KAWASAKI ZR-7

Una "moto col cervello". Ecco come definirei la Kawasaki ZR-7
7 luglio 2003

Presentata nel 1998, la naked della casa di Akashi, fa parte di quella categoria di moto, che fino a poco tempo addietro in Italia non venivano prese in considerazione, neanche lontanamente.
Questo "gruppo di moto", dette anche intelligenti (quelle che badano più alla sostanza che all'apparenza, buone per andare in ufficio o per la cavalcata del week end), negli ultimi tempi si sono ritagliate un loro spazio soprattutto nel settore delle "prime moto", cioè quelle due ruote che sono adatte ai neofiti oppure a chi è alla ricerca di una sana alternativa allo scooter.

La ZR-7 è l'esempio perfetto di questa categoria, essendo una moto dal costo contenuto (6.900 Euro, paragonabile se non inferiore a quello di numerosi scooteroni) che ha dalla sua un look accattivante, senza troppi richiami retrò ed un motore affidabile e robusto.

La linea risulta particolarmente riuscita e filante, soprattutto nella parte posteriore dove spicca il codino che punta decisamente verso l'alto e dove sono presenti due belle maniglie per il passeggero.

KAWASAKI ZR-7
KAWASAKI ZR-7

Erede della Zephir, la ZR 7 adotta un classico quattro cilindri della serie Z, in questo caso di 750 cc., non molto prestante, ma economico e robusto, abbracciato da un telaio doppia culla in acciaio.

Le finiture, considerando il prezzo, sono di buon livello, certo la qualità di certe plastiche non è da urlo?però considerando il prezzo ?stiamo zitti!
Intonata al mezzo la strumentazione, che risulta piacevole e discretamente completa (signori c'è l'indicatore del livello carburante, che ultimamente manca anche su "cavalcature" da 10.000 e più Euro), come da lodare sono le leve al manubrio regolabili.

Il motore, non sempre scattante al momento dell'accensione, è la parte meno esaltante della ZR 7, in quanto deriva direttamente dagli storici 4 in linea anni ottanta, ma ha dalla sua un grado di affidabilità a tutta prova. La potenza (76 cv), non è il suo forte, ma mette in mostra una fruibilità e una dolcezza di erogazione a prova di neofita. Certo un filo di cattiveria in più ai medi regimi, per affrontare con disinvoltura qualsiasi sorpasso non sarebbe male, ma così è.

La posizione di guida è comoda sia per il pilota che per l'eventuale passeggero, mentre le sospensioni tarate sul morbido offrono un confort apprezzabile anche sui lunghi trasferimenti (che con 22 litri di serbatoio non sono una chimera), mentre mostrano la corda nell'uso "brillante" dove emerge un effetto galleggiamento che però non disturba più di tanto e che soprattutto non diventa mai pericoloso.

Una moto dal costo contenuto che ha dalla sua un look accattivante, senza troppi richiami retrò ed un motore affidabile e robusto

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Nel complesso si può giudicare la ZR 7 una moto intuitiva e adatta al "grande pubblico".

I freni non sono da staccate alla Kevin Schwantz, ma svolgono il loro dovere più che onestamente.

Insomma, non siamo di fronte ad una moto tendenza e neppure da rimorchio, nel senso che non è una moto da "Latin-lover", però il rapporto qualità prezzo è veramente favorevole, la linea è azzeccata e la facilità di guida è assicurata.

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