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I dati riportati sulla sua scheda tecnica, non hanno bisogno di essere commentati, la potenza dichiarata è di ben 178 cv, che grazie al sistema Twin Ram Air System (che sfrutta la sovrappressione dell’aria che si viene a creare all’interno dell’aibox alle alte velocità) diventano 190, mentre i Kgm di coppia “sbattuti a terra” sono la bellezza di 13,7!
Con cotanto biglietto da visita, si può inserire la nostra Ninja nel ristrettissimo club dei missili terra- terra, che annovera tra i suoi iscritti la Honda CBR XX e la Suzuki Hayabusa.
Rispetto alle due contendenti la Ninja ha qualche ruga in più, dovuta al non recentissimo design.
La parte più riuscita è sicuramente il muso, con i due fari dal profilo inc...ato e con quella specie di bocca che è la presa d’aria dell’air box.
Look pesantino per i due specchi retrovisori, che però dimostrano l’estrema cura nella definizione aerodinamica dedicata dalla casa di Akashi alle sue moto.
Nulla di nuovo nella vista laterale, con un profilo della moto che non tenta di dissimulare in alcun modo le dimensioni XL della ZX 12. Niente carene attillate e codoni sfuggenti, la verdona deve essere esagerata in tutto!
Poco riuscita esteticamente, secondo me, la sella del pilota che ha una parte della superficie liscia ed una più ruvida.
Si può inserire la nostra Ninja nel ristrettissimo club dei missili terra- terra
Il posteriore è la parte della moto che che meno appaga l’occhio, le sue forme non destano stupore. Senza il guscio che copre la sella passeggero, risulta anche pesante a vedersi. In più i perni (chiamarli ganci è dura) per ancorare eventuali bagagli, sono troppo dimensionati. “Scenosa” la gomma posteriore taglia 200, che lascia intuire l’elevato potenziale della “piccola”.
Le qualità nascoste, però, sono veramente tante. Iniziamo dal telaio, che come avranno notato gli osservatori più attenti, non è visibile dall’esterno (scusate il gioco di parole), in quanto è costituito da una originale monoscocca in alluminio che passa direttamente sopra il motore e attraverso la quale corrono i condotti del Ram Air System (il serbatoio è collocato in posizione più arretrata). Cannotto di sterzo e perno forcellone sono ricavati per fusione. Piccole variazioni nelle geometrie del telaio, come l’inclinazione del cannotto di sterzo oppure il diverso posizionamento del perno forcellone (ora più basso di 2 mm) caratterizzano il nuovo telaio.
Le piastre di sterzo hanno visto diminuire da 32 mm a 28 mm il loro avanzamento, tutto questo a favore di una migliorata sensibilità di sterzo. Anche il reparto sospensioni è stato rivisto, con elementi alleggeriti e tarature migliorate.
Una volta in sella, si apprezza la posizione di guida tutt’altro che impiccata, e che garantisce una postura comfortevole (stiamo pur sempre trattando un articolo griffato Ninja). Pedane ben posizionate e manubrio angolato al punto giusto, mettono a proprio agio il pilota. Peccato che manchi la regolazione della distanza per la leva della frizione, che risulta oltre che discretamente dura da azionare, anche troppo lontana per le mie manine di fata.
Strumentazione, dal look vetusto con l’aggravante del finto carbonio per la plastica del guscio esterno. Essa fornisce però una discreta quantità di informazioni, visualizzate nel display di destra (temperatura liquido di raffreddamento – orologio – contachilometri – livello carburante) mentre i due indicatori analogici sono per il contagiri ed il tachimetro.
Il tragitto sede Kawasaki - ufficio, che consiste nell’attraversamento del centro di Milano, mi fa capire due cose: una, che la verdona gradisce gli spazi aperti e “soffre” la città, due, che per una volta gli automobilisti si spostano vedendomi e sentendomi arrivare (il colore sgargiante e la fanaleria della ZX 12 R non sono da sottovalutare).
Il motore, è un mostro di trattabilità e mi permette di sgusciare nel traffico limitando l’uso del cambio (e della frizione), che tra l’altro ha una manovrabilità eccellente. A creare qualche problema sono le dimensioni ed il peso, che vanno sempre tenuti in considerazione.
Ma la Ninja è studiata per ben altre strade. Se l’itinerario vi porta a viaggiare su strade veloci (una bella autostrada...magari tedesca...di quelle senza limiti di velocità!) o anche percorsi misti non troppo lenti, allora dovete resettare il cervello, cancellare tutti i parametri che avete aquisito in precedenza e con altre moto...e agire brutalmente sul gas. Che esperienza! Anzi che figata!
Non ho mai visto una lancetta del tachimetro muoversi così velocemente e su cifre così alte. Sulla ZX 12 R non c’è nemmeno bisogno di schiacciarsi, il cupolino svolge il proprio compito in modo eccellente, permettendo di viaggiare a velocità sostenuta soltanto chinandosi leggermente in avanti.
Che moto esagerata e che motore, trattabile e quando serve esplosivo. Questo accoppiato ad una ciclistica sincera nel comportamento, permettono al pilota della ZX 12 R di divertirsi anche sui percorsi ricchi di curve, dove l’unica cosa richiesta è quella di guidare puliti ed in modo fluido, senza forzare troppo le frenate o le aperture di gas fuori dalle curve (il 200/50/17 non può fare i miracoli con tutti quei cavalli da tenere a bada).
Il reparto freni naturalmente è dimensionato per arginare tanta esuberanza (e anche gli oltre 230 kg di peso...). Pinze Tokiko a sei pistoncini e dischi da 320 mm all’avantreno, disco da 230 mm con pinza a pistoncini contrapposti al posteriore, assolvono senza problemi l’arduo compito.
E il passeggero?
Chii? Ah si, quello che dovrebbe sedersi dietro al pilota. Mah, meglio lasciarlo a casa. Scherzi a parte, la sistemazione per il secondo, non è da considerarsi comoda, ma è paragonabile a quella che offrono le varie concorrenti.
Tirando le somme, possiamo considerare la ZX 12 R come una moto trasversale, non è una supersport e neanche una gran turismo, è una via di mezzo...e che mezzo, per poco più di 13.500 € si può portare a casa un gingillo che può dare grandi soddisfazioni, ma soprattutto grandi emozioni.
Kawasaki
Via Luigi Meraviglia, 31
20020 Lainate
(MI) - Italia
848 580102
https://www.kawasaki.it
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