Kawasaki Z H2 La Supercharged si sveste

La nuova Z H2 perde il "pelo ma non il vizio" di conquistarti con il motore Supercharged. Sa accarezzarti come un guanto di velluto, ma può prenderti a pugni come un guantone da boxe
10 marzo 2020

La Kawasaki Z H2 fa parte di quella ristretta cerchia di moto che hanno pochi motivi per esistere, ma che fortunatamente appagano i desideri di motociclisti che della razionalità e della funzionalità se ne fregano bellamente. Quando si vedono realizzate moto del genere vien da esclamare a gran voce "meno male che esistete".

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La Z H2 è parte integrante di una famiglia fuori dall'ordinario. Ninja H2R,  Ninja H2 e Ninja H2 SX sono le sorelle, e la “Z” ha un biglietto da visita, o meglio una scheda tecnica altrettanto "fuori". 200 cv e 137 Nm erogati da un "quattro cilindri" da un litro di cilindrata, supportato da un compressore che lo rende una vera e propria forza della natura. 
Il look di una meccanica così originale non può che essere altrettanto unico e coinvolgente. Più che naked si potrebbe descrivere la Z H2 come una carenata dal vestitino alquanto attillato, con il gruppo ottico solidale ai fianchetti, con quello sinistro che coreograficamente funge da presa d’aria dinamica per il compressore.

Linee tese spigoli e Sugomi Design che trasuda da ogni singolo componente, sa essere essenziale e minimalista, ma al tempo stesso ricca di spunti e particolari interessanti, oltre a dimostrarsi ben costruita e assemblata con cura.
Riuscire a trovargli delle rivali dirette è difficile: inutile cercare in casa Aprilia con la Tuono o Ducati, con la prossima Streetfighter, e anche la recente KTM Super Duke R è “un’altra cosa”.
La Z H2 è sì una hypernaked, ma guarda alla pista solo per saggiarne appieno le prestazioni del suo motore, e non certo per le doti ciclistiche, che comunque sono di livello, ma che ne esaltano soprattutto il comportamento su strada.
Paragonare i numeri di questa Kawa con quelli delle altre hypernaked è sbagliato, quanto potrebbe essere sbagliato paragonare coppia e potenza di una BMW Serie 8 Coupè con quelli di una Porsche 911 GT3 RS, tanto per fare un esempio automobilistico, o, per rimanere in casa Kawasaki, come paragonare una ZX 10-R ad una Ninja H2.
Mettetevelo in testa, le Supercharged Kawasaki sono una categoria a parte, e se solo poteste o voleste provarle capireste il perché di questa affermazione. 
Una caratteristica che invece non rende molto diversa la Z H2 dalle altre hypernaked è il prezzo: disponibile nelle colorazioni Nero/Verde, Nero/Rosso e total Black, i prezzi sono rispettivamente di 18.440, 18.240 e 17.790 euro.

Carta d'identità Kawasaki Z H2

Potenza 200 cv
Coppia 137 Nm
Peso 239 kg
Serbatoio 19 litri

Motore

Il quadricilindrico DOHC a 16 valvole ha una cilindrata di 998 cc, e la caratteristica che lo rende unico, almeno al di fuori della gamma Kawasaki, è che è sovralimentato con un compressore centrifugo (che non è un turbo!), che gli permette di erogare 200 cv a 11.000 giri e ben 137 Nm a 8.500, per cui mille giri più in basso rispetto a quanto avviene sulla Ninja H2 SX. Da sottolineare che la girante del compressore è un gioiellino da vedere smonato, ed è ricavata dal pieno utilizzando una fresa a cinque assi!). In considerazione del fatto che siamo in presenza di una naked, o meglio una Hypernaked, il motore è stato configurato ad hoc rispetto a quello dedicato alla serie “Ninja”, con una serie di modifiche specifiche: diversi profili per gli alberi a camme, un terminale di scarico inedito e rapporti accorciati grazie ad un paio di denti in più sulla corona
 

Elettronica

La dotazione a supporto della guida della Z H2 è molto completa, si parte dal presupposto che tutto passa dalla piattaforma inerziale, che quindi vigila sul funzionamento del controllo di trazione (KTRC a 3 livelli) e del KCMF (Kawasaki Cornering Management Function) che monitora i parametri della moto durante la percorrenza di curva, regolandone la forza frenante e la potenza del motore). Non mancano i riding mode (Sport|Road|Rain|Rider personalizzabile), il KIBS (Kawasaki Intelligent anti-lock Brake System), il cruise control, il quickshifter bidirezionale e, per i più impallinati, il Launch control, la cui funzionalità abbiamo testato sulla sorella Ninja H2 sul rettilineo dell’Estoril un paio di anni fa, mentre i più “connessi” possono sfruttare la “Rideology App” per interfacciare smartphone e strumentazione, quest’ultima è TFT e molto completa, difficile pretendere di più: tachimetro, contagiri, marcia inserita, temperatura aria, termometro del liquido refrigerante, autonomia residua con relativi consumi medio/istantaneo, oltre alle regolazione dei controlli dinamici.

