottosella, che anche se di dimensioni limitate, è conformato per accogliere un antifurto ad U.
Le pedane, ora ricoperte in gomma, sono posizionate in maniera ottimale, mentre il manubrio è ancora un pelo chiuso. Gli specchi retrovisori, anche se di forma spigolosa, sono pratici e funzionali. Le leve del freno e della frizione sono entrambe regolabili, una chicca apprezzabile nella categoria, e di conseguenza permettono di trovare sempre la distanza più appropriata.
Giro di chiave
La strumentazione di dimensioni più contenute, rispetto alla '05, è sicuramente più attraente, ma una volta in movimento si dimostra meno leggibile. Il tachimetro analogico ha preso il posto del contagiri che a sua volta è stato spostato nel display sottostante. Risultato: entrambi gli indicatori hanno le cifre assai vicine e per di più i caratteri sono di dimensioni piuttosto piccole. Nota positiva, invece, per la presenza dell'indicatore del livello carburante, prima c'era solo la spia della riserva.
Due allineati
Pronto all'accensione il bicilindrico in linea gira rotondo anche a freddo. Potenza e coppia sono i medesimi del precedente modello, 53 KW (72 cavalli) a 8.500 giri/min con un picco di coppia di 66 Nm a 7.000 giri/min.
Frizione, giù la marcia e via. Cambio preciso e rapido, nella migliore tradizione jap, frizione morbida e dallo stacco progressivo, il reparto trasmissione è esente da critiche. Come sulla prima versione, anche questa è dotata del cambio estraibile, chicca da vera superbike.
Quarta, quinta, sesta, ci troviamo a viaggiare intorno ai 130 km/h, velocità di crociera limite per una naked. Il busto è caricato in avanti a contrastare la spinta dell'aria e il motore gira tranquillo (almeno così indica il contagiri). Se fosse per le orecchie e soprattutto per le vibrazioni, parrebbe di viaggiare più spediti. Il bicilindrico in linea è ingannatore, e quando a orecchio sembra che sia giunto il momento di cambiare e salire di rapporto, una breve sbirciatina al contagiri ti fa capire che ne manca ancora. Il motore spinge bene dai 4.000 in su, e dai 7.000 si rinvigorisce ulteriormente, ma è assolutamente inutile arrivare agli 11.000, con il motore che urla, perché la spinta si esaurisce almeno 1.000 giri prima.
Le vibrazioni, anche se attenuate rispetto al vecchio modello, si fanno sentire ancora, soprattutto sul manubrio e sul serbatoio. I supporti elastici montati tra telaio e motore fanno un ottimo lavoro, così come le pedane con rivestimento in gomma, ma il cuore del bicilindrico in linea di questa Kawa batte ancora forte.
Ama le curve
Le tortuose strade che attraversano Maiorca esaltano l'agilità della ER-6n e le doti del rinnovato telaio a diamante. Le sospensioni, che hanno una taratura standard abbastanza rigida, sono prive di regolazioni, eccetto il precarico molla dell’ammortizzatore posteriore. Differente il settaggio per le versioni dotate di ABS, che hanno la forcella più sostenuta ed il mono meno precaricato (per copiare meglio l’asfalto e quindi evitare quei micro bloccaggi che farebbero intervenire l’impianto).
Agilità e leggerezza sono due caratteristiche della ER-6n, i 200 kg (204 con ABS) dichiarati, sembrano molti meno. Cambi di direzione e curve in sequenza esaltano la naked Kawasaki, la gommatura 120/70 e 160/60 aiuta sicuramente a velocizzare gli inserimenti e i cambi di direzione, pur garantendo sempre un ottimo appoggio.
Un’inaspettata pioggia, che ha reso gli asfalti insidiosi, oltre a far apprezzare l’ABS di cui è dotata la moto (interviene correttamente senza risultare invasivo), permette di saggiare le doti di fluidità e di ripresa del motore. È sufficiente mantenere il bicilindrico sopra i 2.000 giri perché riprenda senza fastidiosi colpi di tosse. Passati i 3.000 giri la coppia si rafforza, e la buona motricità offerta dalla ER-6n evita indesiderate perdite di aderenza anche sui fondi più insidiosi.
Anche in assenza del sistema antibloccaggio, l’impianto frenante si comporta bene. La coppia di dischi a margherita da 300 mm montati davanti fa il proprio dovere, anche se lo sforzo da applicare alla leva è leggermente sopra la media.
Ottimo il freno posteriore, potente ma allo stesso tempo modulabile, si comporta bene anche nell’uso in coppia. A proposito di viaggi in due, la naked giapponese offre una sistemazione più che onorevole all’eventuale passeggero. Sella larga e ben imbottita, ampie e comode maniglie a cui tenersi e pedane ad altezza ottimale.
Per chi volesse usare la ER-6n come moto da turismo, la Kawasaki ha studiato un parabrezza di discrete dimensioni e un bauletto in stile con la linea della moto.
Kawasaki
Via Luigi Meraviglia, 31
20020 Lainate
(MI) - Italia
848 580102
https://www.kawasaki.it
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