L’accoppiata Perego-Ghezzi dopo la BB1 sforna un’altra special di quelle che fanno scendere la lacrimuccia ai Guzzisti, ma anche a chi è solo appassionato di moto. È esclusiva in tutto - anche nel prezzo – e ha carattere da vendere
Dove non arriva la Moto Guzzi, arrivano quelli della Millepercento. L’accoppiata Perego-Ghezzi dopo la BB1 su base Griso sforna un’altra special di quelle che fanno scendere la lacrimuccia ai Guzzisti, ma anche a chi è solo appassionato di moto.
Vista al Salone di Milano in veste semi definitiva, ora è davanti ai nostri occhi pronta al 90%. Il 10% mancante è solo rifinitura meccanica ed elettronica; il vestito e la ciclistica sono terminate.
Per i detrattori del bicilindrico di Mandello non c’è molto da dire, se non che a Verano Brianza hanno fatto un gran lavoro. Aggressiva e filante, l’Alba (che è l’abbreviazione di Albacete, circuito che ha visto protagonista una creatura dell’ingegner Ghezzi, e al quale è rimasto particolarmente affezionato) è una sportiva senza compromessi, tutta carbonio e leghe leggere.
La base meccanica, per i motivi che potete ascoltare nella intervista a Giuseppe Ghezzi, è quella della Moto Guzzi Griso 8v, sospensioni (Showa da 43 mm e Sachs entrambi pluriregolabili), motore e trasmissione. Tutte peculiarità che la rendono maggiormente gestibile (anche in caso di reperimento ricambi) ma le possibilità di personalizzazione a disposizione della Millepercento sono praticamente “infinite”, basta mettere mano al portafogli e aggiungere qualche cosa ai 23.900 euro d’entrata.
Motore e ciclistica
Il motore di serie della Griso viene rivisto in vari particolari, i collettori di scarico sfruttano il posizionamento rialzato dell’intero motore di 4 cm (grazie anche al nuovo telaio a traliccio che passa tra le teste dei cilindri), per unirsi in un unico collettore che passa al di sotto del motore stesso (particolare che ne migliora le prestazioni).
Precisa e stabile sul veloce, la Millepercento appare decisamente a suo agio anche nel misto. Rapida in inserimento, composta in percorrenza l’Alba è davvero gustosa e appagante da guidare
L’aspirazione è caratterizzata dal gruppo farfallato Dell’Orto da “soli” 64mm che fornisce la birra ai due cilindri, mentre a sovraintendere alle bevute ci pensa una nuova mappatura della centralina. Particolare è il posizionamento del radiatore dell’olio, posto sotto la sella (le prese d’aria che abbracciano il motore servono a portare aria fresca al corpo radiante). 105 CV (77 KW) a 7.600 giri e ben 12,7 Kgm di coppia a soli 4.900 devono spostare un peso dichiarato di 204 kg (un record se si tiene conto che solo il motore ne pesa quasi la metà!).
Per gli incontentabili, nulla vieta di montare il Big Bore da 140 CV, l’Alba è stata progettata anche per poter essere dotata del propulsore progettato dall’ingegner Mariani, mentre per chi “deve per forza portarsi lo zainetto”, è già possibile ordinare la versione biposto.
La prova su strada
Che l’Alba abbia il DNA pistaiolo lo si intuisce solo a guardarla, mentre una volta in sella c’è la conferma. Slanciata e stretta tra le gambe, la bicilindrica di Mandello, anzi di Verano Brianza, è sportiva al “mille percento”. Sella dura, ma la definitiva pare che terrà in maggior considerazione il pilota, manubrio bello aperto e regolabile in altezza, in men che non si dica si entra in sintonia con l’Alba. Il motore si avvia prontamente, e dopo qualche sgasata di prova, appare decisamente meno propenso al beccheggio (la tipica coppia di rovesciamento dei bicilindrici Moto Guzzi). Vedi che a togliere peso nei punti giusti ci si guadagna… Frizione in mano e via sulla superstrada direzione Lecco.
Avrà solo 105 cavalli, ma il coppione erogato dal bicilindrico permette di avere sempre” tanta roba” che spinge. Il rapporto finale si dimostra anche fin troppo corto, così da far accendere i led della strumentazione (quelli che ti avvertono dell’approssimarsi del taglio del limitatore) troppo presto anche con la sesta inserita, ma la cosa che colpisce è la corposità dell’erogazione, pulita e lineare. Quello che ci ha detto Giuseppe Ghezzi durante l’intervista è proprio vero. E pensare che la mappatura non è ancora definitiva!
Usciti dalla superstrada iniziamo a cercare un posto per fare due scatti fotografici, percorriamo qualche chilometro sulla strada che costeggia il lago, e l’Alba mi conquista. Precisa e stabile sul veloce, la Millepercento appare decisamente a suo agio anche nel misto. Rapida in inserimento, composta in percorrenza l’Alba è davvero gustosa e appagante da guidare. L’assetto per i miei gusti è anche troppo rigido, soprattutto dietro, ma si tratta di affinamenti, la base è più che buona. La frenata è esuberante, il doppio disco flottante da 320 mm con pinze a 4 pistoncini è preciso e ben modulabile, mentre il disco da 282 mm con pinza a due pistoncini paralleli è anche troppo reattivo, ma è solo questione di abitudine.
Qualche scatto dinamico, il tempo di gustarsi i particolari tecnici e la raffinatezza di alcune soluzioni mentre il fotografo scatta le foto statiche, ed è tempo di tornare alla base.
Ci saranno ancora particolari da sistemare e prove al banco da fare, ma se il buon giorno si vede dal mattino… è una gran bella Alba.
Pregi
Design unico | Cura costruttiva | Motore ricco di carattere
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