Telaio e freni

Il telaio della Z H2 è costituito da un traliccio in acciaio che utilizza il motore con funzione strutturale, la sua conformazione garantisce prestazioni ottimali per una moto di questo genere oltre che a garantire un raffreddamento migliore rispetto ad altre tipologie di telai. 
Le sospensioni sono fornite da Showa, forcella SFF-BP e mono sono completamente regolabili (il precarico molla della sospensione posteriore attraverso un comodo registro remoto sul lato destro); da notare che rispetto alle altre sorelle della famiglia Supercharged la Z H2 abbandona il forcellone monobraccio per un più adatto, secondo i tecnici Kawasaki, bi-braccio che ricorda quello montato dalla Ninja ZX-10R, ma differente nelle quote, il quale garantirebbe prestazioni più in linea con la tipologia di moto. L’impianto frenante è un mix, Brembo per l’avantreno, che monta due dischi da 320 mm con pinze monoblocco M4-32, Nissin al posteriore dove il disco da 260 mm è strizzato da una pinza a doppio pistoncino. Il KIBS ((Kawasaki Intelligent anti-lock Brake System) ha funzione cornering, e gestisce la frenata in combinazione con la piattaforma IMU.
Come pneumatici di primo equipaggiamento Kawasaki monta delle Pirelli Diablo Rosso III 120/70 e 190/55 su cerchi da 17 pollici.
Il peso in ordine di marcia dichiarato è di 239 kg (il serbatoio ha una capacità di 19 litri), ma le quote ciclistiche ne limitano l’interasse a 1.455 mm (lo stesso di un’Aprilia Tuono, tanto per capirci): la si può quindi considerare non particolarmente leggera, ma neanche ingombrante..

Come va

Un test davvero atipico quello della nuova Z H2, in parte svoltosi sulle strade nei dintorni di Las Vegas, Valle del Fuoco compresa, un posto dai panorami davvero magici, e in parte in un contesto davvero a “stelle strisce”, cioè l’ovale del Las Vegas Motor Speedway, con una puntata anche al tracciato di handling poco distante. Iniziamo col dire che semplicemete sedendosi sulla Z H2 si percepisce che, numeri a parte, non è paragonabile, e nemmeno lo vuole essere per gli uomini Kawasaki, a una Hypernaked votata al tempo sul giro o semplicemente all’uso in pista.
 

Le pedane sono piuttosto basse e non costringono le ginocchia a posture da fachiro, il manubrio è moderatamente aperto e la sella discretamente comoda, con il busto che va a caricare l’avantreno ma senza pesare troppo sui polsi.
Una postura sportiva, ma tutt’altro che affaticante. L’eventuale passeggero/a se la passa però decisamente peggio, con una sella di piccole dimensioni e pedane alte, che tradotto significa “stai a casa, per il tuo bene”!
Poi c’è “lui”, il "quattro cilindri" con il compressore che fischietta ad ogni manata sul gas, davvero esaltante, anche se nei video questa sua caratteristica non rende assolutamente come dal vivo. Unico e incomparabile, il Balanced Supercharged è impressionante per la facilità di adattamento ad ogni tipo di utilizzo, potendo contare sempre sempre su una riserva di potenza e una piacevolezza di guida ed erogazione, che a seconda del regime può essere “consistente”, così come esplosiva.
Già, perché se fino ai 4.000 giri il motore è corposo e lineare, ma per nulla impressionante, si passeggia con un filo di gas senza problemi, poi prende fiato e diventa appunto consistente, per tagliare il traguardo dei 6.000 con una decisa arroganza che diventa potenza esplosiva dagli 8 ai 12.000: una vera furia!
Il tutto senza entrate in coppia o cambi repentini di erogazione: questo propulsore è la linearità allo stato puro, e meno male, ci viene da dire, altrimenti il controllo di trazione dovrebbe fare un super lavoro, cosa che fa invece l’elettronica per tenere la ruota anteriore attaccata all’asfalto, quando si spalanca il gas nelle prime tre marce.
 

Spinge in maniera impressionante qualsiasi rapporto, quarta – quinta – sesta, vengono “consumate” in un battito di ciglia, con l’unico limite della spinta dell’aria che si fa consistente, e aspettarsi miracoli dalla piccola unghia sopra la strumentazione è semplicemente assurdo.
Per questo consigliamo vivamente di fare spesa tra gli optional dedicati a questa furia, che prevedono un bel plexiglas maggiorato, e a questo punto mettiamoci anche lo scarico Akrapovic, che suona in maniera esaltante per le orecchie.

