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Il 12 e 13 ottobre, il circuito della riviera romagnola ha ospitato il Misano Classic Weekend, evento dedicato alle moto storiche e classiche. Tra i numerosi trofei e gare in programma si è corsa anche l’ultima tappa del Moto Guzzi Fast Endurance 2019, trofeo monomarca alla sua primissima edizione.
Dopo aver provato in anteprima la V7 III preparata dai fratelli Guareschi per il campionato, potevamo perderci la gara sulla pista più bella in calendario? Assolutamente no! Con la moto n°49, l’equipaggio giallo/nero di Moto.it composto dall’esperto Maurizio Vettor e da Luca Frigerio: volete sapere come è andata la loro prima gara di (mini)endurance? Guardate il video in copertina.
Come in una vera gara (perché il Moto Guzzi Fast Endurance è una competizione ufficiale FMI), bisogna presentarsi con la licenza da velocità e con la moto in regola. Fortunatamente alla V7 ci ha pensato direttamente Moto Guzzi e, da “bravi piloti”, noi ci siamo dovuti preoccupare solamente di portare il borsone completo di tuta, casco, guanti, stivali e paraschiena.
Arriviamo in circuito il sabato. Neanche il tempo di fare le verifiche e di ritirare i tagliandini dai commissari tecnici (obbligatori per affrontare le prime prove ufficiali) e già è il momento delle Qualifiche-1. La moto mette subito a proprio agio, il bicilindrico a V di Mandello è bello pacioccone e con gli scarichi Zard fa sentire appieno la sua voce. Quindi, ottenere tempi interessanti è stata questione di qualche giro: 2’08”, 2’07”, 2’06” e anche qualche 2’05”. Niente male, ci siamo guadagnati la prima metà della classifica: peccato che là davanti si giri in 2’00”. Tenere il passo di chi ha già affrontato 4 round in sella al Guzzone o in mezzo alle wild card, come i Rovelli (Team ParkinGO), che di cordoli ne hanno visti parecchi, è un altro conto. Ma io e Maurizio siamo competitivi, e non molliamo.
Un primo inconveniente tecnico con il motore nelle Q1 e poi con il rifornimento nelle Q2 ci hanno tolto giri importanti, ma al termine della giornata di sabato ci siamo guadagnati l’undicesima casella con un tempo combinato di 2’05”898. Niente male, la Top10 è li a un passo. La gara però è un’altra storia: la partenza è in stile Le Mans, e il cambio pilota è programmato (ogni 15 minuti, più un massimo di 2 giri). Ci sono un po’ di novità a cui bisogna stare attenti, se non si vuole prendere penalità e compromettere il risultato finale.
I semafori si spengono alle 15,30. La domenica non passa più e tra un (lungo) momento di silenzio e l’altro, ci si “allena” sui cambi e sull’insolita partenza di questa competizione: nel paddock sembriamo un po’ due giullari, che saltano su e giù dalla moto ferma sul cavalletto. Ma per la gara non si deve tralasciare nessun dettaglio.
E arriva il momento.
Parte Maurizio. Io tengo in piedi la moto. Pronti… via! Si comincia. Il mio compagno di squadra è partito bene, ha guadagnato due posizioni già in partenza. Il ritmo gara non è male: là davanti sono sul 2’02”, noi sul 2’06”. Perdiamo una posizione, ma la gara è lunga e preferiamo gestire.
È quasi il mio turno: respira Luca, respira. Vedo Maurizio entrare in pit lane. Mi preparo… Mauri scende, io mi lancio sulla moto, tiro la frizione, prima dentro… e bum. Si spegne. Dannazione a me, dovevo dare un po’ di gas. Perdo qualche secondo, ma riesco a ripartire. Ritrovare la concentrazione non è facile. La moto sembra più dura, difficile, ma in realtà non lo è. È tutta testa. Perdo qualche giro con crono in 2’06” alto, quasi 07” e, purtroppo, è il momento di dare il cambio. Stessa procedura: 60 km/h, folle, rallento, scendo a destra e parte Maurizio. Giriamo in solitaria, la moto davanti ha il nostro passo, quella dietro è più veloce, ma ha 12 secondi di ritardo.
È il mio turno, ancora. L’ultimo. Questa volta non sbaglio. Entro dentro, quasi come se fosse una qualifica. Questa volta riconosco la Guzzi che ho guidato il sabato e con cui mi sono trovato. Curva dopo curva, aspetto solo la bandiera a scacchi. Il ritmo, però, è di 2’04”, con un best lap in 2’03”8. L’ultimo run sembra durare un’infinità. Poi lo scadere del tempo, l’ultimo passaggio, il traguardo e il giro d’onore con i saluti ai commissari che, come in MotoGP, si avvicinano alla pista per congratularsi con tutti i piloti.
Ma quanto siamo arrivati? La commissione gara ci mette un po’ più del previsto a completare la classifica, e alla fine chiudiamo in ottava posizione. Due equipaggi davanti a noi sono stati penalizzati per aver sbagliato il cambio pilota. Le gare di endurance sono anche questo, ed è la classifica finale quella che conta. I nostri complimenti all’equipaggio vincitore del quinto round, il Team ParkinGO (23) composto da Giuliano ed Edoardo Rovelli, e ai campioni di quest’anno, Samuele Sardi e Oreste Zaccarelli del Team Biker’s Island (93).
Torniamo a casa soddisfatti, anche se lontani dal podio. L’esperienza, però, è stata unica: la passione e la voglia di andare in moto sono lo spirito di questa competizione firmata Moto Guzzi. Ed essere nel contesto del Misano Classic Weekend ha creato un’atmosfera indimenticabile.
Sono queste le gare che mettono voglia di andare in moto. Come si dice in questi casi? “Poca spesa, tanta resa!”. Noi di Moto.it aspettiamo la conferma delle novità e del calendario Moto Guzzi Fast Endurance 2020, che dovrebbero essere svelati a EICMA 2019.