Il cambio dotato di quickshifter non avrà la taratura sportiva della Ninja ZX-10R, ma è comunque rapido, e soprattutto preciso, impossibile sbagliare una cambiata.
Leggere i 275 km/h dopo un lancio piuttosto breve, e sentire che il motore ne ha ancora fa impressione, considerando che siamo in sella a una naked; e ancor più impressionante è la stabilità che la Z H2 dimostra a queste velocità, con l’avantreno che rimane “consistente” tra le mani, e meno male, perché il muretto dell’ovale è molto vicino e minaccioso!
Questa solidità non limita più di tanto l’agilità nel misto: certo non è un peso piuma, caratteristica che si nota quasi esclusivamente nelle manovre da fermo, ma il bilanciamento delle masse, che poi è uno degli aspetti più importanti, è ottimo e permette di poter cambiare direzione con un minimo di sforzo fisico. Ma vi assicuriamo che le moto pesanti sono altre...
 

In compenso l’avantreno è un aratro, e permette di spingersi anche oltre  quelli che sembrerebbero i limiti della moto, così come abbiamo fatto sul tracciato di handling, arrivando a infastidire la compostezza della Z H2 che da stradale pura digerisce solo in parte gli strapazzi tra i cordoli con l'assetto standard, ma visti i limiti di velocità che vigono da queste parti, è stato il modo migliore per dare sfogo alla cavalleria del Supercharged.
Mettendo mano all’assetto siamo certi che l'H2 riacquisterebbe parte di questa compostezza, ma per motivi di tempo abbiamo lavorato solo sul nostro stile di guida, guidando nella maniera più rotonda possibile senza forzare più di tanto le frenate, e agendo sul gas con un minimo di rispetto (ma non più di tanto, come si evince dalla spia del controllo di trazione che “occhieggiava” in continuazione!).
I 55° gradi di angolo di piega indicati dalla strumentazione non sono certo pochi e rendono l’idea delle ottime performance garantite dalla ciclistica e dal grip delle Pirelli Diablo Rosso |||.
 

Una volta usciti in strada non si può che apprezzare la capacità di poter viaggiare con un filo di gas senza il minimo strappo, sia da parte del motore sia della trasmissione, davvero incredibile questa meccanica!
Allontanarsi dalla città in questi luoghi, significa trovarsi nel deserto, che non significa per forza strade diriette e noiose, anzi nel nostro caso si è trattato di percorsi a tratti molto tortuosi tra rocce scolpite dal vento e anche qualche duna di sabbia finissima. 
La Z H2 si muove come un vero e proprio serpente, cambia direzione fluida e rotonda come solo questo rettile sa fare, con il motore che consente un uso limitato se non addirittura nullo del cambio. Per parecchi chilometri abbiamo viaggiato in sesta marcia senza problemi, anche nei passaggi più stretti e lenti. 
Stupefacente il "Supercharged" sia quando ti prende a schiaffi a suon di cavalli e coppia, sia quando lo usi per andare a spasso.
Inutile, come per il resto della famiglia H2, anche per questa Z H2 vige la legge del "provare per credere". Sono moto che rappresentano qualcosa di diverso in campo motociclistico,
non tanto per l'aspetto, quanto per i contenuti tecnologici, che si possono toccare con mano e apprezzare solamente guidandole. Se ci si ferma a qualche chilo in più nel peso in ordine di marcia, o semplicemente al fatto che piacciano o no dal punto di vista estetico, beh ci si perde davvero qualcosa di unico.
 

Pregi e difetti

Pro

  • Tecnica | Prestazioni | Guidabilità

Contro

  • Scarsa abitabilità passeggero | Peso non proprio contenuto

Maggiori informazioni

Moto: Kawasaki Z H2
Luogo: Las Vegas (USA)
Meteo: Sole 20°
 

Sono stati utilizzati

Tuta  REV'IT Triton 
Stivali TCX -RT Race
Giacca REV'IT
Jeans Dainese D1 EVO
Guanti REV'IT
Casco AGV GP R
Scarpe TCX Street Air

Kawasaki Z H2 1000 (2020)
Kawasaki

Kawasaki
Via Luigi Meraviglia, 31
20020 Lainate (MI) - Italia
848 580102
https://www.kawasaki.it

  • Prezzo 17.790 €
  • Cilindrata 998 cc
  • Potenza 200 cv
  • Peso 239 kg
  • Sella 830 mm
  • Serbatoio 17 lt
Kawasaki

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848 580102
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Scheda tecnica Kawasaki Z H2 1000 (2020)

Cilindrata
998 cc
Cilindri
4 in linea
Categoria
Naked
Potenza
200 cv 147 kw 10.000 rpm
Peso
239 kg
Sella
830 mm
Pneumatico anteriore
120/70ZR17M/C (58W)
Pneumatico posteriore
190/55ZR17M/C (78W)
Inizio Fine produzione
2019 2020
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